Il Rapper Rancore e “La Morte di RINquore”, il mini album inedito

Il Rapper Rancore e "La Morte di RINquore", il mini album inedito

Rancore è uno di quei rapper che, dopo averlo ascoltato un paio di volte, ci si chiede come possa essere così poco noto al grande pubblico. Dopo, però, ci si compiace del fatto che le sue canzoni restino sconosciute, nascoste agli occhi indiscreti e invadenti della massa. Ci si compiace del fatto che questa sorta di alone misterioso che lo avvolge, lo protegga dall’omologazione e dalla banalizzazione del mercato discografico.

Eppure la sua è una carriera iniziata sotto buonissimi auspici. Neanche maggiorenne, si mette subito in mostra nella scena rap underground romana dove fa importanti conoscenze quali Dj Tetris, Jesto e Hyst che lo aiutano nella produzione del suo primo album Segui Me, nel 2006, pubblicato per l’etichetta ALTOent. Un lavoro incredibile per metrica e contenuti, considerata anche la giovane età, appena sedici anni. Nel luglio 2016, a dieci anni di distanza esatti dal suo primo esordio discografico, pubblica una versione rimasterizzata e riarrangiata di Segui Me: Segui Me / Remind 2006. Grande novità dell’album è la sua natura duplice; si compone infatti di due dischi, uno dei quali composto quasi interamente da brani inediti: La Morte di RINquore (14/02/08).

Il rapper Rancore e il suo alter-ego RINquore

Per i cultori e intenditori del rapper romano, RINquore/Rincuore: questo nome non risulterà di certo nuovo. Nel 2008, infatti, sotto lo pseudonimo di Rincuore, pubblica S.M.S, un EP contente quattro tracce. Il disco verte principalmente sulla tematica dell’amore: il rapper racconta dei suoi sentimenti adolescenziali morbosi e convulsi, provocati da amori e aspettative deluse. Emerge dunque un’immagine del sentimento amoroso totalmente negativa.

La Morte di RINquore, l’album

Non a caso La Morte di RINquore viene fatta coincidere con il 14/02/08, il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. Rancore si riallaccia in questo modo al filone già tracciato dal suo alter-ego e mette il punto finale alle esperienze sentimentali della sua giovinezza. Il mini- album contiene 6 tracce, 2 delle quali, Harakiri e La Morte di RINquore, pubblicate anni addietro, rispettivamente in Black Jack di Dj 3D e nella raccolta Exclusives pubblicata da Nill Forum. Le altre quattro tracce invece (M’accollo, Rapper al rovescio, L’acqua der Tevere e Esercizi di stile) sono brani risalenti a quel periodo ma mai pubblicati. Emergono le ansie e le paranoie di un ragazzo, in conflitto più con se stesso che con gli altri. La sua è la difficoltà di chi non riesce a essere apprezzato appieno, la difficoltà nel risultare credibile alle ragazze e agli amici senza essere pesante, senza “accollarsi”; la difficoltà di chi vuole allontanarsi dalle contraddizioni dei suoi coetanei, della scena rap e di tutto ciò che lo circonda senza scendere a compromessi. Quegli stessi compromessi che lo porteranno a puri eccessi di misantropia. A farla da padrone questa volta, però, non è la soggettività dell’artista, la scena viene rapita dalla città di Roma. La sua immensa e mastodontica immagine getta ombra su tutto, tesse le trame e i fili dell’intero album, muovendo e comandando lo stesso autore. Il legame tra il rapper e la sua città è viscerale. Ogni singolo pensiero, ogni singola parola, ogni passo scritto e fatto dal rapper è mosso o ispirato dall’anima della capitale. Le strade di Roma marchiano indelebilmente. Sono un posto difficile dove è necessario mostrarsi schivi e introversi, dove non bisogna far trasparire le proprie emozioni perché queste sue strade ti inghiottono e ti stritolano in un niente. Quindi ci si mostra grezzi, duri e anche volgari per necessità, per una qualche sorta di codice di sopravvivenza.
Anche questa volta, per l’ennesima volta, Rancore, pur non proponendoci dei veri e propri inediti, ci ha regalato una perla dall’inestimabile valore. Questo album è un altro insieme di codici da ascoltare e decifrare per immergersi in un modo di folgoranti emozioni.

A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

Vedi tutti gli articoli di Angelo Baldini

Commenta