Monte Pio della Misericordia: l’arte di rendere l’arte accessibile a tutti

Monte Pio della Misericordia

Sei una qualunque persona appassionata d’arte, intellettualmente viva o comunque stimolata culturalmente. Abiti a Napoli o ti ci trovi come turista. Ma sei non udente. Leviamo il ‘ma’, perché dall’8 ottobre 2017 sarà possibile visitare senza ostacoli alcuni dei dipinti più imponenti nel napoletano. Tra essi, le Sette opere di Misericordia del Caravaggio, accompagnata ovviamente da molti altri lavori. Togliamo il ‘ma’, perché le guide saranno aperte a tutti. Sarà possibile infatti, presso il Monte Pio della Misericordia, l’utilizzo di tablet che riprodurranno video in cui interpreti LIS traducono le parole dell’audioguida. Si tratta in sostanza dell’iniziativa Caravaggio InSegni dell’associazione culturale Curiosity Tour e dal Monte Pio della Misericordia: i due enti attraverso un lavoro di due anni hanno infatti ben pensato di allargare la possibilità di servirsi di una guida anche ai turisti e cittadini non udenti. Essa sarà bilingue: ciò vuol dire che oltre l’interprete in lingua dei segni italiana, ci saranno sottotitoli nonché la riproduzione audio in lingua italiana.

Monte Pio della Misericordia e Curiosity Tour

Curiosity Tour è un’associazione culturale nata nel 2014. Unico obiettivo: diffondere la conoscenza del patrimonio culturale del napoletano e dell’intera area campana. L’impegno per conferire alla martoriata città del mezzogiorno d’Italia una nuova veste confluisce quindi in una offerta oculata di modus differenti di porsi alla cultura, aiutando anche persone disabili a questo approccio. Un ampliamento delle vedute, quindi, con cui ci si approccia alle opere d’arte. Si parte dalla chiesa del complesso del Monte Pio, la cui luce proveniente dalla cupola sembra essere più confortante, senza sgarbi di disumanità che a volte nascono per semplice dimenticanza, inadempienza o arretratezza.

Nel gioco speculare dell’ottagono che è la chiesa del Monte Pio nessuno venderà i suoi occhi all’ignoto con gli interpreti LIS. Tutti sapranno la carica intellettuale di un monumento che già nel XVII secolo si prestava ad essere casa del bene e dell’arte, rendendosi dimora dei poveri, degli affamati, degli assetati, di chiunque avesse e abbia tuttora bisogno di un supporto. Il Monte Pio, tra le più antiche associazioni benefiche laiche di Napoli, rende manifesti già dal nome i suoi scopi, tra l’altro presentati con la maestria del Caravaggio in quell’opera che costituisce lo sfondo dell’altare della chiesa del complesso monumentale, il quale è stato musealizzato solo nel 2005.

Così il 3 ottobre, nell’eleganza che pizzica l’aria e l’umanità che sorvola le parole e arriva dagli sguardi generosi dei presenti, al primo piano del palazzo si è avuta la conferenza di presentazione al pubblico del progetto. Niente ha fatto difetto. Tutto è stato presentato nei minimi dettagli dalle due coordinatrici del progetto Germana Falibretti e Stefania Russo, anche autrici delle varie realizzazioni del materiale visivo. Presente anche il soprintendente dell’associazione benefica Pasca di Magliano, nonché Nino Daniele, Assessore alla Giunta Comunale. Nell’umidità storica emessa da pareti così inzuppate di anni non poteva che nascere una impeccabile presentazione, tradotta in LIS da due interpreti e costituita anche da un mini-tour che empiricamente ha dimostrato ai presenti come funzionerà l’utilizzo dei nuovi dispositivi con audio e, soprattutto, “videoguide”.

Monte Pio della Misericordia ospita un Caravaggio per tutti

Il mini-tour del 3 ottobre ha dato bella prova di sé con la guida Stefania Russo – coadiuvata dai tablet con le “videoguide” – che ha spiegato la grandezza delle sembianze dell’opera all’altare della chiesa: Sette opere di Misericordia di Caravaggio. Lui, fuggendo da Roma e approdando a Napoli, venne scelto per quest’opera dallo spessore intellettuale inestimabile. Un’aria cupa ma vivace, tipicamente napoletana, avvolge il dipinto, quasi come farebbe il lenzuolo che si leva in alto della composizione. Una Madonna tiene il bambino e supervisiona il baccano di figure umane. Anch’essa ne è una. E’ la tipica popolana napoletana che si affaccia dalla finestra verso uno dei decumani della città. Supervisiona le sette opere di carità sotto i suoi occhi. A sinistra c’è l’opera di dar da bere agli assetati con la figura di Sansone che beve da una mascella d’asino. Più a sinistra del personaggio biblico vi è l’opera di ospitare i pellegrini: un uomo indica con un dito probabilmente una dimora ad un pellegrino. A sinistra ma più centrale nella composizione un cavaliere dona un mantello ad un uomo nudo (vestire gli ignudi). A destra una fiaccola di un diacono illumina la scena: una carogna mostra i suoi piedi lividi trascinati da un portatore (seppellire i morti). Poi c’è la donna a destra che allatta il padre come Pero con Cimone nel mito di Valerio Massimo, rendendo sacra e cristiana la pietas romana. Due sono le opere di carità in questo gesto quasi sconcertante: la visita ai carcerati e il nutrire gli affamati. È traslazione artistica. Se non lo si conosce, leggerlo.

A proposito di Ciro Piccolo

Nato il 15 ottobre del ’97, fin da piccolo ho sempre mostrato una propensione a mettermi in mostra, in maniere diverse, molto spesso malsane; ad esempio, sparire – paradosso – è annoverato nel repertorio. Però ho sempre ritenuto ci fosse qualcosa di più interessante da scrivere che di me, me, me, me, me; oggi lo faccio spesso, per sembrare un monumento imponente e non il vero me impotente. Sarà anche per quella strana forma giovanile di orgoglio verso il dramma, che accumula in grumi di sangue detriti di finzione per l’accettazione di chi ti sta intorno, come se ti dicessi ‘devo dimostrare d’essere così come dice che non sono’, diventando ciò che appunto non sei, snaturandoti e facendo sì che scoppi il tuo egocentrismo nella forma più sbagliata. È per questo che parlo sempre di me, me, me, me, me. Che egocentrico avrà già detto chi è arrivato fin qui. E ben venga, perché voglio che sia così. Vorrei mi chiamassi Cristo Velato, leggendolo come declamazione. Così: ‘Cristo Vela-to’.

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