Forgotify è un servizio web che riproduce esclusivamente brani musicali presenti su Spotify che hanno zero ascolti. In un’era dominata da playlist personalizzate e algoritmi, questo strumento nasce come un atto di ribellione contro la musica di massa, offrendo una seconda possibilità a milioni di canzoni perdute nell’immenso catalogo della piattaforma. È un viaggio nell’ignoto musicale, un’esperienza di scoperta basata sulla pura casualità.
Cos’è Forgotify e come funziona esattamente?
Forgotify è un progetto nato nel 2014 da Lane Jordan, J. Hausmann e Nate Gagnon per dare visibilità alla “coda lunga” musicale. Tecnicamente, il sito si collega direttamente al catalogo di Spotify tramite le sue API (Application Programming Interface) pubbliche, come documentato su Spotify for Developers. Il suo algoritmo è programmato per fare una cosa molto specifica: cercare e riprodurre solo ed esclusivamente i brani il cui contatore di ascolti è pari a zero. Una volta che un brano viene riprodotto tramite Forgotify, il suo contatore su Spotify sale a uno, e quel brano non sarà mai più disponibile sulla piattaforma di scoperta. Come riportato da testate come The Guardian al momento del suo lancio, il sito mira a risolvere un paradosso: su un catalogo di decine di milioni di canzoni, circa il 20% non è mai stato ascoltato neanche una volta.
L’esperienza di ascolto: tra gemme nascoste e rumori bizzarri
Utilizzare Forgotify è un’immersione nel caos: non è possibile scegliere un genere, un artista o un’epoca. Quella che potrebbe sembrare una limitazione è in realtà la sua filosofia. Spesso ci si imbatte in registrazioni audio, suoni ambientali o brani che difficilmente si possono definire musica. Altre volte, la selezione casuale propone canti tribali, musica religiosa o brani folkloristici di angoli remoti del mondo. Tuttavia, con un po’ di perseveranza, è possibile scovare vere perle. Brani come My gold ring dei “Brothers Figaro, The” o canzoni orecchiabili come Dancin’ Cowboys di D. Maverick emergono da questo oceano di suoni. L’esperienza non è trovare subito ciò che si cerca, ma scoprire l’esistenza di qualcosa che non si poteva nemmeno immaginare.
Forgotify vs. Algoritmo di Spotify: un confronto
Questa tabella mette a confronto le due diverse filosofie di scoperta musicale.
Caratteristica | Forgotify (scoperta casuale) |
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Scopo | Salvare canzoni dall’oblio digitale; offrire una scoperta basata sulla serendipità. |
Metodo di selezione | Ricerca attiva di brani con “zero ascolti” nel catalogo di Spotify. |
Esperienza utente | Imprevedibile, caotica, spesso bizzarra ma potenzialmente sorprendente. Nessuna personalizzazione. |
Risultato finale | Espansione dei propri orizzonti musicali verso territori completamente inesplorati. |
Vale la pena provare Forgotify?
Sì, a patto di approcciarlo con lo spirito giusto: non è uno strumento per trovare la prossima hit, ma un’esperienza culturale. Forgotify è un potente promemoria di quanto sia vasto e variegato il patrimonio musicale mondiale caricato sulle piattaforme digitali. Dà una possibilità a gruppi folk di luoghi remoti, a esperimenti sonori e ad artisti che, per barriere linguistiche o mancanza di mezzi, non sono mai entrati nella “bolla di filtraggio” degli algoritmi. È un modo divertente e a tratti surreale per esplorare la musica non come un prodotto da consumare, ma come un immenso archivio di espressioni umane in attesa del loro primo ascoltatore.
Articolo aggiornato il: 06/10/2025