La Festa dei Gigli è una delle più importanti feste patronali italiane, dedicata a San Paolino, che si svolge ogni anno a Nola, in provincia di Napoli. Questo evento secolare è talmente radicato nella cultura e nell’identità della comunità da essere stato incluso, dal 2013, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.
Indice dei contenuti
Termine chiave della festa | Significato e ruolo |
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Giglio | È una torre piramidale di legno, alta circa 25 metri, rivestita di cartapesta decorata. |
Paranza | Indica l’insieme dei “cullatori”, circa 128 uomini, che trasportano un giglio o la barca. |
Cullatore | È l’uomo che, insieme agli altri membri della paranza, solleva e trasporta il giglio a spalla. |
Borda | È l’asse centrale introdotta nel 1887 che conferisce stabilità ed elasticità alla struttura. |
Varre e varretielli | Sono le assi di legno rigide su cui i cullatori appoggiano le spalle per sollevare il giglio. |
La storia di San Paolino e l’origine della festa
Facendo riferimento a fonti storiche, nel V secolo i cittadini di Nola furono succubi delle invasioni dei Visigoti. Nel 410 San Paolino, vescovo della città, per permettere la liberazione dei nolani resi schiavi, decise di offrire tutti i suoi averi. Secondo la leggenda, al suo ritorno, i nolani lo accolsero con dei Gigli, e da quell’anno, il 431 per l’esattezza, Nola ha confermato la sua devozione portando in processione ceri addobbati posti su otto obelischi di legno, dando inizio a secoli di tradizione.
Lo svolgimento della festa e il percorso
Il giorno culmine della festa dei Gigli è il 22 giugno o la domenica successiva. Gli otto Gigli e la Barca danzano per le vie della città seguendo il ritmo di brani della tradizione napoletana e internazionale, eseguiti da una banda musicale posizionata sulla base della struttura. La piazza principale, Piazza Duomo, è il cuore della festa: qui, nel corso della mattinata, le strutture vengono posizionate per la tradizionale benedizione del vescovo.
Dopo la benedizione inizia il percorso, che prevede una serie di prove di abilità per le paranze. I punti più difficili sono la girata di Caparossa, dove il Giglio deve ruotare in uno spazio ristretto, il passaggio nel vico Piciocchi e la spettacolare girata delle Carceri, dove il Giglio deve compiere un giro di 180° in un incrocio angusto.
La struttura del giglio e i suoi protagonisti
Per favorire una migliore riuscita della festa, nel 1887 fu introdotto un sistema innovativo: la “borda”, un’asse centrale che collega tutti gli elementi strutturali, conferendo maggiore elasticità e stabilità. I Gigli sono sollevati e manovrati grazie alla forza dei cullatori, un insieme dei quali forma la “paranza”. Per sollevare un Giglio sono necessari 128 uomini, che posizionano le spalle sotto le varre e i varretielli, le assi rigide che costituiscono la base della macchina. Quando la festa termina, i Gigli vengono spogliati dei rivestimenti e smontati, un’operazione nota come O colpo ‘e core.
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Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 07/09/2025