Moda anni ’70: stili, icone e il ritorno di un decennio rivoluzionario

La moda, così come la storia, presenta corsi e ricorsi. Gli eventi rivoluzionari segnano svolte significative in ambito socio-politico, economico, ripercuotendosi sugli stili di vita e sulla moda. E puntualmente, col trascorrere dei decenni, certe tendenze ritornano, proprio come la moda anni ’70.

Ebbene ritornano i mitici pantaloni e jeans a zampa d’elefante, così come le scarpe con la zeppa, le fascette sulla fronte, i capelli lunghi con la riga in mezzo.

Gli anni ’70 sono figli della rivoluzione giovanile esplosa negli anni ’60 attraverso la cultura “hippie”: un’autentica controcultura che abbraccia la rivoluzione sessuale e l’uso di stupefacenti, al fine di ampliare lo stato di coscienza. L’ideale di pace e libertà è ben espresso nello slogan contro la guerra in Vietnam: “Fate l’amore, non la guerra”. I “figli dei fiori” con il loro “Flower Power” diffondono la rivoluzione non solo sulle idee e sulla cultura: esprimono il trionfo dell’amore e della sperimentazione attraverso una moda, che oggi torna ad imporsi con determinazione, così come attraverso la musica e l’arte in generale.

Queste idee e tendenze si diffondono negli anni ’70 anche attraverso le icone cinematografiche come Tony Manero (John Travolta), adolescente italo-americano protagonista di una tra le pellicole cult più famose La febbre del sabato sera – Saturday Night Fever (1977), di John Badham, che porta sullo schermo dinamiche e problematiche culturali di quegli anni: dal razzismo alla droga, dall’emigrazione alla violenza sessuale. E la moda urla identità, attraverso l’uso di camicie attillate e pantaloni a zampa perfettamente abbinati, giacche di pelle e capelli un po’ più corti e meno cotonati, adatti a scatenarsi sulle piste da ballo, negli anni in cui imperversa la disco music.

Il contesto storico degli anni ’70

Gli anni del boom economico, della conquistata agiatezza e del benessere diffuso negli anni ’50, conoscono un progressivo declino nel decennio successivo, fino ad esaurirsi del tutto all’inizio ormai degli anni ’70.

Un decennio complicato, in cui l’ombra della guerra fredda (1947-1991) incombe sulla politica mondiale e sul commercio. Il tutto è acuito dalla guerra del Vietnam (1955-1975), che innesca un senso di opposizione e ribellione, soprattutto nel cuore dei giovani, espresso nelle nuove tendenze ideologiche e stilistiche.

Per la moda, gli anni ’70 costituiscono un decennio in continuo fervore, nel corso del quale si spazia in varie e variegate direzioni: dal glamour, all’hippie, al punk, al fenomeno della disco music, fino a tornare verso la fine del decennio ad uno stile più classico e androgino. Con gli anni ’70 nasce la concezione di gusto personale e libera scelta estetica, con i giovani che tendono a mescolare vari stili e culture in maniera fantasiosa.

Alla moda di questo controverso decennio vengono spesso collegate anche le diverse idee politiche. Elio Fiorucci capta la moda controcorrente e crea a Milano un grande emporio-bazar, inventando un marchio atto ad attirare l’attenzione dei giovani. A lui si deve l’introduzione del tessuto elasticizzato, che consente la produzione di tute aderenti adatte alla disco music.

L’esplosione della maglieria, tipica del decennio, deve la sua diffusione alla stilista francese Sonia Rykiel. Le innovazioni più rivoluzionarie del decennio si annoverano senza dubbio quella nel vestiario femminile, grazie all’intuizione di Yves Saint Laurent, che applica alla donna diversi capi tradizionalmente maschili.

Moda anni ’70: abbigliamento e accessori

Abbigliamento e accessori femminili

Negli anni ’70 il “mini”, tipico degli anni ’60, cede il posto a lunghezza ed ampiezza, rinvenute in gonne ed abiti, e gettonatissimo è il plissé. In contrapposizione ai già citati pantaloni a zampa d’elefante, emergono anche shorts minuscoli. Molto adoperate anche le gonne a pantalone. Spopolano la maglieria e il crochet, spaziando da maglioni a gilet, agli abiti e ai cardigan. Per la disco music, il lamé decora top, gonne e tute, conferendo un look luminoso. Le borse acquistano maggiore funzionalità, diventando più ampie e spesso a tracolla. Per le scarpe, le più diffuse sono senza dubbio le zeppe e gli stivali. Gli occhiali assumono forme squadrate ed enormi, mentre per la bigiotteria si spazia da collane, orecchini e piume, in materiali semplici ma vistosi.

Abbigliamento e accessori maschili

Due correnti contrapposte delineano la moda maschile anni ’70. Da un lato lo stile della “contestazione”, dall’altro uno stile più serio che recupera elementi dagli anni ’30-’40, con pantaloni a vita alta e gamba larga. Diffuse sono le giacche in stile marinaresco, come il montgomery, e i giubbotti di pelle o camoscio. Le camicie abbandonano gradualmente le lunghe punte. Tra le più affascinanti rivoluzioni, c’è l’introduzione della moda unisex. Lo stile androgino consente alle donne di indossare capi prima di taglio esclusivamente maschile: jeans, pullover, salopette. Anche i capelli, sulla scia dello stile hippie, divengono lunghi sia per le donne che per gli uomini.

La “contromoda”: hippie, glam-rock e punk

La moda anni ’70 non promuove uno stile univoco, ma abbraccia varie culture. Nasce la cosiddetta “contromoda”, espressa attraverso diversi movimenti. Il più noto è quello hippie, che cerca di replicare lo spirito e lo stile di vita delle culture orientali e nomadi. Le tuniche vengono indossate indistintamente da uomini e donne, attingendo anche alla cultura degli Indiani d’America con abiti in pelle e frange. Al movimento “Peace & Love” rimanda il celebre musical rock Hair (1967).

Sulla scia della contromoda hippie si pone quella “glam-rock”, il cui simbolo indiscusso è David Bowie. Tale moda rifiuta la diversificazione dei sessi e sua peculiare caratteristica è l’eccesso: smodato l’uso di lustrini, lurex, lycra e colori accesi. Verso la fine degli anni ’70 un nuovo movimento di contromoda rompe le regole: il “punk”. Questo è il manifesto della gioventù britannica contro i pregiudizi e il disagio sociale. Gli outfit si caratterizzano per le alte “creste” colorate e per il riutilizzo di materiali come gomma e plastica, con simboli forti atti a oltraggiare il pudore.

Un universo dunque estremamente variegato e controverso quello degli anni ’70. Quella stessa moda che oggi torna con convinzione ad imporsi nei guardaroba, affiancando altri e diversi stili.

Fonte immagine: Pixabay

L’articolo è stato aggiornato in data 22 agosto 2025.

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