Un’estate ad Anzio, un romanzo di Maurizio Giannini

Maurizio Giannini

Un'estate ad Anzio, un romanzo di Maurizio Giannini

Edito a maggio di quest’anno da Aracne Editrice, Un’estate ad Anzio (ed erano gli anni Sessanta) è un romanzo dell’autore romano Maurizio Giannini, il quale ha preso spunto da storie autobiografiche per dare vita alla sua opera. Quest’ultima, riproposta dopo ben trentuno anni dalla prima pubblicazione, si apre con un’approfondita premessa curata dal direttore della collana Brigadoon Antonio Lanza, tra l’altro protagonista dei fatti in essa raccontati.

Siamo ad Anzio, durante gli indimenticabili anni ’60, ed è agosto. È qui che, ogni anno, si ritrovano presso lo stabilimento balneare Dea Fortuna gli amici dello scrittore-narratore – ai tempi studente universitario – per trascorrere le tanto attese vacanze estive. Uno a uno, con i loro soprannomi e le loro caratteristiche individuali, vengono presentati i componenti della comitiva come Roberto detto il Piovra, Loredana (il flirt dell’autore dell’anno precedente), Franco detto il Peloso, Antonio detto il Falco e gli altri protagonisti che animano le pagine del romanzo. Insieme e grazie a loro, il lettore viene catapultato in un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, in uno dei periodi più dolci della storia italiana. Alla dolcezza del ricordo, si aggiunge poi la semplicità tipica dei giovani di quegli anni che, tra le mattinate in spiaggia, le feste da ballo casalinghe, le gite a Nettuno, le cacce al tesoro e i pomeriggi trascorsi alla rotonda sul mare, assaporano e vivono l’amicizia e l’amore con una genuinità disarmante e una spensieratezza oggi dimenticate. Il tutto con, in sottofondo, le note delle canzoni allora in voga di Rita Pavone, Fred Bongusto, Bobby Solo e dei numerosi cantanti allora di successo, a fare da colonna sonora alla loro estate così come a quella dei loro coetanei.

Un’estate ad Anzio e il dolce sapore salato della nostalgia secondo Maurizio Giannini

Maurizio Giannini, rinomato scrittore di romanzi rivolti ai ragazzi, riesce, con il suo stile diretto, fluido, semplice ma incisivo, a rievocare nella mente di chi ha vissuto il periodo da lui descritto in Un’estate ad Anzio un’epoca e un’Italia ormai scomparse perché passate. La nostalgia che scaturisce dalle sue pagine, non riaffiora soltanto nella sua generazione che, indubbiamente, si ritrova in quanto in esse riportato ma anche in quelle successive che possono immaginare nitidamente quello spaccato di vita pur non serbandone memoria. Tutto ciò è possibile grazie all’accuratezza dei dettagli, alla precisione con cui vengono spiegate emozioni e sensazioni perdute, alla naturalezza che caratterizzava i comportamenti.

Per tutte queste ragioni, Un’estate ad Anzio è un romanzo intramontabile, fresco capace di catturare l’attenzione dei giovani di oggi e di chi giovane non lo è più anagraficamente ma lo è ancora dentro e grazie a quest’opera può tornare a esserlo.

A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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