Canzoni folk americane, sei brani per riscoprire l’altra America

Canzoni folk americane

Canzoni folk americane, 6 brani di grandi artisti internazionali e musicisti locali per riscoprire un lato nascosto degli Stati Uniti

Quando si pensa agli Stati Uniti,  la nostra immaginazione ci porta nelle grandi e affollate metropoli come Boston e New York sulla Costa orientale, Miami in Florida, Chicago nei pressi della regione dei Grandi Laghi oppure San Francisco, Los Angeles e San Diego sulla Costa occidentale. Si tratta di luoghi importanti anche dal punto di vista musicale: Miami veniva raccontata dal giovanissimo Will Smith in una canzone rap omonima,  il noto rapper Eminem proviene da Detroit,  mentre la sede degli Hollywood Vampires (il club di rockstar gestito da Alice Cooper negli anni Settanta) si trova nella “capitale mondiale del cinema”.

Oltre “all’America delle grandi metropoli”, esiste anche “l’America dell’entroterra rurale rappresentata dalla musica folk”.  Un mondo  diverso, lontano dal panorama internazionale rock, pop e rap delle metropoli; enormi distese pianeggianti, estesi ranch e città di  campagna dove i visitatori possono immergersi in un’atmosfera culturale (e musicale) locale. Le due anime dell’America folk hanno origini diverse: una “bianca”, che risale alla musica country degli immigrati europei (diretti verso il Far West) e l’altra “nera”, rappresentata dalla musica degli afroamericani (dai generi jazz, blues e gospel). Queste due anime riuscirono  a fondersi grazie ad alcuni musicisti, che si fecero promotori del superamento  delle barriere etnoculturali, è il caso di Elvis Prisley e del suo rock and roll. Il cantante nato a Tupelo, in passato accusato di aver rubato la musica nera, in realtà riuscì a riunire le due anime del Tennessee all’interno di canzoni divenute eterne nella storia della musica.

Canzoni folk americane da riscoprire 

Ecco una lista di sei canzoni folk americane per riscoprire l’America delle campagne del Profondo Sud o per ricordare le musiche dei pionieri verso Ovest. 

Hound dog, la cover di Elvis Prisley

You ain’t nothin’ but a hound dog

Cryin’ all the time You ain’t nothin’ but a hound dog

Cryin’ all the time

Well, you ain’t never caught a rabbit

And you ain’t no friend of mine

In primis, una delle canzoni più adatte per raccontare l’America folk e rurale è Hound Dog. La canzone originale, di genere blues, fu cantata  da Willa Mae Thornton “Big Mama”, una cantante afroamericana. Il successo di questo brano fu posteriore al 1956, quando il giovanissimo Elvis Prisley decise di realizzare una cover  in chiave rock and roll. Il risultato fu la nascita di una delle migliori canzoni mai registrate, secondo il giornale musicale The Rolling Stone, un grande cult della musica statunitense omaggiato anche in pellicole come America Graffiti di George Lucas. 

Ain’t no grave, la cover di Johnny Cash

When I hear that trumpet sound

I’m going to rise right out of the ground

Ain’t no grave Can hold my body down

Segue questa rassegna una seconda cover di un  brano gospel. La canzone originale è del predicatore e musicista Claude Ely (1922-1978), il quale la scrisse  dopo essere sopravvissuto alla tubercolosi. In seguito, diversi artisti realizzarono una cover di Ain’t No Grave, tra cui c’è Johnny Cash.

Cash incise il singolo nel 2003 e lo pubblicò  nel 2010, inserendolo nell’album postumo American IV: Ain’t No Grave. Il testo presenta immagini religiose come l’imminente arrivo dell’arcangelo Gabriele sulla Terra, il suono della  tromba (il riferimento è al noto strumento che annuncia l’Apocalisse) e la richiesta di essere salvato recitando una preghiera rivolta a Gesù. Ain’t No Grave è divenuta nota, presso il pubblico di massa, sia attraverso le colonne sonore del film Django Unchained di Quentin Tarantino e della serie tv di HBO Westworld, oppure come canzone per i trailer, come nel caso di Pirati dei Caraibi-La vendetta di Salazar.

