6 luglio 2023: 490 anni dalla scomparsa di Ariosto

6 luglio 2023: 490 anni dalla scomparsa di Ariosto

Il 6 luglio 2023 è una data da ricordare in quanto segna i 490 anni dalla scomparsa di Ludovico Ariosto, un autore ancora oggi presente in tutti i libri di letteratura italiana. Con questo articolo si cerca di scoprire qualcosa in più su uno degli scrittori italiani più famosi di sempre.

La vita

Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474 e fu il primo di ben 10 figli. Suo padre fu un militare mentre la madre una nobildonna. Inizialmente il padre lo indirizzò vero gli studi giuridici, ma poi poté dedicarsi agli studi umanistici ed Ercole I d’Este fu il suo mecenate. Tuttavia, nel febbraio 1500, il padre di Ariosto morì e la responsabilità di mantenere la famiglia ricadde sul primogenito. Egli quindi per un po di tempo svolse un incarico militare presso il castello di Canossa, quindi iniziò un lungo periodo al servizio del Cardinale Ippolito d’Este.

Ariosto dovette compiere diversi viaggi per conto del cardinale, in particolare si recò più volte a Roma tra il 1509 e il 1510 per chiedere al Papa Giulio II fondi in prestito per la guerra tra Ferrara e Venezia. Sembra che per queste richieste non corresse buon sangue tra Ariosto e il Papa e che quest’ultimo lo minacciò costringendolo a scappare da Roma. Nel 1517, Ippolito d’Este decise di andare in Ungheria anche a causa del cattivo rapporto con il Papa ma Ariosto non volle seguirlo e, di conseguenza, iniziò un nuovo incarico al servizio di Alfonso d’Este, fratello del cardinale.

Anche le nuove mansioni lo obbligarono ad allontanarsi da Ferrara e da sua moglie per andare a Roma, Firenze e poi in Garfagnana. L’ultimo viaggio di Ariosto fu quello verso Mantova, dove Alfonso I d’Este incontrò Carlo V d’Asburgo. Ariosto si ammalò di enterite e, dopo alcuni mesi di malattia, morì il 6 luglio 1533.

Le opere

Nonostante i tanti incarichi, Ludovico Ariosto riuscì ad essere un autore prolifico e ad essere ricordato anche per altre opere oltre al famosissimo poema cavalleresco Orlando furioso. Solo negli anni della giovinezza compose 67 liriche in latino. Esse sono sia testi dal carattere erudito che componimenti più leggeri. In seguito compose 87 liriche in volgare toscano ispirandosi al modello di Petrarca.

Tra il 1517 e il 1525, l’autore scrisse anche 7 opere satiriche basate su eventi biografici in cui egli si rivolge a personaggi reali quali suo fratello Alessandro e Pietro Bembo, scrittore che ebbe grande importanza nella storia della lingua italiana. Ad esempio, la Satira I espone i motivi per cui Ariosto ha deciso di non seguire il cardinale Ippolito d’Este in Ungheria e difende la propria libertà. Nella Satira II invece, indirizzata ad un altro dei suoi fratelli, l’autore critica la corruzione del mondo ecclesiastico.

Nel 1505 iniziò la composizione dell’Orlando furioso, il cui proemio inizia con il chiasmo più famoso della letteratura italiana. Ariosto si impegnò molto nella stesura di quest’opera, al punto tale che ne furono pubblicate 3 versioni, l’ultima delle quali è il risultato di un’approfondita revisione linguistica e un ampliamento contenutistico. L’Orlando furioso mira a concludere l’Orlando innamorato di Boiardo ed è dedicata a Ippolito d’Este.

Il poema è costituito da 2 filoni: quello epico con il racconto della guerra tra i Cristiani di Carlo Magno e i Saraceni di Agramante; e quello delle vicende romanzesche tra cui quella di Orlando. L’opera è una riuscita mescolanza di generi che con tono ironico riesce a trattare temi quali: l’inseguimento di un sogno, la follia, la guerra, l’eroismo e l’amore. Negli ultimi anni della sua vita Ariosto portò avanti anche la traduzione e la messa in scena delle commedie di scrittori latini quali Plauto e Terenzio.

Quale giorno migliore del 6 luglio 2023 per conoscere una piccola curiosità sull’autore? Ludovico Ariosto presentò l’ultima versione dell’Orlando furioso all’imperatore Carlo V e sembra che egli apprezzò moltissimo l’opera e gli conferì la corona d’alloro.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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Studentessa laureanda dell'Università di Napoli "L'Orientale".

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