Microclima è un’opera teatrale che nasce da una necessità profonda: quella di raccontare cosa accade quando il peso della storia, dei valori, della responsabilità civile, si insinua nella dimensione privata, nella quotidianità, nelle relazioni più intime.
Ambientato in una casa-serra abitata da 138 piante e una famiglia composta da cinque esseri umani, lo spettacolo segue la quotidianità sospesa di Edda e Rud, due ex attivisti che vivono un tempo senza nome, in un luogo che sembra slegato dalla realtà. L’atmosfera è satura, immobile, impregnata di qualcosa che non si riesce a nominare, fino a che una manciata di parole sussurrate durante la cena rompe l’equilibrio e costringe i personaggi a fare i conti con ciò che sono diventati.
In scena le piante sono presenze vive, alter ego silenziosi del dissesto emotivo e ideologico che si consuma. Lo spazio domestico diventa un paesaggio esistenziale, sospeso tra cura e collasso, tra passato idealizzato e presente incerto. Lo spettacolo si sviluppa in un linguaggio drammaturgico che fonde realismo poetico e allegoria politica.
La regia di Alessia Cristofanilli costruisce un microcosmo umido, permeabile, in cui i personaggi sono costantemente attraversati da ciò che accade dentro e fuori di loro. Non c’è separazione netta tra l’intimità e il sociale: tutto si fonde in una condizione ambientale, in un “microclima” che è al tempo stesso habitat domestico, stato d’animo e riflesso del clima politico generale. È proprio in questa compenetrazione tra spazio interno e mondo esterno che risiede la potenza visionaria dello spettacolo. La crisi non esplode con fragore, ma si insinua nei gesti minimi, nei silenzi, nei piccoli deragliamenti della parola e del corpo.
Microclima è un’opera che si interroga sul confine tra coerenza e compromesso, che cerca uno spazio di riflessione dove poter nominare la propria inquietudine. È un invito a guardare il nostro tempo da vicino, da dentro, a partire da quella piccola serra che abitiamo ogni giorno e che chiamiamo casa o vita che abbiamo scelto.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Friedrich-Ebert-Stiftung e la regista e drammaturga Alessia Cristofanilli, con l’intento di riflettere – attraverso il linguaggio del teatro – su una delle sfide più sottili e complesse della nostra contemporaneità: la normalizzazione delle destre. Da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani e della giustizia sociale, la Fondazione Ebert ha voluto affiancare a convegni, analisi e pubblicazioni, una modalità di comunicazione radicalmente diversa: un’opera teatrale che non offre risposte preconfezionate, ma apre spazi di confronto e interrogazione. Il teatro, con la sua forza antichissima e sempre attuale, riesce a parlare alle emozioni e alle coscienze, generando dibattito, movimento e – nei migliori dei casi – piccoli semi di trasformazione. A nuove sfide politiche è necessario rispondere con nuovi orizzonti (nuovi sguardi) Microclima è uno di questi