McDonald’s è il marchio di fast food più famoso al mondo, ma la sua origine è una storia dal retrogusto amaro. Il nome appartiene ai due fratelli fondatori, Richard e Maurice McDonald, le menti geniali dietro il sistema che ha rivoluzionato la ristorazione. Nonostante la loro intuizione, hanno goduto solo in minima parte delle immense ricchezze generate dalla loro creazione. Questa è la vera e triste storia dei fratelli McDonald, gli inventori dimenticati dell’impero degli archi dorati.
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Le origini e la ricerca del sogno californiano
Maurice “Mac” e Richard “Dick” McDonald nacquero a Manchester, nel New Hampshire, all’inizio del ‘900, da una famiglia di immigrati irlandesi. I genitori, pur non essendo ricchi, riuscivano a garantire loro una vita modesta. La situazione familiare cambiò drasticamente quando il padre Patrick, dopo oltre quarant’anni di lavoro in una fabbrica di scarpe, venne licenziato senza preavviso né pensione. Di fronte a un futuro incerto, i due fratelli, ormai diplomati, decisero di prendere in mano il loro destino. Partirono così per la California con un obiettivo ambizioso: diventare milionari entro i cinquant’anni. Questo viaggio segnò l’inizio della storia dei fratelli McDonald.
Dal barbecue allo “Speedee Service System”: la rivoluzione del fast food
La loro avventura iniziò con lavori modesti negli studi della Columbia Pictures a Hollywood. Con i risparmi accumulati, acquistarono un piccolo cinema a Glendora, a circa trenta chilometri da Los Angeles, che chiamarono The Beacon. L’apertura nel 1930, tuttavia, coincise con gli effetti della Grande Depressione, un periodo difficile per l’industria dell’intrattenimento. Dopo aver venduto il cinema, si reinventarono nel settore della ristorazione. Nel 1940 aprirono il McDonald’s Bar-B-Q a San Bernardino, un tipico drive-in dove le cameriere sui pattini servivano i clienti direttamente in auto. Ma la vera svolta avvenne nel 1948, quando i fratelli chiusero il locale per tre mesi e lo riaprirono con un’idea rivoluzionaria: lo “Speedee Service System”. Questo sistema eliminava le cameriere e il servizio in auto, riduceva il menù a pochi prodotti di successo (hamburger, patatine, bibite e milkshake) e trasformava la cucina in una catena di montaggio. L’obiettivo era semplice: servire cibo di qualità in tempi record e a un prezzo bassissimo. Fu la nascita del moderno fast food.
| L’innovazione dei McDonald | La visione di Ray Kroc |
|---|---|
| Focus su efficienza operativa e qualità del singolo ristorante. | Focus sull’espansione aggressiva tramite il modello del franchising. |
| Controllo diretto sulla preparazione e sul “Speedee Service System”. | Standardizzazione del marchio e dell’esperienza cliente su scala nazionale. |
| Obiettivo: gestire un’attività di successo e redditizia a livello locale. | Obiettivo: creare un impero immobiliare mascherato da catena di ristoranti. |
L’incontro con Ray Kroc: l’inizio della fine
A cambiare per sempre la storia dei fratelli McDonald fu Ray Kroc. All’inizio degli anni ’50, Kroc era un venditore di frullatori multimixer per l’azienda Prince Castle. Notando un ordine insolitamente grande di otto macchine da un singolo ristorante a San Bernardino, decise di andare a vedere di persona. Rimase sbalordito dall’efficienza dello “Speedee Service System” e dalla folla di clienti. Kroc vide subito il potenziale per una diffusione nazionale e nel 1954 propose ai fratelli un accordo: lui si sarebbe occupato di sviluppare il franchising in tutti gli Stati Uniti, mentre a loro sarebbe andata una percentuale sui profitti. Richard e Maurice, più interessati a perfezionare il loro sistema che a gestire un impero, accettarono.
La cessione da 2,7 milioni di dollari e la promessa mai mantenuta
Il rapporto d’affari, inizialmente proficuo, si incrinò presto a causa delle visioni opposte. Kroc era ambizioso e spregiudicato, mentre i fratelli erano cauti e focalizzati sulla qualità. La rottura definitiva avvenne nel 1961, quando i McDonald, stanchi dei continui conflitti, decisero di cedere l’intera azienda e il marchio a Kroc. L’accordo fu siglato per 2,7 milioni di dollari (un milione a testa, al netto delle tasse). I fratelli chiesero anche una royalty a vita dello 0,5% sui profitti futuri, una cifra che oggi varrebbe centinaia di milioni all’anno. Kroc accettò, ma pretese che l’accordo sulla royalty fosse verbale, una stretta di mano per “evitare complicazioni fiscali”. Quella promessa non fu mai onorata e i fratelli non ricevettero mai un centesimo di quelle royalties.
Perché la storia dei fratelli McDonald è stata dimenticata?
La mossa finale di Ray Kroc fu quella di cancellare completamente i fratelli dalla storia che lui stesso stava riscrivendo. L’accordo di vendita prevedeva che cedessero il nome “McDonald’s”, costringendoli a ribattezzare il loro ristorante originale di San Bernardino “The Big M”. Poco dopo, Kroc aprì un ristorante McDonald’s proprio di fronte al loro locale, portandoli al fallimento in pochi anni. Negli anni successivi, Kroc si autoproclamò “il fondatore” di McDonald’s, menzionando i fratelli solo come una nota a piè di pagina. Realizzò il famoso logo con gli archi dorati a forma di M e costruì la narrazione di un impero nato dalla sua sola visione. L’unica cosa che oggi ci ricorda di loro è il cognome sulla celebre insegna, un tributo involontario ai veri pionieri che hanno inventato il cibo veloce come lo conosciamo. La loro storia è stata riportata alla luce a livello globale soprattutto grazie al film del 2016 “The Founder”, che ha svelato al grande pubblico la complessa e amara vicenda dietro il marchio.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 28/10/2025

