Una rosa storica: i 23 calciatori più iconici della SSC Napoli

Una rosa storica: i 23 calciatori più iconici della SSC Napoli

Per celebrare la cavalcata leggendaria degli azzurri nella stagione 2022-23, cosa c’è di meglio di una carrellata di curiosità, aneddoti e statistiche riguardanti i calciatori più iconici che hanno indossato la meravigliosa maglia della SSC Napoli?

Dopo 33 anni, passati tra addii dolorosi, martirii sportivi, vicende tormentate e fragili illusioni, finalmente il tricolore è tornato sulla maglia azzurra. Impresso a fuoco da una stagione straordinaria, dominata da una squadra brillante, spensierata e piena di talento. Una squadra, quella guidata da mister Spalletti, che ha cannibalizzato il campionato italiano, spinta dall’entusiasmo giovanile di chi non ha niente da perdere ed è animato solo dalla fame di affermarsi. Gli azzurri si sono resi protagonisti di un vero e proprio miracolo sportivo, un atto di resistenza titanica contro un calcio sempre più delle grandi, degli sceicchi e del fatturato. Un calcio decentrato al Nord, che per un anno ha visto divenire il Sud il centro dell’attenzione. La culla di una squadra bellissima, che gioca un calcio mediterraneo, focoso come il Vesuvio, incantevole come il Golfo e finalmente riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. 

 

Una rosa storica: i 23 calciatori più iconici della SSC Napoli 

1. Dino Zoff, 1967-72

Nell’Italia del boom economico, in un calcio d’altri tempi, fatto di campi sterrati pieni di buche, di portieri ancora senza guanti, in cui era concessa un sola sostituzione e la presenza dei giocatori stranieri in rosa era limitata, il Napoli si aggiudicò per la modica cifra di 120 milioni di lire, quello che sarebbe passato alla storia come uno dei migliori portieri italiani di sempre. Dino Zoff giunse al Napoli, allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno di mercato dopo un lunghissimo intrigo di mercato, portato avanti dall’allora allenatore Bruno Pesaola e dal giornalista Alberto Giovannini, il quale durante la trattativa si finse il presidente Achille Lauro. Zoff ha lasciato un segno indelebile all’ombra del Vesuvio, dotato di una professionalità esemplare, di un carattere schivo ed educato. Detentore di due record di imbattibilità incredibili, è stato l’unico portiere azzurro a non subire gol nelle prime sei giornate e inoltre quello ad aver subito meno gol in una singola stagione, solo diciotto in trenta partite.

2. Ciro Ferrara, 1982-94

Due, come il numero che Ciro indossava durante l’indimenticabile finale di ritorno di Coppa Uefa contro lo Stoccarda, mentre col destro scaraventava in porta un assist magnifico del solito Maradona. La carriera del difensore napoletano iniziata nelle giovanili azzurre gli regalò una serie di soddisfazioni uniche. Dai titoli giovanili, all’esordio in prima squadra contro la Juve, passando per le vittorie dei primi storici scudetti e della suddetta Coppa Uefa, fino alla nomina di capitano. Purtroppo le vicende societarie azzurre pesarono molto sul proseguo della sua carriera, e lo videro accasarsi per forza di cose proprio all’acerrima rivale della Juve. Una macchia che per molti anni ha inficiato il rapporto tra Ciro e la sua Napoli. Col tempo però, l’amore dell’ex capitano azzurro per la sua città e la squadra ha portato molti tifosi napoletani a perdonare questo sgarro, rivedendo in Ferrara il simbolo di un Napoli passionale, bello e vincente.

