La peste nera fu una devastante epidemia, considerata una delle pandemie più catastrofiche della storia umana. Originatasi in Asia Centrale, raggiunse l’Europa tra il 1347 e il 1352, causando conseguenze demografiche, economiche e sociali profonde e durature. Si stima che abbia ucciso almeno un terzo della popolazione del continente, con un bilancio di circa 20 milioni di vittime. L’impatto fu tale da modificare permanentemente la struttura della società del tempo.
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Origine e diffusione della pandemia
Il focolaio della peste del XIV secolo è stato individuato nelle steppe dell’Asia centrale, dove il batterio responsabile era endemico tra i roditori. La sua diffusione fu favorita dalla stabilità dell’Impero Mongolo, che intensificò i traffici commerciali lungo la Via della Seta. L’epidemia fu trasportata da guerrieri e commercianti mongoli, raggiungendo prima la Cina e la Siria, e poi la Turchia. L’evento chiave per il suo arrivo in Europa fu l’assedio della colonia genovese di Caffa (oggi Feodosia), in Crimea, nel 1346. Secondo le cronache, l’esercito tartaro catapultò cadaveri infetti all’interno delle mura, in un primo esempio di guerra batteriologica. Le navi genovesi che fuggirono dal porto portarono inconsapevolmente il contagio in Europa, sbarcando in Sicilia nell’autunno del 1347 e diffondendolo rapidamente nei principali porti del Mediterraneo.
Cause scientifiche e teorie del tempo
Oggi sappiamo che a causare la peste nera fu il batterio Yersinia pestis, ospitato e trasmesso principalmente dalle pulci dei roditori, in particolare dei ratti neri. Le condizioni di scarsa igiene, l’assenza di norme sanitarie e la malnutrizione diffusa in una popolazione europea provata da recenti carestie crearono un terreno fertile per la rapida propagazione della malattia. Nel XIV secolo, tuttavia, le cause erano sconosciute e furono elaborate diverse teorie, come riassunto nella tabella sottostante.
Cause percepite nel XIV secolo | Cause scientifiche accertate |
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Aria contaminata (teoria miasmatica): effluvi tossici da materia in decomposizione. | Batterio Yersinia pestis. |
Eventi celesti: congiunzioni astrali sfavorevoli, comete o eclissi. | Trasmissione tramite le pulci dei roditori (ratti) infetti. |
Eventi geologici: eruzioni vulcaniche o terremoti che liberavano gas velenosi. | Contagio interumano diretto nella forma polmonare (aerosol). |
Punizione divina: la causa su cui quasi tutti concordavano, un castigo di Dio per i peccati dell’umanità. | Fattori aggravanti: scarsa igiene, sovraffollamento urbano, malnutrizione. |
Sintomi e forme della malattia
La malattia, letale in un’altissima percentuale di casi, si manifestava con febbre, dolori articolari, nausea e vomito. Deve il suo nome, “nera”, alla comparsa di macchie scure sulla pelle (petecchie) causate da emorragie sottocutanee. Si presentava principalmente in tre forme:
- Bubbonica: la più comune, caratterizzata da bubboni (linfonodi ingrossati e dolenti) all’inguine, alle ascelle o sul collo. Non si trasmetteva direttamente da persona a persona.
- Polmonare: una complicazione della forma bubbonica o contratta per via aerea, che colpiva i polmoni. Era estremamente contagiosa e quasi sempre mortale.
- Setticemica: si verificava quando l’infezione si diffondeva direttamente nel sangue, portando a febbre alta, shock e necrosi dei tessuti, che diventavano neri.
Le conseguenze sulla società medievale
L’enorme calo demografico innescò una serie di mutamenti a lungo termine. Sul piano economico e sociale, la drastica riduzione della manodopera portò a effetti inaspettati: gli affitti dei terreni crollarono e i salari nelle città aumentarono considerevolmente. Per una parte della popolazione superstite, si aprirono possibilità di un miglioramento delle condizioni di vita prima irraggiungibili, con accesso a terreni agricoli e lavori meglio remunerati. Questo aumento del costo del lavoro stimolò anche diverse innovazioni tecnologiche per aumentare la produttività, come la stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg, e favorì lo sviluppo di scienze come quelle bancarie. Sul piano sociale, la pandemia scatenò il panico e la disgregazione dei legami comunitari, ma anche violente reazioni come la persecuzione degli ebrei, ingiustamente accusati di diffondere il contagio.
La risposta della società e della medicina
Di fronte a un nemico invisibile e incomprensibile, la risposta delle autorità fu incerta ma gettò le basi per la sanità pubblica moderna. Furono istituite le prime quarantene, limitando il transito di merci e persone nel tentativo di isolare il contagio. I medici dell’epoca, non essendo a conoscenza della natura batterica della malattia, si affidavano alle teorie mediche dell’antichità, come quelle di Ippocrate e Galeno, che attribuivano la causa all’aria corrotta. I consigli per prevenire la peste includevano raccomandazioni pratiche come rifugiarsi in campagna, mantenere una buona igiene personale lavandosi con aceto e acque di rose, e consumare cibi sani. Per un’analisi scientifica del batterio, è possibile consultare le risorse dell’Istituto Superiore di Sanità, che fornisce informazioni dettagliate su Yersinia pestis. A livello enciclopedico, l’enciclopedia Treccani offre un approfondimento completo sulla storia della malattia.
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Articolo aggiornato il: 18/09/2025