Musica riempitiva | Perché ne abbiamo bisogno

Musica riempitiva, perché ne abbiamo bisogno

Quante volte ci è capitato di telefonare ad un ente ed essere messi in attesa con la musica di Vivaldi in sottofondo? Oppure di essere in sala d’attesa e sentire quelle monotone melodie ripetitive per colmare il vuoto del silenzio. Sono tutti esempi di musica riempitiva, può essere strumentale, come nella maggior parte dei casi, oppure può trattarsi di musica pop, in particolare per quanto riguarda i call center, in quel caso viene solitamente estratto il ritornello di una canzone che abbia una melodia ripetitiva di modo da poter essere usato a loop come fosse una traccia unica con lo stesso pattern sonoro. 

La musica riempitiva ci aiuta a scandire meglio il tempo che passa, evitando che l’ansia dell’attesa lo faccia percepire più lungo. Non è un caso che oggigiorno, in una generazione che non riesce più ad accettare l’attesa, sia nel ricevere un servizio da altri che nel raggiungere un risultato a seguito di un lavoro che abbiamo cominciato noi stessi.

Un esempio? La moda di ascoltare tracce lo-fi mentre si studia o si crea manualmente un oggetto, la ascoltiamo nelle cuffiette ed accompagna ogni movimento, la ripetitività dei suoni che le caratterizza ci da l’impressione di non essere lì da molto, ci rende più a contatto con il momento presente, evitando di farci pensare a cosa dovremmo fare di lì a poco. Un esempio in cui la musica riempitiva è necessaria, se non fondamentale: prendiamo in esame una ragazza che ricama un cuscino, durante il percorso si fermerà varie volte a pensare al risultato, a come sarà quando avrà finito, proietta nella sua testa un immagine del disegno completo e la sovrappone al cuscino che ha tra le mani, pensa dunque di non farcela perché il tempo che ha trascorso fino a quel momento non l’ha portata lontano e crede di non riuscire a completare il suo lavoro. Se invece mentre lavora alle sue creazioni sceglie di ascoltare della musica la sua mente si focalizzerà solo sui singoli movimenti, come se fosse sempre un unico momento presente, emulando quelle sensazioni simili al post meditazione.

A volte invece sentiamo la necessità di un altro tipo di musica riempitiva, quella che ci accompagna come colonna sonora della vita quotidiana. A differenza della musica di attesa o di concentrazione, nella vita di tutti i giorni abbiamo una forte necessità di dopamina, per avere l’energia necessaria ad affrontare le difficoltà della giornata. Quando siamo su un pullman per recarci all’università o in auto, diretti a lavoro, sappiamo che di lì a poco ci ritroveremo nella frenetica routine di sempre, per evitare di sentirci troppo distaccati da noi stessi abbiamo bisogno di stare bene con le nostre emozioni, di essere stimolati dalle canzoni che in passato abbiamo connesso a ricordi piacevoli della nostra vita.

Per questo al mattino molte persone ascoltano la radio, nel cervello umano produce quasi lo stesso effetto eccitante che produrrebbe una tazzina di caffè. Se ci sentiamo sopraffatti, dall’ansia dalle scadenze o dal malessere, abbiamo bisogno di musica nel nostro cuore, musica docile che possa cullare le nostre emozioni, coccolarci e rassicurarci del fatto che questo momento di incertezza è parte della nostra vita, forse ne avevamo bisogno; quindi accettiamo la debolezza che ci pervade, per poi riprenderci come quando -stremati dopo un lungo tragitto- ci lasciamo cadere in un sonno profondo per ore, per poi risvegliarci risanati.

La musica riempitiva non potrà mai essere abbandonata, poiché necessitiamo sempre più di stimoli dall’esterno per sentirci in pace ed al sicuro. 

Fonte immagine: pixabay

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