Chi sono gli haters: come agiscono e come difendersi

Chi sono gli haters: come agiscono e come difendersi

Una delle minacce più diffuse del nuovo millennio sono i cosiddetti haters, odiatori seriali che, attraverso i social network, diffondono una dose massiccia di odio e malessere. Gli haters rappresentano un pericolo costante e molto serio, non solo per l’incolumità dei singoli individui, ma anche perché l’odio genera altro odio. Come evidenziato da recenti dati ISTAT, il fenomeno è ampiamente diffuso e percepito come un problema grave da una larga parte della popolazione.

Haters: la minaccia nascosta dietro uno schermo

Gli haters sono individui che esprimono odio, disprezzo e ostilità online, spesso protetti dall’apparente anonimato della rete. Si sentono liberi di riversare sugli altri le proprie frustrazioni attraverso cattiverie gratuite, offese, derisione e umiliazione. Il fenomeno è strettamente legato alla diffusione dei social network, che hanno creato un ambiente in cui l’interazione è immediata e spesso impulsiva. Ciò che dà loro potere è il senso di emulazione: i commenti d’odio vengono ripresi e amplificati, creando un circolo vizioso che si autoalimenta.

La psicologia dell’hater: perché tanto odio?

Dietro l’aggressività di un hater si nascondono spesso dinamiche psicologiche precise. L’anonimato offerto dallo schermo crea un effetto di deindividuazione: la persona perde le proprie inibizioni sociali e si sente meno responsabile delle proprie azioni. Questo, unito a sentimenti di frustrazione personale, invidia o insicurezza, trova uno sfogo nell’attacco verso gli altri. Agire in gruppo, anche se virtuale, rafforza ulteriormente questi comportamenti, creando una percezione distorta di consenso e normalità per le proprie azioni d’odio.

Le conseguenze per le vittime: dall’ansia all’isolamento

Gli haters si arrogano il diritto di esprimere ogni tipo di pensiero negativo, noncuranti di chi sta dall’altra parte. Questo meccanismo può arrecare danni molto gravi. Le vittime di hating possono sviluppare ansia, depressione, disturbi del sonno, isolamento sociale e una drastica diminuzione dell’autostima. Nei casi più gravi, soprattutto su soggetti fragili, l’esposizione costante all’odio online può portare a conseguenze estreme, come atti di autolesionismo o pensieri suicidari.

Come difendersi dagli haters: strategie di contrasto

A causa del successo di piattaforme come Instagram e TikTok, il fenomeno degli haters è incrementato notevolmente. È fondamentale conoscere le strategie per proteggersi.

Strategie di difesa contro l’odio online: cosa fare subito Azioni attive e di contrasto
Non rispondere (don’t feed the troll): ignorare l’hater è il modo migliore per togliergli potere, poiché il suo obiettivo è provocare una reazione Segnalare il commento o il profilo: usare gli strumenti messi a disposizione dalle piattaforme per segnalare i contenuti d’odio
Bloccare l’utente: impedire all’hater di interagire ulteriormente con il proprio profilo è un passo essenziale per proteggere il proprio spazio digitale Conservare le prove: fare screenshot dei commenti, dei messaggi e del profilo dell’hater. Sono prove valide in caso di denuncia

Odio online e legge: quando l’hating diventa un reato

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’odio online non resta impunito. In Italia, diversi comportamenti degli haters possono costituire reati perseguibili per legge. La diffamazione aggravata (art. 595 c.p.), che avviene quando si offende la reputazione di una persona online, le minacce (art. 612 c.p.) e lo stalking (art. 612-bis c.p.) sono solo alcuni esempi. È fondamentale non sottovalutare questi atti e agire. Il primo passo è raccogliere le prove e rivolgersi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’organo della Polizia di Stato specializzato nei crimini informatici. Sporgere denuncia è un diritto e un passo fondamentale per fermare gli odiatori e affermare che la rete non è una zona franca.

Ognuno di noi può contribuire a creare un ambiente online più civile, contrastando l’odio quando lo si incontra e promuovendo una cultura del dialogo e del rispetto.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

Articolo aggiornato il: 24/09/2025

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A proposito di Alessia Galante

Studentessa presso l'Università "L'Orientale" di Napoli

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