La letteratura italiana è considerata una delle più ricche al mondo e presenta una miriade di opere che trattano i temi più disparati, cristallizzando nomi di grandi autori come Dante, Leopardi, Manzoni e Pirandello. Una pagina fondamentale della nostra storia, che si riflette profondamente sulla letteratura, è quella sulla Resistenza italiana durante la Seconda guerra mondiale. I romanzi nati da quell’esperienza appartengono in gran parte alla corrente del Neorealismo, un movimento che sentì l’urgenza di raccontare la realtà con un linguaggio diretto e senza filtri.
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I due volti della narrazione partigiana
La letteratura sulla Resistenza non è monolitica. Possiamo individuare due approcci principali che gli autori hanno adottato per raccontare questo periodo storico, come evidenziato dalla critica letteraria e da istituzioni come l’enciclopedia Treccani.
Approccio epico-corale | Approccio esistenziale-privato |
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La lotta partigiana è vista come un’azione collettiva e un momento di riscatto per un intero popolo. | La guerra è lo sfondo di un dramma personale, dove contano i dubbi e le sofferenze del singolo. |
I personaggi rappresentano simboli e ideali della lotta antifascista. | I personaggi sono uomini comuni, con le loro debolezze, paure e motivazioni personali. |
L’obiettivo è celebrare l’eroismo e il significato politico della Resistenza. | L’obiettivo è indagare la condizione umana di fronte alla violenza e alle scelte morali. |
Autore di riferimento: Elio Vittorini. | Autore di riferimento: Beppe Fenoglio. |
4 opere fondamentali della letteratura resistenziale
1. Il sentiero dei nidi di ragno (Italo Calvino, 1947)
Il sentiero dei nidi di ragno è il primo romanzo di Italo Calvino. Il tema della Resistenza è visto attraverso gli occhi di un bambino, Pin. Orfano e solitario, Pin vive con la sorella prostituta e, dopo aver rubato una pistola a un soldato tedesco, finisce in prigione. Viene fatto evadere da un partigiano, Lupo Rosso, che incarna l’ideale eroico della lotta. Pin si unirà però a un gruppo di partigiani più “umani”, segnati dalla sofferenza e dalle debolezze, mostrando una visione della Resistenza lontana dalla retorica e più vicina alla complessa realtà dei fatti.
2. Una questione privata (Beppe Fenoglio, 1963)
Questo romanzo di Beppe Fenoglio è un esempio perfetto dell’approccio esistenziale. La guerra e la lotta partigiana fanno da sfondo a quella che è la vera ossessione del protagonista, Milton: un dubbio amoroso. La sua “questione privata”, ovvero il timore che la ragazza che ama lo abbia tradito con il suo migliore amico, diventa più importante della guerra stessa. Fenoglio ci propone una visione profondamente introspettiva, dove il caos della storia si riflette nel tormento interiore di un uomo.
3. Diario partigiano (Ada Gobetti, 1956)
Quest’opera è fondamentale perché racconta l’esperienza della guerra dal punto di vista di una donna. Ada Gobetti fu un’attivista e partigiana, e il suo diario è una testimonianza diretta del ruolo attivo delle donne nella lotta. Su consiglio di Benedetto Croce, mise per iscritto la sua esperienza, dalla decisione di unirsi al figlio nella ribellione alla creazione di reti antifasciste che portarono alla nascita del Partito d’Azione clandestino. Il suo racconto offre uno spaccato prezioso sul contributo femminile, spesso dimenticato, la cui importanza è oggi tutelata da associazioni come l’ANPI.
4. Uomini e no (Elio Vittorini, 1945)
Pubblicato a ridosso della Liberazione, Uomini e no di Elio Vittorini è considerato uno dei primi e più importanti romanzi della Resistenza. Ambientato a Milano durante l’occupazione nazifascista, racconta le azioni di un gruppo di gappisti (Gruppi di Azione Patriottica). Il protagonista, Enne 2, è un intellettuale che vive un tormento amoroso, ma la narrazione si concentra sull’azione collettiva e sulla riflessione morale e politica della lotta. L’opera si interroga su cosa significhi rimanere “uomini” di fronte alla violenza e alla necessità di uccidere, incarnando l’approccio epico-corale.
Articolo aggiornato il: 18/09/2025