3. Tutta la rosa del Napoli 2022-23 

Ricominciamo da 3, da un gruppo di ragazzi giovani e affamati. Da Kvicha Kvaratskhelia, un giocatore d’altri tempi. Da Victor Osimhen, protagonista di una storia da film. Da Piotr Zielinski, il polacco glaciale, che sotto la pioggia incessante dello Juventus Stadium si lascia andare sfinito, colmo di gioia  sul terreno, pochi istanti dopo la rete scudetto di Raspadori. Un gruppo di ragazzi che dopo una sofferenza lunghissima ci ha regalo quell’urlo.
Quell’urlo che per anni è rimasto strozzato in gola, quella fantasia che è stata relegata a lungo solo ai ricordi, quella gioia sportiva che per oltre un trentennio era stata riservata alle altre compagini, e che finalmente quest’anno tocca le sponde della città partenopea. Finalmente dopo trentatré anni la tifoseria azzurra può urlare in coro: 

Napoli, per la terza volta, sei campione d’Italia!

4.Ruud Krol, 1980-84

Un difensore sublime che giunge al Napoli dopo aver vinto tutto col magnifico Ajax del calcio totale. Una tecnica eccelsa e  un carisma eccezionale, che gli valsero la fascia di capitano e l’amore incondizionato dei tifosi, che ancora oggi rimangono estasiati al pensiero delle sue gesta calcistiche. Un’amore breve, ma intenso, che ha legato il gigante olandese per sempre alla città partenopea. 

5. Giuseppe Bruscolotti, 1972-88 

Palo ‘e fierro“, è stato una vera e propria colonna portante della storia del Napoli. 16 stagioni con gli azzurri, 5 da capitano, tra i maggiori artefici della vittoria degli scudetti e a lungo recordman di presenze. Bruscolotti fu un marcatore eccezionale, rognoso, cattivo, ma sempre corretto. Un baluardo difensivo a lungo insuperabile!

6. Alemao, 1988-92

Uno dei precursori della figura del “tuttocampista“, Alemao fu uno di quei giocatori che contribuì maggiormente ai successi della squadra azzurra sul finire degli anni ’80. Un vero e proprio tornado a centrocampo, tutto muscoli e cervello, ma dotato di sprazzi di altissima tecnica.

7. Edinson Cavani, 2010-13

Arrivato a Napoli da semi-sconosciuto, il “Matador” si è trasformato nelle tre stagioni in maglia azzurra in una vera e propria macchina da gol. Simbolo di un Napoli arrembante, pieno di “garra”, di tecnica e mai domo. Edinson inoltre, detiene la media realizzativa più alta di tutta la storia azzurra. Un centravanti dalle doti atletiche straordinarie, dai colpi strabilianti e dal cuore gentile. 

8. Antonio Juliano 1956-78

Prodotto delle giovanili azzurre, Juliano detiene il record di stagioni trascorse con la casacca azzurra del “ciuccio“. Ben 17 campionati trascorsi con il numero 8 sulle spalle, al centro del progetto e del centrocampo partenopeo. Un regista moderno, che con la sua tecnica e la sua immensa intelligenza calcistica ha dettato per anni i tempi di gioco della squadra azzurra. Tra i più giovani di sempre ad indossare la fascia di capitano, pur non riuscendo a vincere il campionato( due volte secondo), riuscì ad alzare al cielo due Coppe Italia e una Coppa delle Alpi.

9. Antonio Careca 1987-93

A Napoli il numero nove ha un padrone ben preciso e il suo nome corrisponde a quello di Antonio Careca, centravanti carioca dalla tecnica speciale. Incarnava già sul finire degli anni ’80 la figura  del centravanti moderno, ambidestro, abile nel dribbling, nel colpo di testa e implacabile in aria di rigore. Senza dubbio uno dei migliori attaccanti della sua generazione

10. Diego Armando Maradona, 1984-91

Diego aveva la rivoluzione nel sangue, un numero “10” dentro e fuori dal campo. Un talento baciato da Dio, dotato di un carisma unico, in un calcio ancora “politico”, l’argentino si fece portavoce di una vera e propria rivincita popolare. Un moderno masaniello, un Robin Hood sudamericano, che rubò lo scettro del calcio dalle mani dei potenti per regalarlo a una città fino ad allora da sempre derubata e maltrattata. Le pagine di storia e di calcio scritte da Diego rimarranno per sempre. Un ragazzo che semplicemente amava giocare a “pallone”, ma che fu capace dentro e fuori dal campo di cose che nessuno era mai stato capace di fare. Grazie D10S.