Ten Million Slaves di Otis Taylor

Ten million slaves crossed that ocean

They had shackles on their legs

Ten million slaves crossed that ocean

They had shackles on their legs

Don’t know where, where they’re going

Don’t know where, where they’ve been

Don’t know where, where they’re going

Don’t know where, where they’ve been

Otis Taylor è un polistrumentista e cantautore afroamericano poco noto al grande pubblico. Originario della città di Chicago, Otis Taylor nacque nel 1948 e da giovane si avvicinò alla musica jazz. Dopo aver imparato a suonare la chitarra, il banjo e l’armonica,  egli alternò la propria vita tra l’essere un musicista e un gestore di un negozio di antiquariato.

Tra i brani più noti abbiamo Nasty Letter e Ten Million Slaves; ambedue inseriti nella colonna sonora del film Nemico pubblico- Public Enemies di Michael Mann, basato sulla storia del criminale John Dillinger.

Ten Million Slaves racconta la triste vicenda della schiavitù degli afroamericani; essi furono condotti nelle piantagioni di cotone tra il XVII e il XIX secolo alimentando il commercio atlantico tra Europa, Africa e colonie americane. L’autore, assieme alla figlia Cassie, racconta il dramma di quella gente che si trovò schiava in una terra ignota dopo essere sopravvissuta ai lunghi viaggi per l’oceano, ammassati nelle stive di possenti navi spagnole, portoghesi ed inglesi. 

Like a Rolling Stone di Bob Dylan

How does it feel, how does it feel?

To be without a home

Like a complete unknown, like a rolling stone

Bob Dylan è il noto bardo della musica folk americana, il cantore di un’epopea folk che lasciò il posto alle grandi metropoli. Il grande musicista (vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2016 in qualità di poeta) è ricordato per grandi brani come Blowing in the Wind, The Times They are A-Changin’, Nashville skyline, Knocked Out Loaded e Oh Mercy. Like a Rolling Stone è considerata tra le sue migliori canzoni secondo il quotidiano statunitense The Rolling Stone. Quando stilarono la lista delle 500 canzoni migliori di sempre, la redazione inserì questa canzone al primo posto, per poi essere sostituita, nel 2021, da Respect di Aretha Franklin. 

Canzoni folk americane da riascoltare

Fortunate son dei Creedence Clearwater Revival

It ain’t me,

it ain’t me

I ain’t no senator’s son, son

It ain’t me, it ain’t me

I ain’t no furtunate one, no

I Creedence Clearwater Revival erano una rock band statunitense attiva dal 1967 al 1972, costituita da John e Tom Fogerty, Stuart Alden “Stu” Cook e Doug “Cosmo” Clifford. La canzone Fortunate son si allontana dal rock degli anni Sessanta dei Beatles, dei Rolling Stones e dei Beach Boys per avvicinarsi al roots rock degli stati periferici. Il famoso brano è una denuncia  contro il potere dei grandi imprenditori, delle lobby e i “giovani fortunati” (cioè i figli di dirigenti, uomini d’affari o politici), nonché l’inno della controcultura giovanile contro la guerra, soprattutto quella del Vietnam. In un certo senso, possiamo avvicinare questo singolo a Born in U.S.A del leggendario Bruce Springsteen. 

Too Old to Die Young di Brother Dege

Round and round

Round we go

Where it stops?

Nobody knows it yeah

Side to side, baby Back and forth

God above and the devil below him

In conclusione, l’ultimo esempio di canzone folk americana è Too Old to Die Young, un brano del musicista e cantante soul Brother Dege, “un outsider” originario del “Profondo Sud”.  Brother Dege ha pubblicato nel corso degli anni diversi singoli (come Dead&Gone, Day I Was Born, Jones for War, Supernaut, The Battle of New Orleans), riscuotendo grande successo nei locali e stadi degli Stati Uniti meridionali.  

Too Old to Die Young presenta un testo di profondo impatto, cita le grandi ballate folk del West e ne riprende i motivi e i temi. Il regista Quentin Tarantino ha inserito una versione di questa canzone, realizzata dallo stesso Dege, all’interno della colonna sonora del film western Django Unchained. 

Fonte immagine di copertina: Pixabay

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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