Oceano mare di Alessandro Baricco | Recensione

oceano mare

Oceano mare è un romanzo corale di Alessandro Baricco, pubblicato nel 1993 e vincitore di prestigiosi riconoscimenti come il Premio Viareggio. Considerato uno dei classici contemporanei italiani più amati, il libro non racconta una singola storia, ma intreccia i destini di personaggi indimenticabili, tutti approdati sulle rive dell’oceano per trovare una cura, una risposta o un oblio.

L’opera ha consacrato lo stile unico dell’autore, capace di unire una prosa poetica e musicale a una narrazione potente. Baricco, nato a Torino nel 1958, aveva già esordito con “Castelli di Rabbia” nel 1991, ma è con questo romanzo che raggiunge la piena maturità artistica e un vasto pubblico.

La trama: un naufragio di anime alla Locanda Almayer

Il romanzo è ambientato in un luogo quasi surreale: la Locanda Almayer, una pensione affacciata direttamente sull’oceano. Qui convergono sette personaggi, ognuno in fuga da qualcosa o alla ricerca di un significato. Non si tratta di una trama lineare, ma di un mosaico di storie che si incontrano e si sfiorano, unite dal mare come catalizzatore. C’è un professore che vuole misurare i confini dell’oceano, un pittore che lo dipinge con la sua stessa acqua, una giovane donna che deve guarire dalla paura e un’altra dall’adulterio. Le loro vicende si intrecciano con il racconto di un terribile naufragio avvenuto anni prima, creando un ponte tra passato e presente, tra la brutalità della natura e la fragilità dell’anima.

I personaggi e il loro mare interiore

I personaggi di Oceano mare sono diversi tra loro, ma tutti accomunati da un rapporto profondo e personale con il mare, che diventa specchio delle loro ossessioni e speranze. Sono anime sospese, che vedono nell’oceano la loro unica possibilità di salvezza.

Personaggio Il suo rapporto con il mare
Professor Bartleboom Cerca i limiti del mare, un fine razionale a qualcosa di incommensurabile. Rappresenta la ricerca della conoscenza.
Plasson È un pittore che cerca di catturare l’essenza del mare dipingendolo con l’acqua di mare, cercando l’anima delle cose.
Elisewyn È una giovane ipersensibile che cerca nel mare una cura per la sua paura della vita.
Ann Deverià È una donna mandata alla locanda per guarire dall’adulterio. Il mare è per lei un luogo di espiazione e purificazione.
Padre Pluche Cerca nel mare le preghiere perdute, unendo fede e mistero.

La struttura del romanzo: tre libri in uno

Il romanzo si articola in tre sezioni distinte, ognuna con un proprio stile e una propria funzione narrativa. Questa struttura non è casuale, ma accompagna il lettore in un percorso di immersione progressiva:

  • Primo libro: Locanda Almayer. Introduce i personaggi e l’ambientazione. Il ritmo è sognante, quasi sospeso, e le storie vengono presentate come frammenti.
  • Secondo libro: Il ventre del mare. Cambia completamente tono. È un racconto crudo e violento del naufragio della fregata francese Alliance, un’immersione nell’orrore e nella lotta per la sopravvivenza.
  • Terzo libro: I canti del ritorno. Tira le fila delle vicende, portando a compimento (o a dissoluzione) i destini dei personaggi, che tornano alla vita trasformati dall’esperienza del mare.

Il mare come metafora della vita e dell’esistenza

Il vero protagonista del romanzo è il mare stesso, inteso come una potente metafora esistenziale. Non è solo uno sfondo, ma un’entità viva che agisce sui personaggi. Per alcuni è un luogo di conforto e guarigione, per altri di confusione e paura. Il mare può salvare e distruggere, portare via tutto e allo stesso tempo restituire consapevolezza. Rappresenta l’infinito, l’inconscio, l’abisso che ognuno porta dentro di sé. È un richiamo primordiale a vivere in modo autentico, a immergersi senza timore nell’oceano della vita, accettandone la calma e la tempesta. Come pubblicato dalla sua casa editrice Feltrinelli, è una storia “dove si incontrano destini e si sfiorano vite”.

Perché leggere Oceano mare oggi?

Questo libro è composto da domande universali in cui ogni lettore può ritrovare una parte di sé. Affronta i bisogni più profondi dell’anima: la ricerca di un senso, la necessità di guarire, la paura dell’ignoto. Questi temi sono resi sublimi dallo stile di Baricco: frammentato ma incredibilmente musicale, semplice nel lessico ma potente nelle immagini. L’atmosfera rarefatta, le descrizioni evocative e la narrazione quasi onirica spingono a una riflessione profonda. Per questi motivi, l’opera è un capolavoro senza tempo, un classico italiano che merita di essere letto e riletto.

‘’Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorare qualsiasi cosa, o quell’onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una sola parola o in una sola parola tutto nascondiamo? Sto qui, a un passo dal mare, e neanche riesco a capire, lui, dov’è. Il mare. Il mare’’.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

Articolo aggiornato il: 12/10/2025

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A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e attualmente studentessa magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale all'Università degli Studi di Padova. La mia passione per le arti in tutte le sue forme dal cinema alla letteratura guida il mio percorso accademico e professionale. Ogni aspetto della creatività mi affascina, e credo fermamente nel potere delle storie e delle immagini di trasformare il mondo che ci circonda!

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2 Comments on “Oceano mare di Alessandro Baricco | Recensione”

  1. Baricco non ha scritto “Città”. Il romanzo si chiama “City” ed è intraducibile poiché si tratta di un titolo.

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