Donnarumma all’assalto è un romanzo-reportage scritto da Ottiero Ottieri nel 1959. È un autore legato al neorealismo italiano e alle riflessioni sociologiche sul mondo del lavoro. Il libro nasce da un’esperienza vissuta dall’autore, il quale lavorò per l’azienda Olivetti come selezionatore del personale in uno stabilimento nella città di Pozzuoli. Ottieri trasforma questa esperienza in un racconto che mette in luce il contrasto tra due realtà in Italia: da una parte quella industriale, efficiente e produttiva del Nord, dall’altra quella rurale, povera e tradizionalista del Sud. Il testo si presenta come un’indagine in cui il protagonista si confronta con una realtà che lo destabilizza profondamente.
La selezione psicoattitudinale come strumento di modernizzazione
Il cuore narrativo del libro ruota intorno alle selezioni psicoattitudinali, pratiche introdotte dalla Olivetti per identificare i candidati più adatti al lavoro di fabbrica. Questi strumenti, pensati per essere scientifici e razionali, risultano però estranei e perfino violenti in un contesto meridionale dove la cultura del lavoro è ancora legata alla fatica fisica, all’improvvisazione e alla sopravvivenza. Il protagonista osserva e giudica i candidati, ma è a sua volta osservato e messo in crisi da ciò che vede. Si crea così un paradosso: la modernità non si impone come un progresso armonico, ma come una frattura, che genera disadattamento sia nei lavoratori locali sia in chi, come lui, dovrebbe guidare il cambiamento.
Donnarumma come figura simbolica del sud in trasformazione
La figura di Donnarumma, giovane del luogo che tenta di imporsi nel nuovo sistema industriale con aggressività e determinazione, diventa emblematica. È il simbolo di un Sud che vuole avanzare, che non accetta più il ruolo di spettatore passivo ma che rischia di perdere sé stesso nella rincorsa al modello settentrionale. Il suo “assalto” non è solo fisico o lavorativo, è culturale: è un tentativo di affermarsi in un mondo che lo rifiuta o lo mal sopporta. Eppure, Donnarumma non è mai pienamente vincente: rappresenta una figura ambigua, a metà tra il successo e la sconfitta, tra l’adattamento e la perdita di identità.
Donnarumma all’assalto e il disagio dell’intellettuale
Una delle tematiche centrali del libro è il disagio dell’intellettuale coinvolto nel mondo aziendale. Il protagonista, riflesso diretto dell’autore, si trova stretto tra due ruoli: quello del tecnico incaricato di ottimizzare la produzione e quello dell’uomo colto, sensibile alle ingiustizie sociali e culturali. Questo doppio registro lo conduce a una crisi che è sia personale che professionale. La sua presenza nel Sud assume allora il senso di una missione fallita, o perlomeno problematica, in cui non è più chiaro chi stia civilizzando chi, e a quale prezzo. In questa tensione si avverte l’influenza del pensiero critico del secondo dopoguerra, che spesso metteva in discussione il rapporto tra progresso economico e valori umani.
Linguaggio e stile tra racconto e saggio
Ottieri adotta uno stile asciutto, quasi da reportage, che alterna momenti narrativi a riflessioni personali e osservazioni tecniche. Il linguaggio oscilla tra la precisione scientifica delle pratiche aziendali e un tono più umano, a tratti disilluso. Questo equilibrio rende il romanzo un ibrido tra romanzo e saggio, capace di raccontare una storia e al tempo stesso proporre un’analisi sociale lucida. Si tratta di un tentativo di comprendere le dinamiche profonde che muovono i processi di trasformazione economica e culturale.
Donnarumma all’assalto: l’opera chiave della letteratura industriale italiana
Donnarumma all’assalto rientra a pieno titolo nella letteratura industriale italiana degli anni ’50 e ’60 ma si distingue per l’attenzione alla dimensione psicologica e morale dell’esperienza lavorativa. Ottieri racconta gli effetti del lavoro industriale sulle persone: sulle loro aspirazioni, le loro paure, il loro senso di sé. In romanzo diventa anche un documento prezioso per capire l’Italia del boom economico, le sue contraddizioni e le sue promesse mancate. Una lettura che nonostante il tempo trascorso continua a offrire spunti di riflessione sul rapporto tra sviluppo e umanità.
Fonte immagine: Garzanti