Il capibara (Hydrochoerus hydrochaeris) è il roditore vivente più grande del mondo, noto per la sua corporatura massiccia e l’indole sorprendentemente pacifica. Questo animale, divenuto una celebrità del web negli ultimi anni, nasconde caratteristiche biologiche uniche che vanno ben oltre il suo aspetto simpatico. Di seguito analizziamo 5 (+1) curiosità sul capibara, approfondendo habitat, dieta e normative legali.
Indice dei contenuti
| Dato identificativo | Dettaglio specifico |
|---|---|
| Nome scientifico | Hydrochoerus hydrochaeris |
| Peso massimo | Fino a 70-91 kg (femmine più grandi) |
| Velocità in acqua | Fino a 35 km/h (in fuga) |
| Stato di conservazione | Rischio minimo (fonte: IUCN Red List) |
| Longevità media | 8-10 anni in natura, 12 in cattività |
Capibara: caratteristiche fisiche e dentatura
Il capibara si distingue per essere il roditore più grande del mondo, con un peso che può raggiungere i 70 chili e una lunghezza superiore al metro. Appartiene alla famiglia dei caviidi, lo stesso gruppo tassonomico che include le cavie domestiche e il marà, pur essendo lontanamente imparentato anche con la nutria. Una caratteristica fondamentale, spesso ignorata, riguarda la dentatura: i loro denti incisivi crescono continuamente per tutta la vita, obbligandoli a rosicchiare costantemente piante e cortecce per limarli. Questa specie è diffusa in gran parte dell’America Latina e assume nomi differenti in base alla geografia: capivara in Brasile, chigüire in Venezuela, carpincho in Argentina e ronsoco in Perù.
Dove vive il capibara: habitat e nuoto
L’habitat naturale del capibara comprende le zone umide di quasi tutti i paesi del Sud America, ad eccezione del Cile, dove le barriere geografiche ne hanno impedito la diffusione. Essendo animali semiacquatici, la loro sopravvivenza dipende strettamente dalla presenza di specchi d’acqua come laghi, stagni, paludi e fiumi tropicali. Il capibara è un ottimo nuotatore grazie alle zampe parzialmente palmate, un adattamento evolutivo che gli consente di muoversi agilmente nel fango e nell’acqua. Riesce a rimanere in apnea fino a cinque minuti: questa abilità è la sua principale difesa contro predatori naturali come giaguari, anaconde e caimani.
Cosa mangia il capibara: dieta e digestione
L’alimentazione del capibara è strettamente erbivora e si basa sul consumo di erbe palustri, piante acquatiche, frutta e cortecce. La loro dieta cambia in base alla stagionalità: durante la stagione delle piogge selezionano con cura erbe fresche, mentre nei periodi di siccità si adattano a vegetali più fibrosi e secchi. Un aspetto biologico fondamentale del capibara è la coprofagia: questi animali ingeriscono le proprie feci (ciecotrofi) ricche di proteine prodotte dalla fermentazione batterica. Questo processo è indispensabile per assimilare la vitamina B e digerire correttamente la cellulosa, che altrimenti verrebbe espulsa senza essere assorbita.
Il capibara e i social media: il fenomeno virale
La popolarità globale del capibara è esplosa nel 2021, amplificata dalla sua apparizione nel film Disney Encanto, dove il personaggio di Chispi ha catturato l’attenzione del pubblico. La sua fama sui social network deriva dalla sua estrema socievolezza: in natura è spesso fotografato mentre altri animali (uccelli, scimmie e persino tartarughe) si riposano sul suo dorso. La sua aria distaccata e imperturbabile, unita a un’indole docile che gli permette di convivere pacificamente con diverse specie, lo ha reso un’icona per la generazione Z e i millennials, simbolo di calma assoluta in un mondo caotico.
Il capibara in Italia: divieti e legge
In Italia è illegale detenere un capibara come animale domestico per i privati cittadini. La normativa di riferimento è il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996, che inserisce i grandi roditori nella lista degli animali pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica. Sebbene negli Stati Uniti (in stati come Texas e Tennessee) sia possibile acquistarne uno per circa 8000 dollari, nel nostro Paese la detenzione è riservata esclusivamente a strutture autorizzate come parchi faunistici e zoo. Chi desidera osservarli da vicino deve quindi rivolgersi a bioparchi certificati e non al mercato dei pet.
Il capibara in tavola: storia e tradizioni
Il consumo di carne di capibara è una pratica diffusa tra le popolazioni rurali del Sudamerica, in particolare lungo il bacino del fiume Paraná. La sua carne è apprezzata per il sapore delicato, spesso descritto come simile a quella di maiale ma con note di pesce dovute alla dieta acquatica. Una curiosità storica poco nota riguarda una concessione papale del XVIII secolo: i missionari in Venezuela chiesero al Vaticano di classificare il capibara come “pesce” a causa del suo habitat acquatico e delle zampe palmate. La Chiesa acconsentì, permettendo così agli indigeni convertiti di mangiarne la carne durante i venerdì di Quaresima, tradizione che in alcune aree persiste ancora oggi.
Conclusione: un gigante gentile da preservare
Il capibara rimane una delle creature più affascinanti del regno animale, capace di adattarsi ad ambienti difficili mantenendo un’indole pacifica. Rispettare il suo ruolo nell’ecosistema e comprendere che non si tratta di un animale domestico è essenziale per la sua tutela. Per approfondimenti normativi sulla detenzione di animali esotici in Italia, è possibile consultare il sito ufficiale del Ministero della Salute.
Articolo aggiornato il: 19/11/2025
Fonte immagine in evidenza: Freepik

