Vantaggi dei prestiti online: ecco perché sempre più persone li scelgono

I dati definitivi relativi al 2023 hanno mostrato che la richiesta di prestiti personali, sia finalizzati che non finalizzati, ha registrato una crescita rilevante. Infatti, secondo un rapporto realizzato da Segugio.it e Experian, nota banca dati creditizia, si è registrato un incremento del 10% rispetto al 2022 e del 27% rispetto al 2021. E il trend risulta in crescita anche per il 2024. Sempre Experian conferma questa tendenza con il suo “Rapporto sul Credito Italiano – Trends & Insights”, che indica una crescita del 18% circa per quanto riguarda i prestiti finalizzati e del 25% per i prestiti non finalizzati.

Una crescita del 40% circa si è registrata anche per quanto riguarda il comparto specifico dei prestiti online, ormai sempre più richiesti. Considerando la sempre maggiore preferenza verso l’utilizzo di conti correnti digitali e la richiesta di prestiti tramite canali digitali, cerchiamo di capire quali sono i vantaggi che spingono le persone a chiedere un prestito online anziché optare per il prestito tradizionale.

Cos’è un prestito online e come funziona?

Un prestito online è un particolare tipo di finanziamento caratterizzato dalla totale autonomia del richiedente, che può avviare la richiesta semplicemente collegandosi al sito web di una banca (o di una finanziaria). Il cliente quindi non si reca presso l’ufficio prestiti di una banca dopo aver chiesto un appuntamento, ma fa la richiesta autonomamente, quando gli torna più comodo e da un qualsiasi luogo da cui possa accedere ad internet, anche tramite smartphone.

La procedura di richiesta di un prestito online è totalmente digitalizzata ed è sostanzialmente identica per tutte le banche.

Vantaggi dei prestiti online: comodità, velocità e trasparenza

Per quale motivo le persone tendono sempre più di frequente a richiedere un prestito online piuttosto che uno tradizionale? I motivi sono diversi:

  • Comodità: non si deve chiedere un appuntamento, non c’è bisogno di recarsi fisicamente in banca, non si devono fare code e si può procedere nel momento che per noi risulta più opportuno, da casa o da qualsiasi luogo, anche tramite smartphone.
  • Velocità: la procedura di richiesta è rapida (circa 10-15 minuti, preparando in anticipo le scansioni dei documenti richiesti) e l’esito viene comunicato in tempi brevi (di solito entro 24-48 ore lavorative).
  • Trasparenza: i dati relativi alle spese, al TAN (Tasso Annuo Nominale) e soprattutto al TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) sono ben evidenziati, rendendo più facile il confronto tra le diverse offerte.
  • Rapidità di erogazione: se la richiesta viene approvata, l’importo viene accreditato sul conto corrente in pochi giorni ed è immediatamente utilizzabile.

Come richiedere un prestito online: la procedura passo passo

Ecco le fasi principali:

  1. Simulazione del prestito: utilizza i simulatori online per calcolare la rata mensile in base all’importo richiesto, alla durata del finanziamento e ai tassi di interesse.
  2. Inserimento dati: compila il modulo online con i tuoi dati anagrafici, di contatto e altre informazioni richieste (es. situazione lavorativa, reddito).
  3. Caricamento documenti: carica le scansioni dei documenti necessari (es. carta d’identità, codice fiscale, documento di reddito).
  4. Firma digitale: firma digitalmente il contratto per finalizzare la richiesta.
  5. Attesa esito e accredito: attendi la risposta della banca (di solito entro 24-48 ore lavorative) e, in caso di approvazione, riceverai l’importo sul tuo conto corrente.

Prestiti online vs prestiti tradizionali: le differenze

Riassumendo, ecco le principali differenze:

  • Modalità di richiesta: online vs. in filiale.
  • Tempi di richiesta ed erogazione: più rapidi online.
  • Comodità: maggiore online, grazie alla possibilità di gestire tutto da casa.
  • Trasparenza: generalmente maggiore online, grazie alla facilità di confronto delle offerte.

