Io non voto Giorgia di Giovanna Musilli | Recensione

Io non voto Giorgia è il primo libro scritto da Giovanna Musilli, docente di filosofia a Roma, edito da Graphofeel.

Il testo mira a “smascherare le incongruenze, le manipolazioni e le promesse mancate di un governo che si proclama vicino al popolo, ma che nei fatti ne perpetua le difficoltà” come spiega l’europarlamentare Pasquale Tridico nella prefazione.

Io non voto Giorgia infatti, diviene una fondamentale arma di difesa in una fase in cui la politica contemporanea giace sulla cosiddetta “parabola discendente della democrazia“.

Non a caso l’autrice invita tutti i cittadini e le cittadine a leggere questo libro, anche gli elettori di Giorgia Meloni, cosicché possa in loro affiorare un momento di riflessione sulla base dei dati e dei fatti e non della semplice propaganda mediatica e social a cui il governo ci sottopone quotidianamente.

Una del popolo ed altre sciocchezze

“Le volgari oscenità di Trump (e di altri) fanno parte della loro strategia populista per vendere questo programma alla gente comune, un programma che (almeno sul lungo periodo) agisce contro la gente comune: tasse più basse per i ricchi, meno assistenza sanitaria e tutele per i lavoratori, e così via. Sfortunatamente, la gente è pronta a mandar giù molte cose, se vengono loro presentate con una risata.”

Questa citazione di “Come un ladro in pieno giorno” del filosofo sloveno Slavoj Žižek riassume brevemente la conformazione della strategia comunicativa di gran parte dei politici di estrema destra in Occidente. Io non voto Giorgia parte proprio dalla confutazione di un mito che ci accompagna da ormai tre anni: La Meloni è una del popolo. Per mezzo di questa geniale trovata di marketing la presidente è “perfettamente consapevole di quale stile sia più efficace per avvalorare una ben determinata immagine di sé di fronte agli elettori“.

In questa strategia pubblicitaria l’eco al fascismo gioca un ruolo cruciale. Gran parte della destra italiana non riesce a rinnegare ciò che è stato il fascismo storico nel nostro paese, anzi, ama spesso elogiarne gli aspetti sociali. Ciò consente, sicuramente, di inglobare una fetta di elettorato fatta di nostalgici del fascismo e, ahimè, di proletariato impoverito che non trova, nella sinistra, protezione sociale.

Un pericolo per la democrazia

Il libro è soprattutto uno strumento di decostruzione della retorica e della narrazione che ha garantito il successo dell’ estrema destra in Italia. L’invito dell’autrice è quello di riprendere coscienza, in quanto cittadini e cittadine, dell’importanza e della portata di valori assoluti ed inderogabili in una democrazia liberale come la nostra.

Io non voto Giorgia vuole farci comprendere che il fenomeno Meloni si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge tutta l’Europa: una vera e propria totalitarizzazione delle democrazie. L’estrema conseguenza di questo processo è sicuramente il cesarismo, basato sulla supremazia di un leader forte e carismatico, capace di identificarsi con “la volontà del popolo“, svincolato da qualsiasi potere intermedio.

Tale fenomeno risulta consolidato de facto da anni nel nostro paese; la riforma del premierato, a cui questa destra ambisce, risulterebbe una legittimazione formale di un processo ormai comune e saldo in tutta Europa.

Ma quindi è possibile fermare questa deriva autoritaria?

Giovanna Musilli ci assicura che c’è ancora speranza. Nell’arena elettorale, una coalizione tra le forze di opposizione, “unite, compatte, con un accordo programmatico chiaro e condiviso“, consentirebbe di sfidare “la destra, se non altro sulle questioni economiche“.

D’altro canto, siamo però tutti consapevoli delle difficoltà di tenere unite le forze di opposizioni anche sulle questioni più banali. Dobbiamo però sforzarci di porci questo obiettivo, evitando inutili settarismi e opportunismi, allo scopo di poterci sbarazzare di questa vergognosa destra.

Tutto però rimane nelle nostre mani, in quanto cittadini e cittadine, affinché si possa consolidare un “immaginario” alternativo e un modello di società agli antipodi da quello voluto dalla destra Europea.

Fonte immagine: ufficio stampa

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