Graffi, il romanzo di esordio di Claudia Squitieri | Recensione

Graffi, il romanzo di esordio di Claudia Squitieri

Graffi di Claudia Squitieri: un romanzo edito Capponi editore. Leggi qui la nostra recensione!

Campana, classe ’71, Claudia Squitieri ha esordito con “Graffi”, un romanzo che racconta la storia di Diana e Serena, amiche sin dall’infanzia unite dallo stesso destino di essere orfane.
In Graffi è Diana a ripercorrere le sue memorie in prima persona, alternandole a brevi componimenti poetici, profonde riflessioni e uno scambio epistolare tra lei e Serena, l’ancora alla quale ricorre quando “le onde diventano troppo alte”.

Serena è come uno specchio per Diana: è il destinatario di quelle lettere intrise di paure, dubbi, sconforto ma anche di consigli, dritte, rassicurazioni. Forse Serena è Diana stessa, l’altro sé, che riconosce come tale solo alla fine. Graffi ci appare allora come un lungo e urlante monologo con la coscienza necessario per far chiarezza nell’anima e nella mente di Diana che attraverso il percorso romanzato della sua esistenza, riesce finalmente a guardare con oggettività la sua intera vita, sciogliere dubbi irrisolti, ritrovare la pace con se stessa.

Claudia Squitieri racconta in Graffi qualcosa che conosce bene: l’adozione

La protagonista di Graffi si lascia andare al racconto della sua vita, a partire dall’infanzia, passando per il duro distacco da Serena che viene adottata, riscoprendo l’astio tra sé e sua mamma, ormai morta, per poi essere travolta dalla paura della scoperta di essere stata adottata. Tutto è minato da squarci di analisi personali e ondate di emozioni. Graffi è, per questo, un romanzo scorrevole in cui la semplicità si fonde con profondità riflessiva.

Claudia Squitieri è accomunata a Diana e Serena dalla stessa esperienza d’adozione. Con il suo romanzo, ha voluto raccontare qualcosa che conosce bene per descriverne tutte le emozioni che provoca con sincerità, senza filtri né artifici retorici.

«L’adozione crea un’interruzione – come quella della spina strappata dall’interruttore. Per creare il contatto ci vuole un po’ di tempo, e non sempre si riesce a recuperare il cavo». Ma cosa vuol dire, scoprire di essere stata adottata?

Il confronto con l’abbandono si palesa per Diana quando lei è già adulta. Di fronte a questa notizia, però, si riscopre fragile come una bambina, stordita tra la consapevolezza dell’aver sempre saputo tutto e il rumore di una vita che si disgrega in un istante azzerando e dilatando all’infinito il tempo passato. Schiacciata dalla necessità di reinterpretare le certezze acquisite nella pergamena degli anni passati nell’ansia di perderle del tutto, la protagonista di Graffi acquista lucidità solo attraverso la voce di Serena, l’unica al mondo che riesce a comprenderla. E Claudia Squitieri, portavoce di entrambe, riesce a rendere nitida la sensazione di un abbandono e lo smarrimento di chi non può che vedere la sua intera esistenza come un unico grande inganno.

«Un fulmine in testa provocherebbe meno sconquasso di questa notizia. Molti troverebbero esagerato questo paragone, ma gli altri non sanno cosa vuol dire sentirsi morire. Tu e io invece sì, conosciamo la vertigine che ti coglie all’improvviso e la sensazione che ne deriva, lo smarrimento che si insedia nella mente, la ricerca di un appiglio solido a cui aggrapparsi

Nonostante tutto, Graffi di Claudia Squitieri è un romanzo sull’amore e sulla speranza. Paradossalmente anche Diana conosce quello che è l’amore di un genitore.

Nella costellazione di personaggi che fanno da comparsa nella sua vita ( per lo più figure femminili che cercano di essere gentili mamme adottive) vi è una stella fissa, irremovibile: è Antonio, suo padre, un uomo sempre allegro e divertito, dedito alla sua bambina fino alla fine, la persona più incisiva nella vita di Diana. «L’amore di mio padre era talmente avvolgente che riusciva a farmi accantonare quella che per me era una sofferenza

La perdita precoce del padre è una delle dure prove che Diana deve affrontare, ma forse la più utile. Di lì in poi una serie di sofferenze l’affliggeranno. I graffi sulla sua pelle segnano la metamorfosi di una ragazza che diventa una donna e guariscono cicatrizzando in lettere quando finalmente Diana ritrova l’amica di un’infanzia, la scrittura, e con lei la pace, il riscatto, la liberazione e la propria realizzazione.

Forse è quello che è successo anche alla scrittrice nello scrivere Graffi? Questo dovremmo chiederlo a lei. Sicuro è che con il suo romanzo di esordio, Claudia Squitieri ci fa sorridere e riflette. Nella sua freschezza, la sua scrittura si carica di forza lì dove affinata ci mette di fronte a sentimenti abissali e nuovi. Alcuni scopriranno una realtà, altri dolcemente, si sentiranno capiti.

 

Fonte immagine di copertina: MD PRESS.

 

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