Eterea tra synth, loop e tradizione

Eterea

Eterea Eterea è il progetto – e il cuore – di una giovane artista, Claudia Lanzetta (voce, piano, chitarra e loop station), nonché il suo nome d’arte. A seguirla sin dall’inizio di questo percorso c’è il compagno e musicista Pasquale Palomba (chitarre, sintetizzatore o synth, loop). Il genere con cui si definiscono è un misto tra pop e rock alternative e hanno un EP già in vendita e un altro in produzione, da presentare nei prossimi mesi. Voce incantevole lei, bravissimi loro, in un quartetto di giovani che ha un cuore napoletano. È possibile conoscerli e seguirli nel loro percorso musicale sulla pagina facebook.

Musica celtica e rock gotico su una corrente caldamente pop: Eterea

Solista, duo o band? La vostra storia passando dalle cover acustiche, o con la loop station, agli inediti.

Eterea è il nome che ho scelto per me, perché racchiude un po’ l’essenza del mio modo di scrivere e comporre canzoni, è quella dimensione in cui mi ritrovo quando ho bisogno di ascoltare e di ascoltarmi. Quest’avventura è cominciata nel 2013, quando la mia musica incontra quella del chitarrista Pasquale Palomba. All’inizio eravamo solo in due, ma nella mia testa risuonava un’orchestra, per questo ci siamo affidati alla loop station, servendoci delle cover per iniziare a sperimentare. Ad ogni modo, per quanto ci piacesse l’idea, abbiamo comunque dovuto abbandonare questa strada per dare libero spazio ai miei testi, alla nostra musica. I cambiamenti sono iniziati nel 2014, quando siamo entrati in studio per incidere il primo EP, perché è lì che è iniziata la collaborazione con altri nostri amici musicisti che ad oggi fanno parte della band di Eterea.

Quali band/cantanti/cantautori vi hanno ispirato?

Personalmente credo che l’ispirazione venga da tante cose, anche perché in quello che ascolto c’è molta eterogeneità. L’unico comune denominatore è forse la melodia: nella melodia si racchiude per me la massima espressione di un’emozione. Parlando per generi, mi rivedo molto nelle atmosfere della musica celtica e del rock gotico, anche se il mio modo di comporre segue una corrente pop/rock, ma la tendenza a certe sonorità c’è sempre.

Un EP è già disponibile, il secondo è in produzione: c’è una canzone a cui siete più legati?

Claudia: Sì, in realtà stiamo lavorando a tante cose nuove, ma sveleremo tutto pian piano nei prossimi mesi. La canzone a cui ora sono più legata fa parte di quello che sarà il nostro nuovo lavoro, quindi non anticipo niente, ma posso dire con certezza che sarà il primo brano a comparire sul web! Per quanto ogni canzone rappresenti un pezzo della mia vita, si sa che molte cose cambiano, così come cambia il tipo di sentimento che ti lega ad una canzone, ma se dovessi scegliere un brano del primo EP, sceglierei “Brividi”. Sarà che è una delle prime canzoni che ho scritto (avevo circa 15 anni), sarà che ne ha passate tante e che nel tempo è cambiata insieme a me, sarà che credo ancora in quelle parole, sarà che la collego a tantissimi ricordi, sarà un po’ per tutto questo, ma per me rimane il mio piccolo gioiello prezioso, quello che custodisci gelosamente nella scatola dei ricordi.

La vostra esperienza a Casa Sanremo: come è andata? Cosa vi aspettavate e cosa invece vi ha sorpreso?

È stata un’esperienza incredibile, da cui abbiamo colto tanti insegnamenti. Sembra quasi un paradosso, ma la confusione di quei giorni è servita a chiarirci davvero tante cose, per cui ora non resta che rimboccarci le maniche e ripartire più carichi di prima!

Dove vi vorreste vedere tra cinque anni?

In giro per il mondo con la nostra musica…sarebbe il sogno di una vita. Ma qualunque cosa accada, resterà sempre la musica.

A proposito di Francesca Paola Esposito

Napoletana. Già laureata in Lettere Moderne alla Federico II, attualmente iscritta a Scienze storiche allo stesso ateneo. Vivo nel sospetto di aver imparato prima a leggere, poi a camminare. Certo è che da quel momento non ho più smesso.

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