Lucio Battisti e Mogol: il loro legame e «I giardini di marzo»

Lucio Battisti: il legame con Mogol e «I giardini di marzo»

Quando si può dire riuscito un sodalizio artistico? Non bastano i numeri, gli ascolti o gli incassi. Se è di arte che si parla, si può dire di aver vinto quando ciò che ne deriva sono specchi riflessi degli amori, delle malinconie e delle inquietudini non di una sola generazione ma di tante. Lucio Battisti, grandioso e singolare musicista, e Giulio Rapetti alias Mogol, suo paroliere di fiducia, dal cantante denominato “il poeta”, ne sono un esempio lampante.

La formula vincente del rapporto tra Battisti e Mogol

Le motivazioni del loro successo potrebbero essere varie: la ristrettezza dei limiti dello stesso entro i confini professionali, il tempo estremamente prolungato di lavoro, il talento preso singolarmente dei due. In realtà, non si può individuare l’intangibilità: le melodie di Battisti, come racconta spesso Mogol nelle sue interviste, erano la tavola perfetta per accogliere i suoi versi, dal momento che parevano comunicare a priori. La poesia sembrava incastonarsi perfettamente nella musica, erano quindi i versi che si adattavano alle note e non viceversa. Questa sinergia ha dato vita a un repertorio vastissimo, consultabile anche attraverso archivi ufficiali come quello della SIAE.

La formula vincente di Battisti e Mogol
Elemento chiave Descrizione
Tematiche L’esplorazione dei sentimenti universali (amore, inadeguatezza, malinconia) e delle fragilità umane, anziché della politica.
Linguaggio Versi semplici, diretti ed evocativi che si adattavano alla melodia, creando immagini potenti e riconoscibili.
Musica Melodie innovative, che univano la tradizione melodica italiana a sonorità internazionali come il rock e il soul.
Interpretazione La voce unica e intensa di Battisti, capace di trasmettere ogni sfumatura emotiva del testo con sincerità e pathos.

La comunicazione al centro di tutto: l’uomo comune come protagonista

La comunicazione e la ricerca della stessa erano l’imperativo di Lucio Battisti e Mogol, sopra la divulgazione, sopra la politica, sopra gli orpelli. Il periodo fiorente del loro lavoro ha coinciso con i successi di grandi cantautori italiani che si occupavano di portare più possibile in auge il messaggio politico, Francesco Guccini su tutti. Le tematiche affrontate da Lucio Battisti e Mogol sono invece di natura prettamente amorosa, con importanti venature che fanno emergere disincanto, inadeguatezza e malinconia. Il contrasto è continuo e le interpretazioni di Battisti riuscivano a renderlo sempre intensamente. Oltre le tematiche sociali e politiche, si preferisce quindi andare sul privato, molto spesso scavando nella biografia di Mogol stesso.
Raccontare le paure, le fragilità e le ansie del quotidiano dell’uomo comune sono la chiave della popolarità di quasi 150 brani. Far riferimento alla popolarità, se parliamo di Lucio Battisti e Mogol, non è limitato al successo numerico, quanto alla capacità evocativa dei prodotti artistici. Se dopo decenni ogni rappresentante di ciascuna generazione a partire dagli anni ’70 può dire di riconoscersi in quei brani è perché vi sono codici immanenti che parlano a tutti indistintamente, a prescindere dal ruolo sociale, dalle inflessioni politiche, dalle esperienze di vita. Riferirsi alle condizioni esistenziali dell’uomo consente a ciascun ascoltatore di trovare la propria chiave, il proprio messaggio, dalle canzoni più impegnate a quelle più leggere.

Un brano che esemplifica tutto: I giardini di marzo

La canzone risale al 1972 ed è il brano d’apertura del quinto album intitolato Umanamente uomo: il sogno, firmato Lucio Battisti e Mogol, che contiene altre canzoni diventate classici, tra cui E penso a te. Il testo non parla solo d’amore, vi sono inserite molteplici riflessioni poetiche sulla nostalgia, la solitudine e l’inafferrabilità delle cose. Mogol mette a nudo ricordi preziosi della sua vita ripercorrendo le difficoltà e le inquietudini di infanzia e giovinezza.

La scelta del titolo non è casuale. Il mese di marzo è il mese in cui ha inizio la primavera, simbolo di rinascita e di amore, tema ripreso più volte nel brano. Un’altra interpretazione può invece avere a che fare con la struttura narrativa del testo. Come sarà evidente dalla successiva analisi, il mese di marzo è caratterizzato da continue variazioni meteorologiche; allo stesso modo, il brano ci fa spostare continuamente i piani temporali attraverso riflessioni sul presente intervallate da flashback.
Lo stile testuale è sofisticato, la metafora e il simbolismo sono evidenti. I ricordi legati al passato in cui si evince il senso di vergogna, l’amarezza, la malinconia, la fuga in riferimento ad accadimenti pratici sono simmetricamente collegati all’epilogo del brano stesso e alla verità espressa nel ritornello: la mancanza di coraggio nell’affrontare se stessi e i propri sentimenti.
La melodia è malinconica e ciò si sposa perfettamente con il testo nostalgico, specialmente nelle strofe. Poi gradualmente avviene un cambio, ci sono degli archi che trasportano l’ascoltatore nel ritornello evocando immagini sognanti e naturali: «in fondo all’anima cieli immensi e immenso amore»; «fiumi azzurri e colline e praterie dove corrono dolcissime le mie malinconie». La musica va via via contraendosi sul finire del ritornello accompagnando il senso di ciò che comunica lo stesso, non a caso Lucio Battisti era un maestro della melodia.

