Jacob Collier, il prossimo Mozart?

Jacob Collier

Jacob Collier, classe ’94, nasce a Londra da una famiglia di musicisti.
La madre Suzie Collier, violinista, conduttrice di orchestra e professoressa presso la Royal Academy of Music’s Junior Academy di Londra, è spesso citata tra le sue maggiori influenze musicali, o meglio, costituisce uno dei principali motivi che lo hanno spinto ad avvicinarsi alla musica, essendosi più volte autoproclamato un autodidatta.

Nel 2011 inizia a farsi un nome su internet tramite YouTube, caricando una serie di suoi complessi arrangiamenti di brani famosi, eseguiti cantando a cappella avvalendosi della tecnica di montaggio in post-produzione con split-screen video, o in versione strumentale completa, suonando tutti gli strumenti e cantando dalla prima all’ultima sezione del brano in questione.
Dopo che le sue versioni di “Don’t You Worry ‘bout a Thing”, “Isn’t She Lovely”  di Stevie Wonder e “Pure Immagination” tratto dalla colonna sonora del classico cinematografico Charlie e la Fabbrica di Cioccolato superarono i 7 milioni complessivi di views, nel 2014, attirò l’attenzione di Quincy Jones che gli propose, con successo, di firmare un contratto con la sua agenzia di management.
Fu in quel periodo che il giovanissimo Jacob Collier iniziò a lavorare al suo one-man audio-visual show, affiancato dal Massachussets Institute of Technology, che sarebbe diventato, negli anni a seguire, uno dei suoi spettacoli più amati e più conosciuti dal pubblico.

Lo show consiste in una sua esibizione senza altri musicisti, come lascia intendere il nome, in cui suona tutti gli strumenti presenti sul palco e canta tutte le parti vocali dei brani che va ad eseguire, con una complessa tecnica di registrazione e looping dei vari strumenti.

Nel 2016, rilascia il suo debut album, In My Room, che ha autoprodotto/arrangiato/registrato nel piccolo studiolo costruito sul retro della casa di famiglia, a Finchley (a nord di Londra).
L’anno dopo, nel 2017, vince ben due Grammy Awards all’età di 22 anni, per i suoi arrangiamenti del tema dei “Flinstones” ed il famoso brano di Stevie Wonder “You and I”.
Nel 2018, Collier inizia a lavorare su Djesse, un album diviso in 4 volumi e con una tracklist che conta 50 brani e varie collaborazioni con artisti e ensemble musicali di calibro internazionale, tra cui Sting, Steve Vai, Lionel Richie, Lianne La Havas, Daniel Caesar, John Mayer, la madre Suzie e tanti altri.
Il giovane virtuoso londinese è uno dei musicisti più acclamati degli ultimi anni, egualmente amato sia da tecnici, intenditori e colleghi che masticano teoria musicale, che da ascoltatori casual che ne apprezzano semplicemente le doti artistiche.
Oltre che per la sua conoscenza fuori dal comune della teoria musicale, il suo orecchio assoluto e il suo talento quasi alieno da polistrumentista e cantante, Jacob Collier è anche conosciuto per le sue capacità da produttore.

La sua rubrica “Logic Session Breakdown” in cui analizza e scompone nel giro di un paio d’ore alcuni dei progetti Logic dei suoi brani più famosi è un vero e proprio showcase di produzione, tra uso di VST, plugins, effetti e cura dell’EQ.
La fortuna su larga scala di Collier deriva dalla sua capacità di unire con naturalezza quasi spiazzante, sonorità pop accattivanti a complessi movimenti armonici e ritmici.

Ed è per questo che tra le sue collaborazioni spiccano sia nomi di artisti pop che di giganti di jazz  e affini come Herbie Hancock, Chick Corea, Stevie Wonder, Quincy Jones, Jamie Cullum e gli Snarky Puppy.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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