Femminismo e letteratura: tre romanzi a confronto

Pila di romanzi

Femminismo e letteratura, uno studio comparatistico 

Diavolo ed emancipazione femminile sembrano essere due concetti molto lontani fra loro e molto difficili da combinare nella stessa frase, ma una scrittrice finlandese e due scrittori gotici sembrano aver trovato un modo per farli andare d’accordo nei loro romanzi e racconti.

Aino Kallas (1878-1956) è stata un scrittrice finlandese, nata a Viipuri – oggi Vyborg, una cittadina russa – quando la Finlandia era ancora un Granducato russo. È cresciuta in una famiglia di intellettuali: un ambiente molto stimolante che le permise di conoscere da subito le credenze ugro-finniche, la musica e le tradizioni popolari. Sposò Oskar Kallas, un diplomatico estone e professore di folclore. Grazie alla professione del marito, Aino Kallas viaggiò molto e visse per lunghi periodi all’estero. È in questo periodo della sua vita che scrisse: Barbara von Tiesenhausen, Il pastore di Reiki e La sposa del lupo. Oltre questa trilogia, che prende il nome di “Eros che uccide“, la sua carriera letteraria è stata scandita da ben cinquanta opere, che includono poesie, novelle e romanzi.

La sposa del lupo

Quest’opera ha come sfondo l’isola estone Hiiumaa, “la terra del diavolo”, e racconta la storia di Aalo, moglie del guardaboschi Priidik, che si trasformò in un lupo e fuggì nel bosco per unirsi al suo consorte, il lupo Diabolus Sylvarum. Priidik è sempre stato a conoscenza della natura di Aalo, perché consapevole del marchio del diavolo sul suo corpo – un segno rosso sotto il seno – ma questo non gli impedisce di chiedere ad Aalo di diventare sua moglie. Sono tre i richiami che Aalo sente arrivare dalla palude, una sorta di inviti ad addentrarsi all’interno di essa. I primi due li sentirà in seguito ad una caccia ai lupi, nella quale ne verrà ucciso uno dal marito. Questo evento sembra simboleggiare un sacrificio, che stabilisce il patto tra la donna e lo spirito del bosco. Mesi più tardi, durante la notte di San Giovanni –  che segna il solstizio d’estate – mentre è seduta sulla soglia di casa, Aalo sente il terzo e ultimo richiamo. Non resiste e si incammina verso la palude. Qui, circondata dai lupi, inizia la sua metamorfosi e si unisce a loro.

Matthew Gregory Lewis (1775-1818) è un famosissimo scrittore inglese, il cui successo è dovuto sicuramente al suo scandaloso romanzo gotico – nonché uno dei romanzi gotici più famoso – The Monk, scritto in poco tempo all’età di 20 anni. L’opera trova l’ispirazione dai romanzi tedeschi del terrore: infatti, M.G. Lewis vi riprende i tratti delle storie dei spettri e dei racconti di magia nera. Negli anni si dilettò nella politica, ma la abbandona per noia; proseguirà col teatro e con le traduzioni. Era un bravissimo traduttore: tradusse Goethe e Schiller, ad esempio.

Il monaco

Ambrosio è un giovane monaco che fa innamorare la città di Madrid con i suoi sermoni. Fin da subito, Satana intralcia il suo percorso spirituale mandandogli la tentazione sotto forma dell’affascinante giovane novizio Rosario, che più tardi si rivelerà essere una giovane ragazza, Matilda, e alla fine si rivelerà essere un demone sotto forma di donna. Quando si incontrano nel giardino del monastero, la donna gli chiede di cogliere una rosa per lei – come regalo di addio prima di andare via dal monastero, visto che il suo segreto è stato scoperto – ma Ambrosio viene morso da un serpente velenoso che si nasconde tra i cespugli di rose. Matilda estrae il veleno dalle sue vene, si ammala a sua volta, e riesce a convincere Ambrosio che il suo amore per lui è puro. La ragazza si salverà invocando, ritualmente, l’aiuto dell’Inferno per curarsi dai cattivi effetti del veleno.

Col tempo, Ambrosio si stanca della sua amante e si innamora dell’innocente Antonia (che, con suo grande orrore, si rivela essere sua sorella). Matilda cerca di persuaderlo ad attingere al potere di Satana per aiutarlo a conquistare il suo nuovo amore; ma il monaco rifiuta di allearsi con il nemico di Dio. Verso la fine del romanzo, Ambrosio e Matilda vengono catturati dall’Inquisizione, ma quest’ultima riuscirà a scappare invocando, anche questa volta, l’aiuto di Satana. Condannato a morte, Ambrosio finalmente si arrende e consegna la sua anima al Diavolo per poter fuggire. Satana rivela ora che Matilda è uno spirito subordinato ma astuto che ha assunto una forma umana per ingannare Ambrosio.

