Come ogni dicembre è tradizione che il maestro Barra tenga una replica del suo spettacolo.
Da oltre tre secoli non c’è Natale senza Cantata dei Pastori.
Da oltre quarant’anni non c’è Cantata dei Pastori senza Peppe Barra.
Testo di teatro gesuitico, scritto espressamente per contrastare la ‘diabolica’ Commedia dell’Arte, La Cantata dei Pastori è, tra versi arcadici e lazzi scurrili, tra lingua colta e dialetto, tra sentimento cattolico e rito pagano, una storia che racconta le traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme e gli ostacoli che la santa coppia dovrà superare prima di trovare rifugio nella grotta della Natività.
Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane: Razzullo, scrivano assoldato per il censimento; e Sarchiapone, barbiere pazzo in fuga per omicidio.
Ricordiamo una vecchia replica al Politeama in cui Peppe Barra (Razzullo), protagonista e regista dello spettacolo, condivideva la scena con Rosalia Porcaro (Sarchiapone), Maria Letizia Gorga (Zingara/Gabriello), Francesco Iaia (Demonio), Franco Castiglia (Cidonio), Enrico Vicinanza (Ruscellio), Francesco Viglietti (Armenzio), Biagio Musella (Diavolo Oste), Andrea Carotenuto (Giuseppe), Chiara Di Girolamo (Maria Vergine) e il piccolo Giuseppe De Rosa (Benino).
Le musiche di Lino Cannavacciuolo, la Canzone di Razzullo di Roberto De Simone.
Le scene di Tonino Di Ronza, i costumi di Annalisa Giacci, le coreografie di Erminia Sticchi.
Assistente alla regia Francesco Esposito.