Il make-up è un linguaggio che attraversa i secoli, un potente strumento di espressione personale e culturale. Oggi considerato una vera e propria forma d’arte, il suo percorso ha radici profonde, nate come concetto culturale in una delle civiltà più antiche e affascinanti: quella egizia.
Indice dei contenuti
- L’utilizzo del make-up nel mondo antico: Egitto, Grecia e Roma
- Dal medioevo al rinascimento: tra peccato e ostentazione
- L’epoca vittoriana e la morale del “trucco naturale”
- Evoluzione del make-up nelle epoche: una tabella comparativa
- Il make-up nel mondo contemporaneo: dalla rivoluzione del ‘900 a oggi
L’utilizzo del make-up nel mondo antico: Egitto, Grecia e Roma
Nella società egizia, il trucco era un elemento intriso di significato religioso e protettivo, usato da uomini e donne di ogni ceto sociale. Si riteneva che la bellezza ottenuta attraverso il make-up potesse compiacere gli dèi e offrire protezione dal male e dalle malattie. I cosmetici erano preparati dai sacerdoti con miscugli di polvere minerale, come la malachite (di colore verde), e fuliggine. L’iconico trucco nero per gli occhi, che conferiva una forma allungata e magnetica, era il Kohl (o Kajal), una pasta scura ottenuta dalla polverizzazione della galena, un solfuro di piombo. Recenti studi, come quelli pubblicati dal CNRS francese, suggeriscono che le piccole dosi di sali di piombo presenti nel kohl potessero avere anche un effetto antibatterico, proteggendo gli occhi dalle infezioni fluviali. La regina Cleopatra ne è l’esempio più celebre.
Nel mondo greco e romano, l’accezione del make-up si sposta decisamente verso la bellezza e la cura estetica. Le donne greche puntavano a un incarnato pallido, simbolo di ozio e nobiltà, ottenuto con lo psimuthion, ovvero la biacca, un composto a base di carbonato di piombo. Questa sostanza, sebbene efficace, era estremamente nociva e un suo uso prolungato poteva causare gravi danni alla salute, fino alla morte. Per le guance si usavano estratti di more o fichi, mentre per le labbra si ricavava una tinta rossa dalla radice dell’anchusa tinctoria. A Roma, la cosmesi divenne un’arte sofisticata, descritta persino da poeti come Ovidio nei suoi *Medicamina faciei femineae*. Le matrone romane usavano anche polvere di cinabro (solfuro di mercurio), un altro pigmento rosso altamente tossico, per colorare le labbra.
Dal medioevo al rinascimento: tra peccato e ostentazione
La storia del make-up subisce una forte battuta d’arresto durante il Medioevo a causa dell’influenza della Chiesa Cattolica. I rituali di bellezza erano visti come vanitosi e persino peccaminosi, pertanto l’uso del trucco fu fortemente limitato. Le donne aristocratiche, però, non vi rinunciarono del tutto, continuando a perseguire il canone di una pelle chiarissima, simbolo di nobiltà in contrasto con quella abbronzata dei contadini. Per ottenere un lieve rossore sulle guance si usava lo zafferano, mentre per le labbra si impiegavano le radici di noce.
Con il Rinascimento, il make-up torna protagonista in modo audace ed esagerato, sia per le donne che per gli uomini. La pelle bianca rimane un imperativo, raggiunto ancora con la pericolosa biacca. La regina Elisabetta I d’Inghilterra divenne l’icona di questo stile, con il suo volto imbiancato a maschera, labbra rosse e vene del décolleté accentuate con lapislazzuli. L’uso massiccio di cosmetici a base di piombo e mercurio causò gravi problemi di salute, avvelenando lentamente chi li indossava.
L’epoca vittoriana e la morale del “trucco naturale”
Nell’epoca vittoriana, l’eccesso viene nuovamente bandito in favore di un ideale di bellezza “naturale” e modesta. Un trucco pesante e vistoso era considerato volgare, una pratica associata a prostitute o attrici. Le donne della buona società puntavano a un aspetto sano e delicato, ottenuto con mezzi più discreti: si pizzicavano le guance per farle arrossare, si mordevano le labbra per colorarle e usavano polveri di riso o ossido di zinco, meno dannosi della biacca, per opacizzare la pelle.
Evoluzione del make-up nelle epoche: una tabella comparativa
| Periodo storico | Stile, canoni e materiali |
|---|---|
| Antico Egitto | Stile: occhi allungati e scuri, pelle ambrata. Ingredienti: kohl (galena/piombo), malachite, ocra rossa con rischi legati alla tossicità del piombo. |
| Grecia e Roma | Stile: pelle candida, guance e labbra colorate. Ingredienti: biacca (piombo) e cinabro (mercurio), entrambi altamente tossici e letali. |
| Rinascimento | Stile: incarnato bianco “a maschera”, labbra rosso vivo. Ingredienti: uso massiccio di biacca e solfuro di mercurio, causa di avvelenamento cronico. |
| Epoca vittoriana | Stile: aspetto “naturale”, pelle opaca e colorito sano. Ingredienti: polvere di riso, ossido di zinco e rimedi naturali come il succo di barbabietola. |
| XX secolo | Stile: look molto variabile per decadi (mascara, rossetto rosso, smokey eyes). Ingredienti: nascita della cosmetica industriale sicura (fondotinta, rossetti in stick). |
Il make-up nel mondo contemporaneo: dalla rivoluzione del ‘900 a oggi
Il XX secolo rivoluziona completamente la storia del make-up, democratizzandolo e legandolo alla cultura di massa. Si abbandona finalmente l’uso della biacca in favore di cosmetici più sicuri, come i fondotinta colorati, resi popolari da pionieri come Max Factor e l’influenza del cinema di Hollywood. Ogni decade sviluppa il suo stile iconico: dalle labbra a cuore delle flapper negli anni ’20, all’eyeliner “da gatta” degli anni ’50, fino ai colori audaci degli anni ’80. Il trucco diventa anche uno strumento di affermazione sociale.
Oggi, la cosmesi è più dinamica che mai e risponde ai bisogni di una società complessa. L’industria si muove verso una maggiore inclusività, con brand che offrono decine di tonalità di fondotinta per ogni carnagione. C’è una crescente attenzione alla sostenibilità e alla salute, con la diffusione di prodotti legati alla clean beauty e al trucco minerale, composti da elementi naturali. La certificazione cruelty-free è diventata un fattore determinante per molti consumatori. I social media hanno trasformato il make-up in un fenomeno virale, creando nuove tendenze e dando vita alla figura del beauty influencer, capace di guidare il mercato globale. Il trucco non è più solo per donne: è uno strumento di espressione senza genere, abbracciato da tutti.
Articolo aggiornato il: 07/10/2025