11.  Omar Sivori, 1965-68

Un altro argentino, un altro “Zurdo”(mancino) fatato, che preannunciò di qualche anno l’arrivo di Diego, anche nel soprannome, “Il pibe de oro“. Un talento anarchico che rifuggiva da qualsiasi logica, qualsiasi tattica o copione predefinito. Che esplodeva a fiammate e si muoveva elegante per il campo a ritmo di tango, tra tunnel, assist, gol e giocate sensazionali da far ribollire il sangue nelle vene. 

12. Claudio Garella, 1985-88

Capello lungo, collanone d’oro e pantaloncini attillati, Claudio era un calciatore iconico già a partire dal suo stile un po’ naïf. Definito da Andrea Agnelli come il “miglior portiere al mondo, senza mani però”, Garellik, col suo modo di parare sgraziato e poco ortodosso fu una vera e propria saracinesca a difesa della porta azzurra, subendo, nell’anno del primo scudetto, solo venti reti .

13.Paulo Innocenti, 1926-37

Il primo capitano della storia azzurra. Ingaggiato dalla nascente società partenopea, grazie alla quale sfuggì alla leva militare obbligatoria, trascorse la maggior parte della sua carriera calcistica all’ombra del Vesuvio. Il “pippone” soprannominato così per il suo naso pronunciato, guidò il Napoli durante i suoi primi campionati, ottenendo un sensazionale terzo posto. 

14.Dries “Ciro” Mertens 2013-22 

Era il 24 Giugno 2013 quando il Napoli ufficializza l’acquisto di una giovane ala belga di belle speranze. Rapido e brevilineo, fin da subito Dries ha mostrato sprazzi di talento geniale, come quello del suo primo gol in maglia azzurra, realizzato il 30 Ottobre, guarda caso il giorno del compleanno di Diego. Corsi e ricorsi storici, che hanno reso lo scugnizzo belga probabilmente uno dei calciatori più iconici della storia moderna della SSC Napoli. Ciro ha incarnato perfettamente negli ultimi anni lo spirito della squadra e della città partenopea, divenendo in pochissimo tempo il beniamino della tifoseria, e il miglior marcatore della storia azzurra sia in campionato che nelle competizioni europee, siglando ben 142 reti!

15.Lorenzo Insigne, 2004-22

Il talento di Frattamaggiore è stato indubbiamente uno dei protagonisti della storia recente azzurra. Spesso frainteso dalla tifoseria, e  a volte ingiustamente maltrattato a causa del suo carattere ombroso e introverso. Lorenzo ha dimostrato però durante tutta la sua carriera azzurra un attaccamento alla maglia fuori dal comune, una personalità non indifferente e un talento cristallino. Ingaggiato giovanissimo dalla società azzurra, Insigne è diventato il simbolo di migliaia di ragazzi napoletani, che attraverso le sue gesta hanno potuto realizzare il sogno di  passare dai campetti di periferia ai grandi palcoscenici internazionali, il tutto indossando persino la fascia di capitano. 

16.Hasse Jeppson 1952-56

“É caruto ‘o Banco e’ Napule” questa era l’espressione che riecheggiava sulle tribune azzurre ogni qual volta l’attaccante svedese cadeva. Acquistato dall’Atalanta dopo una stagione sensazionale in cui segnò 22 reti, il trasferimento di Jeppson passò alla storia per la sua cifra record, 150 milioni di lire, quasi la quantità di denaro presente nell’istituto di credito campano.