Analisi del testo de I giardini di marzo

Di seguito si riportano parti del testo intervallate da piccole analisi in riferimento a quanto detto sopra:

Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
E alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli

Il famoso incipit è emblematico, solo leggendolo la linea vocale incerta di Lucio Battisti sembra quasi trasparire. Il tema principale è proprio la mancanza di soldi collegata al ricordo della figura materna che indossava sempre lo stesso vestito. Il primo sentimento che traspare è l’amarezza, che forse è collegata alle difficoltà persino di andare a scuola. Poi c’è il primo senso di vergogna, di inadeguatezza: la timidezza del non riuscire vendere i libri fuori dalla scuola, a differenza dei suoi compagni.
Non riuscire ad essere parte di un gruppo e di una comunità è un riflesso diretto delle proprie limitazioni psicologiche e il «perché non parli» che Lucio Battisti canta a chiusura della seconda strofa è un invito implicito a reagire. Invito accolto subito dopo nel ritornello:

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell’anima
In fondo all’anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è

Nel ritornello, si ritorna sul piano temporale del presente attraverso una serie di domande retoriche che vogliono quasi evidenziare la necessità di allontanare il passato. Si apre una finestra che affaccia direttamente nel cuore del narratore, rivelando amore, speranza, immensità del sentimento costantemente negata e voglia di accogliere le bellezze della vita. Ma la chiusura del ritornello traduce la mancanza di coraggio per paura di un rifiuto del mondo o di una donna amata.

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti “Tu muori”
“Se mi aiuti, son certa che io ne verrò fuori”
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

La terza e ultima strofa, oltre ad essere caratterizzata da un ritmo più sostenuto, calca ancora la mano sul trauma della sua condizione, tradotto nel «Tu muori». Il morire, come monito, come constatazione, è una frase che lui dice a se stesso. Si muore un po’ quando non si vive a pieno; nel testo lui sceglie di farselo ricordare dalla figura dell’amata, alla quale l’autore mai è riuscito a rivelare i suoi sentimenti, mentre lui riesce ed essere solo spettatore della sua propria vita e del nuovo amore di lei, confinandosi in un turbinio di apatia.

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell’anima
In fondo all’anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è

Con dolcezza e crudezza insieme, il brano si conclude col secondo ritornello. Il protagonista-narratore, a cui Mogol prima e Lucio Battisti poi hanno dato vita, non ha il coraggio di scegliere l’amore; la donna che ama diventa quindi “un’attrice di ieri”.
Qual è quindi il senso ultimo della canzone? La paura è la nostra peggiore nemica e spesso l’illusione della sua grandezza non ci permette di ridimensionarla, impedendoci di vivere come vorremmo.

Fonte immagine per l’articolo su Lucio Battisti e Mogol: copertina dell’album Umanamente uomo: il sogno di Lucio Battisti

Articolo aggiornato il: 11/09/2025

Altri articoli da non perdere
Gran Zebrù: massiccio di nostalgia questo primo Ep

Si intitola didascalicamente “EP1” questo esordio discografico milanese immerso tra scenari metropolitani e antiche reminiscenze psichedeliche, tornando all’acidità di alcuni Scopri di più

Orquídeas di Kali Uchis: 3 canzoni da non perdere
orquideas di Kali Uchis

Kali Uchis è una cantautrice colombiano statunitense attiva nella scena musicale dal 2012. La sua voce unica e il sound Scopri di più

Corde Oblique, The Moon Is a Dry Bone è il nuovo album
Corde Oblique

Lo scorso 3 aprile, per Dark Vinyl Records (distribuzione Audioglobe), è uscito The Moon Is a Dry Bone, il nuovo Scopri di più

When We All Fall Asleep, Where Do We Go? di Billie Ellish: 3 canzoni consigliate
When We all Fall Asleep, Where Do We Go? di Billie Eilish

Billie Eilish dopo il grande successo di Idontwannabeyouanymore nel 2017, ha attirato l'attenzione di molte persone e molti aspettavano con grande Scopri di più

La magia del design sonoro nei videogiochi e film
La magia del design sonoro nei videogiochi e film

Il design sonoro, o anche sound design, è l'arte di creare l'aspetto sonoro di un prodotto, come un videogioco, ma Scopri di più

Ovunque Sarai di Irama | Significato e analisi del testo
Ovunque Sarai di Irama

Irama, con il suo nuovo singolo "Ovunque Sarai" è riuscito a commuovere il web e a far sì che la Scopri di più

A proposito di Francesca Zampelli

Vedi tutti gli articoli di Francesca Zampelli

Commenta