L’Analog horror è un sottogenere dell’orrore che si basa sullo stratagemma del “found footage” (filmato ritrovato), costruendo la narrazione su videocassette, trasmissioni televisive pirata o dischi che svelano qualcosa che sarebbe dovuto restare nascosto. Caratterizzato da grafica a bassa fedeltà, messaggi criptici e un’estetica che ricorda le registrazioni analogiche degli anni ’70-’90, l’analog horror ha trovato terreno fertile su YouTube, dove creatori indipendenti hanno riportato in auge il genere.
Indice dei contenuti
Questo tipo di orrore può essere considerato un discendente delle leggende metropolitane online note come “creepypasta“, che spesso utilizzavano il tema dei media “infestati” o dei filmati maledetti.
Serie analog gorror | Tipologia di orrore |
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Local 58 | Orrore psicologico e cosmico, basato su messaggi subliminali e paura dell’ignoto. |
The Walten Files | Orrore tragico e disturbante, con elementi di body horror e fantasmi vendicativi. |
The Mandela Catalogue | Orrore psicologico e paranormale, basato sulla paranoia e sulla perdita di identità (doppelgänger). |
The Backrooms (Kane Pixels) | Orrore liminale e found footage, basato sul senso di smarrimento e sulla paura di essere braccati. |
1. Local 58: la rinascita del genere
Creata da Kris Straub a partire dal 2015, “Local 58” è la serie che ha definito l’estetica moderna dell’analog horror. La trama si basa sul dirottamento di una stazione televisiva locale, i cui normali programmi vengono interrotti da trasmissioni inquietanti che contengono messaggi nascosti, spesso relativi al guardare la luna. Più che sullo spavento improvviso (jumpscare), la serie si concentra sull’orrore psicologico, creando un senso di angoscia crescente.
2. The Walten Files: una sorridente tragedia
Creata da Martin Walls, The Walten Files si ispira vagamente a Five Nights At Freddy’s per narrare la tragica storia di un ristorante per bambini, il Bon’s Burgers. Attraverso finti video di formazione per dipendenti, la serie svela i macabri retroscena legati ai fondatori e alle mascotte animatroniche. Con un sound design da brividi e uno stile di animazione volutamente disturbante, la serie racconta una storia drammatica di sparizioni e sofferenza.
3. The Mandela Catalogue: l’orrore di se stessi
Creata da Alex Kister nel 2021, The Mandela Catalogue è una delle serie più terrificanti e popolari del genere. La storia è ambientata nella contea fittizia di Mandela, terrorizzata da entità note come “alternati” (alternates), creature paranormali che possono assumere le fattezze delle persone per sostituirle. Giocando sulla paranoia e sulla paura del doppelgänger, la serie utilizza elementi di satanismo e un sound design terrificante per creare un’esperienza genuinamente spaventosa.
4. The Backrooms di Kane Pixels: horror a pareti gialle
Nel gennaio 2022, il regista allora sedicenne Kane Parsons (noto come Kane Pixels) ha rivitalizzato la famosa creepypasta delle Backrooms con un cortometraggio found footage. Il video, che ha raggiunto decine di milioni di visualizzazioni, mostra un cameraman che cade attraverso il terreno e si ritrova in un labirinto infinito di stanze vuote dalla carta da parati gialla. Kane ha poi espanso la storia in una serie che segue l’immaginaria Async Foundation e i suoi tentativi di esplorare questa realtà alternativa, con conseguenze terrificanti. Utilizzando un mix di live-action e rendering 3D, ha creato un capolavoro di orrore liminale.
Altre informazioni e curiosità sull’analog horror
Cos’è esattamente l’analog horror?
L’analog horror è un sottogenere dell’horror basato su filmati ritrovati (found footage) che imitano l’estetica delle tecnologie analogiche del passato (VHS, vecchie trasmissioni TV). Utilizza grafica a bassa fedeltà, audio distorto e messaggi criptici per creare un’atmosfera di realismo inquietante, facendo credere allo spettatore di star guardando un documento autentico e proibito.
Perché l’analog horror fa così paura?
La sua efficacia risiede nel modo in cui sfrutta la paura dell’ignoto e la corruzione del familiare. Prende formati rassicuranti (come un cartone animato per bambini o un notiziario locale) e li distorce, inserendo elementi terrificanti. L’estetica a bassa fedeltà, inoltre, lascia molto all’immaginazione dello spettatore, che è spesso più spaventosa di qualsiasi mostro mostrato esplicitamente.
Qual è il primo analog horror?
Sebbene il concetto di found footage sia più vecchio, la serie che ha codificato e dato il nome al genere moderno su YouTube è considerata “Local 58” di Kris Straub. Il suo slogan, “ANALOG HORROR AT 476 MHz”, ha contribuito a definire l’etichetta per tutte le opere successive che ne hanno imitato lo stile e l’approccio.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 4/09/2025