Prestiti online: la soluzione smart per i tuoi progetti

I prestiti online rappresentano una soluzione sempre più popolare per chi cerca un finanziamento in modo rapido, comodo e trasparente. Se stai pensando di richiedere un prestito, valuta attentamente le offerte online e confronta le diverse opzioni per trovare quella più adatta alle tue esigenze.

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Il dipartimento delle Finanze ha diffuso i dati sulla diffusione dei regimi agevolati scelti dalle persone fisiche nel corso del 2017, da cui si nota un forte incremento di aperture di regime forfettario al posto di quello ordinario. Il "popolo" delle partite Iva in Italia ha deciso: il regime forfettario è il sistema migliore per la gestione delle propria (piccola) attività. È questo il messaggio più chiaro che arriva dal puntuale aggiornamento realizzato dall’Osservatorio insediato presso il dipartimento delle Finanze, che ha diffuso un report con le informazioni definitive sulle decisioni assunte nel corso dello scorso anno. Le adesioni al regime forfettario I numeri parlano chiaro: più di 182 mila soggetti, su un totale di 512 mila nuove aperture in proprio sia a livello imprenditoriale che professionale registrate nel Paese, hanno optato per il sistema "forfettario", vale a dire più del 35 per cento del totale, a conferma di come il metodo abbia un appeal crescente. Per fare un paragone, nel 2016 questa tipologia rappresentava "solo" il 27 per cento delle nuove posizioni, con un dato quantitativo stimato in 165 mila soggetti. I requisiti L'analisi si sposta dal piano quantitativo a quello qualitativo quando prova a chiarire le motivazioni del successo di questo regime, individuate innanzitutto nelle imposte ridotte di cui beneficia chi è in possesso dei requisiti per beneficiare del sistema agevolato. Come spiega anche l'approfondimento del blog di Danea, tra i requisiti per il regime forfettario 2018, validi dunque anche per questo anno fiscale, c'è innanzitutto il vincolo dei ricavi e compensi, che a seconda della attività esercitata può andare da una soglia di 25 mila fino ai 50 mila euro. Vantaggi e semplificazione In termini pratici, poi, il grande vantaggio principale che funge da calamita per accedere al regime agevolato sono le imposte ridotte, ma non bisogna trascurare gli aspetti legati alla semplificazione degli adempimenti fiscali e burocratici: giusto come citazione veloce, si deve ricordare che i professionisti rientranti in minimi e forfettari non devono compilare gli studi di settore né inviare lo spesometro, né tanto meno sono soggetti allo split payment. Niente obbligo di fatturazione elettronica Proprio nelle ultime settimane, inoltre, durante l'evento Telefisco (organizzato dal Gruppo 24 Ore) è stato possibile appurare che i sistemi agevolati saranno esclusi anche dall’obbligo di fatturazione elettronica tra privati che prende il via nel 2019, anche se invece sono sottoposti regolarmente alle norme che regolano l’e-fattura verso le Pa (e, allo stesso modo, sono obbligati a ricevere il documento digitale in scambi tra privati in qualità di fornitori). Una flat tax Insomma, il sistema si poggia su leve che attraggono i soggetti con Partita Iva, al punto che nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore si è spinto a parlare di "flat tax sui redditi delle persone fisiche", descrivendo i risultati del regime forfettario e, soprattutto, mettendo in relazione il sistema con la sua caratteristica di base, ovvero la presenza di un’imposta sostitutiva del 15 per cento. Un appeal crescente Sempre nello stesso articolo, poi, si invita a non misurare l’appeal del regime forfettario soltanto con le nuove aperture, segnalando le distinzioni con il vecchio regime dei minimi (in quest'ultima tipologia la flat tax è ancora più bassa, fissata al 5 per cento, ma le adesioni sono terminate nel 2016): con il forfettario è infatti possibile anche il "cambio in corsa", ovvero il passaggio durante l'anno da un regime ordinario e semplificato, "in cui comunque si applica l’Irpef ad aliquota progressiva con tanto di addizionali locali, ma anche l’Irap (se c’è il requisito dell’autonoma organizzazione) e l’Iva".

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