  • La libertà di Aalo e Matilda

«Mai, nella sua forma umana, la gioia preziosa e il gaudio della libertà si erano tuffati nel suo sangue come ora, che essa correva nella palude come lupo mannaro. Poiché è inestimabile il piacere di questa libertà, stabilito da Satana in modo da condurre i figli dell’uomo nell’abisso della perdizione.» (Kallas Aino, 1934, La sposa del lupo, trad. di Paola Faggioli, Milano, Sperling&Kupfer, p. 55)

«Ormai non ho più nulla da temere dall’Inquisizione. Sono libera, e mi basterebbe un attimo per frapporre interi reami tra me e queste segrete. Ho pagato cara la mia libertà; l’ho ottenuta a un prezzo che farebbe tremare un’anima meno temprata della mia. [….] Ambrosio, ho sacrificato tutto per la libertà e la vita. Non aspiro più al cielo, ho rinunciato a Dio, e mi sono arruolata sotto le insegne di Satana […] Ho barattato una felicità lontana e incerta con un presente sicuro e invidiabile; ho salvato una vita che altrimenti avrei perduto tra i tormenti, e ho ottenuto il potere di procurarmi gioie e piaceri che renderanno la mia esistenza un paradiso in terra. […] Ardo di assaporare questa libertà.» (Lewis Matthew Gregory, 1796, Il Monaco, trad. di Luca Salvatore, Milano, Feltrinelli editore, pp. 241- 242)

  • Aalo, Matilda ed Eva

Sia Aalo che Matilda vengono paragonate alla peccatrice per eccellenza, Eva.

Ne La sposa del lupo, il parallelo con Eva è reso esplicito nella descrizione dell’iniziazione satanica data ad Aalo attraverso la sua metamorfosi: «E sentiva in se stessa come se il mondo intorno fosse del tutto cambiato e tutto fosse nuovo di sana pianta come se essa l’avesse visto per la prima volta coi suoi occhi corporali, come la nostra progenitrice Eva quando, nel Paradiso, mangiò il pomo dell’albero della Scienza del Bene e del Male per ordine del Serpente.» ( Kallas, Aino, 1934, La sposa del lupo, trad. di Paola Faggioli, Milano, Sperling&Kupfer, p. 52)

Ne Il Monaco, parallelamente alla storia dell’Eden nella Genesi, Matilda inizia il suo assalto alla moralità di Ambrosio nel giardino del monastero. Quando si incontrano, lei gli chiede di cogliere una rosa per lei, ma quest’ultimo viene morso da un serpente velenoso che si nasconde nel cespuglio di rose.

Bram Stoker (1847-1912), scrittore irlandese, nato a Dublino, deve il suo successo ad uno dei più grandi romanzi gotici inglesi del tempo: Dracula. Studiò storia, letteratura, matematica e fisica e negli anni ricoprì vari ruoli lavorativi: fu giornalista, critico teatrale, direttore del Lyceum Theatre e scrittore di romanzi.

Dracula

È una storia macabra, oscura, raccontata attraverso gli occhi di Jonathan Harker e le sue lettere; è un romanzo che si dispiega tra la Transilvania e la Londra metropolitana tardo-ottocentesca, che, tra le tante cose, diventa il territorio di caccia del conte Dracula. Abbracciando un’ottica femminista, va sicuramente osservato che quattro dei cinque vampiri nel romanzo sono donne. Il Conte, anche se ha alla mano possibili vittime maschili, non le trasformerà mai in un vampiro. Nell’opera, diventare un vampiro è descritto come una via di evasione femminile dai confini della società patriarcale. Nel romanzo di Stoker, Dracula fa la parte di Satana. Infatti, come nel caso di Lucy in Dracula, Aalo ne La sposa del lupo e Matilda ne Il monaco,  una figura satanica dà alle donne una maggiore libertà di espressione di se stesse.

In conclusione, leggendo attentamente i romanzi gotici inglesi, osserviamo come il diavolo, oltre ad essere uno strumento per evocare terrore e forti sentimenti perturbanti nella mente del lettore, porta con sé alcuni tratti positivi: emerge come un simbolo di trasgressione, di rivolta contro le norme sociali e simbolo di empowerment per le donne.

 

A proposito di Nadia

23 anni passati con la testa fra le nuvole, di cui 3 come studentessa di Mediazione linguistica e culturale, e se ne prospettano altri facendo le cose che più amo: scrivere, fotografare, viaggiare, sognare.

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