L’ultima punitrice, romanzo di Maria Tronca è uno di quei romanzi di cui, una volta iniziato, non riesci a interrompere la lettura. È un’opera che ammalia, avvince e convince: la scrittura, le atmosfere, i personaggi, tutto concorre armoniosamente a creare un prodotto che è in grado di emozionare fino alle lacrime, generando una vera connessione empatica tra lettore e personaggi. È come se, attraverso la carta, essi sussurrassero parole direttamente al cuore di chi legge, incatenandolo e rendendolo partecipe di emozioni e sentimenti. La scrittura fluida, immediata e impressionistica, è uno dei tanti punti di forza di questo romanzo edito da Les Flaneurs Edizioni.
L’ultima punitrice: breve sinossi
L’ultima punitrice è ambientato in Sicilia a Mondello, un paesino costiero vicino Palermo che si anima soprattutto d’estate. Siamo negli anni ’80, ma potrebbe essere un’epoca storica qualsiasi, perché pare che lì il tempo si sia fermato, cristallizzato a metà tra la dimensione mitica e quella reale.
La protagonista del romanzo è Ninfa, una bimba alta e sicca, spigolosa e scura di capelli e di pelle. Ninfa è una bambina con un fato già segnato: come la nonna, Dorina, e le altre donne della sua famiglia, è destinata a diventare una Punitrice. Nell’estate dei suoi nove anni, dunque, Ninfa comincia il suo apprendistato, studiando le proprietà benefiche delle erbe e scoprendo, pian piano, i segreti della sua famiglia.
Infatti, Ninfa viene a conoscenza della storia di una sua antenata, che tutti in paese ricordano come “la Vecchia“. Anche lei punitrice, fu scoperta e uccisa da una folla inferocita: il suo spirito, tuttavia, non aveva mai abbandonato Mondello, divenendo la magica guida spirituale delle sue discendenti. In quella stessa estate, Ninfa conosce Nino, detto Palla, e se ne innamora a prima vista. Per lui litiga con la sua migliore amica, Barbara, una bambina bionda, ricca e bella come un angelo. Nel corso del romanzo la vediamo crescere, affrontare grandi e piccoli problemi dell’adolescenza, i primi baci, le corse in motorino, l’ingresso nella vita adulta. Parallelamente, prosegue il suo percorso di apprendistato.
Crescendo, Ninfa non solo impara a riconoscere ed utilizzare le erbe, ma incomincia anche ad affiancare i nonni nell’attività di punitrice. Durante la lettura de L’ultima punitrice conosceremo diversi personaggi che aiuteranno la protagonista nel suo percorso di crescita. Tra questi spicca Marlene, un transessuale che in realtà si chiama Pippo, ma è convinta di essere l’incarnazione di Marlene Dietrich. Rinchiusa in manicomio, pur non essendo folle, Marlene sarà spesso determinante per il dipanarsi degli eventi. Le costanti della vita di Ninfa restano sempre l’attività di punitrice al fianco di nonna Dorina, l’amore non corrisposto per Nino e il rapporto ambivalente con Barbara. Seguiremo la sua attività e la sua vita fino ad arrivare ad un epilogo inaspettato sotto ogni punto di vista, un vero colpo di scena che lascia un po’ di amaro in bocca.
Sicilia, amore e magia
Ciò che colpisce, sin dalle prime pagine del romanzo è questa atmosfera “antica”, quasi mitica, che si respira a Mondello. Lo stesso paesaggio siciliano, arso dal sole estivo, sembra in qualche modo richiamare alla mente epoche passate in cui potevi sentire la magia nell’aria, mista al profumo delle zagare. L’autrice riesce a creare un quadro vivido e a tinte brillanti, trasmettendo, anche con pochissime battute, la sensazione di camminare tra quei vicoli.
La stessa Ninfa sembra appartenere ad un mondo irreale, e il nome che porta ha un che di profetico. In esso è racchiusa la forza del suo potere perché, come le ninfe mitologiche, anche lei è in grado di dispensare il bene ( ma anche il male) piegando al suo volere le forze della natura.
La magia è sicuramente l’ossatura su cui si costruisce tutto il romanzo: tutti, ciascuno a proprio modo, vi si affidano. Non si tratta, tuttavia, di cieca superstizione, ma semplice bisogno di chiedere aiuto, di essere ascoltati. La figura della punitrice, così come costruita dalla Tronca, non è solo una moderna majara, strega buona, che conosce la potenza curativa delle erbe e sa usarla per guarire dal male fisico e psicologico, ma ha in sé l’indole vendicativa dei Beati Paoli, noti anche come Vindicosi, setta segreta che punisce i malvagi e tutela la povera gente.
Le vendette delle punitrici, tuttavia, sono atti di giustizia e di amore, anzi, soprattutto di amore verso il prossimo, dei cui fardelli esse si fanno carico. Proprio l’amore è l’altro fulcro della narrazione, insieme all’elemento magico. Questo sentimento permea ogni pagina del romanzo, declinato in tutte le sue sfaccettature. C’è l’innamoramento quasi ossessivo di Ninfa per Nino che, sebbene non corrisposto, la accompagna per tutta la vita; l’affetto tenero e incondizionato che lega la protagonista ai suoi familiari; il legame indissolubile che unisce i suoi nonni, emblema del vero amore che supera persino la morte; l’amore privo di etichette di Marlene e Gigi, insieme nonostante i pregiudizi. Marlene, in particolare è un personaggio che, sebbene a prima vista secondario, emerge con viva forza nell’arco del romanzo. Il suo modo di affrontare la vita ci ricorda che la diversità non è necessariamente una pazzia, ma semplicemente un modo personale di stare al mondo.
La prosa di Maria Tronca, immediata ed evocativa, aiuta ad entrare in simbiosi con i personaggi e le loro vicende e a capire che l’accettazione del proprio destino è l’unica chiave per una vita degna di essere vissuta.
Immagine in evidenza: Les Flaneurs Edizioni