Quindici anni senza Alberto Sordi

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Il 23 febbraio 2003 moriva a Roma Alberto Sordi, uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano, con circa duecento film, trasfigurazione esemplare dell’italiano del ‘900.
Alberto Sordi nacque a Roma nel 1920, attore, regista, comico, sceneggiatore, cantante e doppiatore italiano.
Sordi ha interpretato di tutto, poiché proprio questa polivalenza era qualcosa che ha sempre caratterizzato la sua fisicità e la sua energia, era una persona ghiotta di emozioni e personaggi, fattore che l’ha avvicinato agli attori della “commedia dell’arte”; ha interpretato una serie di maschere diverse, tutte con una propria identità, colorate di svariate emozioni e colori. Punto di riferimento stabile, per il pubblico italiano, fedele a se stesso e a coloro che lo apprezzavano. Capiva cosa desiderasse il pubblico. E tramutava quella risposta, in qualcosa di lieve e disincantato, conquistando con battute e sorrisi, con la semplicità che lo distingueva.
Non fu da subito apprezzato Sordi, infatti per molto tempo fu reputato un “sottoprodotto”, successivamente rivalutato e particolarmente apprezzato. La sua filmografia, i suoi lavori erano e sono tutt’oggi l’incarnazione perfetta del realismo popolare, di quanto caratterizzava la società del tempo, con una sottile ma intensa critica alla corruzione della nobiltà romana, al tempo ancora esasperatamente legata alla chiesa. Nel film “Il Marchese del Grillo”, è riscontrabile proprio questo fattore critico che caratterizzava le sue interpretazioni, lucide manifestazioni dallo spirito polivalente dell’attore, c’è ironia nella sua recitazione, ma c’è anche critica, c’è malcontento, tutti ben celati da un apparente ironia disincantata.
La satira di Sordi si contraddistingueva per una certa dose di grazia, di buon senso, cosa che la satira di oggi non sembra avere. Si ride deformando i personaggi dei quali si parla, attraverso una superficialità che sembra irradiare tutti i settori del cinema, del teatro e della televisione. Sordi mette in scena le esperienze reali delle persone, della gente comune, con personaggi semplici, ironici ma razionali e pungenti al tempo stesso. Rappresenta personaggi semplici, cittadini comuni, ma anche gente corrotta, senza timore di critica.
Un altro dei capolavori di Alberto Sordi, è indubbiamente “Il Vigile”, film del 1960 nel quale interpreta Otello Celletti. E’ bene ricordare che il 1960 rappresenta un anno di pieno boom economico ed automobilistico soprattutto, infatti si inaugura L’autostrada del sole, ed il personaggio di Alberto Sordi interviene una logica del tempo, immettendosi in un circuito di abitudini ed attitudini consolidate, ognuna delle quali ha una propria identità. Il film è sapientemente divertente, mostra un Sordi piuttosto esuberante, col quale si evince chiaramente che l’Italia di ieri non è troppo distante dall’Italia di oggi.
Il “Vigile” uscì in concomitanza con un altro capolavoro, ossia “La dolce vita”, di Federico Fellini, il quale simpaticamente gli attribuì l’appellativo di Albertone, volto a sottolineare la straordinaria forza interpretativa dell’attore, spesso esagerata e colma di caratterizzazione pungente, ma anche oggettiva e razionalmente realistica.

Un ricordo di Alberto Sordi a quindici anni dalla sua scomparsa

A quindici anni dalla sua scomparsa, Sordi continua a regalare sorrisi, con i numerosi film di cui fu protagonista, e suo temperamento disincantato, in cui trova una simbiosi perfetta con la figura dell’italiano medio, rappresentato in modo realistico e sarcastico al tempo stesso, senza mai nascondere la propria vena comica e dotata di vorace intelligenza.
Albertone era innamorato della vita, come egli stesso rivelò in un’intervista e come confermano numerose persone che l’hanno conosciuto ed hanno avuto il privilegio di conversare con lui. Era un grande uomo, una grande persona, così come sottolinea Silvana Giacobini, la quale ebbe un posto privilegiato nel cuore di Sordi, e ha da poco dedicato un libro al grande attore romano, scomparso quindici anni fa, dopo una malattia durata sei mesi, nella sua casa romana.
A quindici anni dalla sua scomparsa, Sordi è come se fosse ancora nel cuore di tutti, delle persone che lo ricordano e che colorano di emozioni il suo nome. Il ricordo di quel grande attore, comico, regista, sceneggiatore, è stilizzato negli occhi di chi non dimentica le sue grandissime interpretazioni, i suoi lavori densi di significato, di livelli sovrapposti, di continuità storica, artistica e culturale.
Sordi era un attore che recitava la vita stessa, l’esistenza a volte travagliata della società del tempo, i cosiddetti “scheletri nell’armadio”, le difficoltà di quanti vivevano nel degrado. Albertone, nonostante non sia più presente fisicamente, continuerà a vivere attraverso le sue eloquenti interpretazioni che rappresentano un’eredità non quantificabile, nelle mani degli italiani.

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