17.Marek Hamsik 2007-19

Si sa, prima di lui il diciassette a Napoli portava sfortuna, ora invece è il numero di “Marekiaro“. Chi lo avrebbe detto mai che uno slovacco dalla cresta arrogante sarebbe potuto entrare talmente nel cuore di una città da cambiarne addirittura tradizioni che sono radicate nei secoli  del suo folklore. Un ragazzo umanamente e calcisticamente splendido. Il primo a superare il record di gol di Maradona e detentore del record di presenze in maglia azzurra, Marek rimarrà per sempre nei cuori di tutti i napoletani per i suoi inserimenti fulminei, la tecnica sopraffina e l’intelligenza bruciante. Il 17 a Napoli non porta più sfortuna, anzi!

18.Antonio Vojak  1929-35

Poco noto magari alle cronache mainstream, Antonio Vojak merita di sicuro un posto tra i calciatori più iconici della SSC Napoli. Nato a Pola, fu uno dei primi idoli della tifoseria partenopea, detentore per anni del record di marcature in una singola stagione(22).  Il bomber col basco, l’insolito copricapo da cui non si separava mai, è stato uno dei calciatori più iconici della storia della SSC Napoli con ben 102 reti siglate in campionato.

19.Kalidou Koulibaly 2014-2022

Impressa nella mente non può che esserci l’immagine del suo salto olimpico contro la Juve, un gol che avvicinò la squadra azzurra al titolo tricolore mai come prima nella sua recente storia. Una favola che non si è compiuta per motivi che probabilmente non furono legati solo al terreno di gioco. Nonostante ciò la storia d’amore tra il Napoli e il “comandante” rimane tra le più belle, talmente forte da legare in uno stretto gemellaggio persino la città partenopea e il Senegal di Kalidou. Aveva ragione Pino, Masaniello nero è davvero più bello!

20.Attila Sallustro 1926-1927

Attaccante leggendario che legò la sua carriera alla squadra azzurra agli albori della nascita del Napoli. Soprannominato “veltro” per sottolinearne la velocità fu anche un bomber implacabile, segnando più di cento gol con la compagine partenopea. Il primo vero divo della città di Napoli, amato alla follia dai tifosi, divenne anche il primo giocatore azzurro a esordire in nazionale.

21.Fabio Cannavaro 1988-92

Storia di una amore che poteva essere e non è stato, la sfortuna di Fabio fu quella di passare per le fila azzurre in un momento estremamente complicato a livello societario, quando a causa di ingenti debiti, dopo le prime straordinarie apparizioni fu ceduto per 13 miliardi di lire al Parma. Un rimpianto che emerge dagli occhi lucidi con cui Fabio ammirava lo stadio Maradona gremito nelle notti di Champions League, quando solcava il campo questa volta da commentatore però. Rimane però l’orgoglio di aver visto il difensore napoletano alzare al cielo da capitano la coppa del Mondiale e il Pallone d’oro.

22.Ezequiel Lavezzi 2007-12

Probabilmente il giocatore più estroso e imprevedibile della storia recente del Napoli, dotato di una fantasia fuori dal comune. Il pocho a Napoli fu un piccolo barrilete che sfrecciava per il campo e seminava il panico tra gli avversari con il suo dribbling fulmineo. L’argentino ha avuto il merito di riaccendere l’entusiasmo della piazza azzurra, ricordando i fasti di tempi andati. L’amore tra Lavezzi e il Napoli è qualcosa di inspiegabile, di quei legami che sono destinati a essere e a durare per sempre. 
Mammamia che gol quello col Milan!

23. Gli Eroi della doppia promozione 2004-07

La storia del Napoli si sa è fatta di grandissime gioie, ma anche di molte delusioni, prima tra tutte quella del fallimento e della retrocessione in serie C dei primi anni 2000. Una risalita straordinaria, che ha restituito al capoluogo campano una società solida e illustre, degna della città che rappresenta. La splendida storia che la società azzurra sta vivendo oggi è stata possibile grazie anche a giocatori come Emanuele Calaiò, Paolo Cannavaro, Montervino, il pampa Sosa e company, i quali si sono meritati ampiamente una menzione d’onore tra i calciatori più iconici della SSC Napoli.

Fonte Immagine di Copertina: Wikimedia Commons

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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