Il paradosso di Buridano, noto anche come “l’asino di Buridano”, è un celebre esperimento mentale che illustra come un eccesso di razionalità e la perfetta equivalenza tra due opzioni possano condurre alla totale immobilità. Sebbene sia tradizionalmente attribuito al filosofo francese del XIV secolo Jean Buridan, allievo di Guglielmo di Ockham, la sua vera origine è più complessa e affonda le radici nel pensiero classico.
Indice dei contenuti
- Cos’è il paradosso di Buridano? la definizione
- Le origini incerte: da Aristotele a Dante Alighieri
- Il vero pensiero di Buridano: volontà contro intelletto
- Implicazioni: libero arbitrio e paralisi da analisi
- Come si risolve il paradosso? le soluzioni proposte
- Il paradosso ieri e oggi: dalla filosofia alla tecnologia
Cos’è il paradosso di Buridano? la definizione
La formulazione più comune del paradosso descrive una situazione apparentemente semplice. Un asino affamato e assetato si trova a una distanza perfettamente identica da due mucchi di fieno uguali per qualità e dimensione. Poiché ogni ragione per scegliere un mucchio è annullata da una ragione identica per scegliere l’altro, l’asino non ha alcun fondamento razionale per preferire una direzione. Incapace di prendere una decisione, rimane immobile e finisce per morire di fame. La contraddizione logica è potente: un essere guidato dalla ragione, di fronte a una scelta tra due beni equivalenti, si trova paralizzato proprio dalla sua stessa razionalità.
Le origini incerte: da Aristotele a Dante Alighieri
L’attribuzione del paradosso a Buridano è quasi certamente errata. Nei suoi scritti non si trova alcuna traccia dell’asino; è probabile che l’immagine sia nata come una caricatura successiva del suo pensiero sul determinismo. L’idea, tuttavia, è molto più antica. Già Aristotele nel suo De Caelo ipotizzava una situazione simile, parlando di un uomo ugualmente affamato e assetato che, equidistante da cibo e acqua, rimarrebbe immobile. Anche Dante Alighieri, nel IV Canto del Paradiso, usa una metafora analoga per descrivere un proprio dubbio filosofico: “Intra due cibi, distanti e moventi / d’un modo, prima si morria di fame, / che liber’omo l’un recasse ai denti“.
Il vero pensiero di Buridano: volontà contro intelletto
Paradossalmente, la vera filosofia morale di Jean Buridan offriva una soluzione al problema. Come spiegato da fonti autorevoli come la Stanford Encyclopedia of Philosophy, Buridan sosteneva che, sebbene l’intelletto presenti le opzioni alla volontà, è quest’ultima a comandare l’azione. Di fronte a opzioni equivalenti, la volontà non è impotente; può sospendere la scelta per valutare meglio o, più semplicemente, può rompere lo stallo e scegliere liberamente una delle due opzioni. L’asino del paradosso, simbolo di un essere privo di una volontà superiore, è quindi l’esatto opposto dell’agente morale descritto dal filosofo il cui nome è legato alla sua sfortunata fine.
Implicazioni: libero arbitrio e paralisi da analisi
Il paradosso solleva questioni fondamentali sul libero arbitrio e sul determinismo. Se ogni nostra azione è causata da una ragione precisa, come possiamo essere liberi quando le ragioni si equivalgono? In psicologia moderna, questa situazione è nota come paralisi da analisi (analysis paralysis): l’eccessiva valutazione di opzioni multiple o equivalenti porta all’inazione. La paura di sbagliare o il desiderio della scelta “perfetta” ci bloccano. In questo senso, il “non scegliere” diventa esso stesso una scelta, spesso con conseguenze peggiori del prendere una decisione subottimale.
Come si risolve il paradosso? le soluzioni proposte
Nel corso dei secoli sono state avanzate diverse soluzioni per “salvare” l’asino:
- Rompere la simmetria: anche la minima differenza percepita (un filo di paglia più lungo, un’ombra diversa) o un fattore casuale (un colpo di vento) può fornire la spinta necessaria per la decisione.
- Decisione casuale: l’essere razionale può decidere di affidarsi al caso, ad esempio lanciando una moneta. Questo atto stesso è una scelta razionale per superare l’impasse.
- Valutazione del tempo: un agente veramente razionale includerebbe il passare del tempo nella sua valutazione. La certezza di morire di fame rende la scelta di un mucchio qualsiasi infinitamente migliore del non scegliere.
Il paradosso ieri e oggi: dalla filosofia alla tecnologia
L’immagine dell’asino è un potente simbolo dell’indecisione, le cui implicazioni si estendono ben oltre la filosofia medievale.
| Il problema classico (filosofia) | Le sue applicazioni moderne |
|---|---|
| Libero arbitrio vs determinismo: la ragione può bloccare l’azione? | Psicologia: la “paralisi da analisi” di fronte a troppe scelte (es. scegliere un piano tariffario). |
| Equivalenza delle opzioni: come scegliere tra due beni identici? | Economia: comportamento dei consumatori di fronte a prodotti concorrenti con prezzo e qualità simili. |
| Necessità di una “causa prima”: serve una ragione per ogni azione? | Informatica: la “metastabilità” nei circuiti, dove un processore si blocca perché non riesce a decidere tra stato 0 e 1. |
Come approfondito dall’enciclopedia Treccani, il dibattito continua a influenzare campi come l’intelligenza artificiale e la robotica, nella programmazione di agenti in grado di prendere decisioni autonome in situazioni di incertezza.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 12/10/2025

