Storiografia in Cina: Sima Qian, lo Shiji e il mandato del cielo

Storiografia in Cina

La storiografia in Cina non è stata una semplice cronaca di eventi, ma una disciplina fondamentale per la legittimazione del potere dinastico. Radicata nella tradizione confuciana, che vede nel passato un modello per il presente, la letteratura storica ha sempre avuto il compito di insegnare, giudicare e dare un ordine morale all’universo politico e sociale.

Il mandato del cielo: perché la storia era così importante?

Per comprendere la storiografia in Cina, è essenziale partire dal concetto di “Mandato del Cielo” (天命, Tiānmìng). Secondo questa dottrina, il diritto a governare di un imperatore era concesso dal Cielo e poteva essere revocato se il sovrano si dimostrava indegno. La storia, quindi, diventava lo strumento per dimostrare questa legittimità: la nuova dinastia al potere aveva il dovere di compilare la storia ufficiale di quella precedente, evidenziandone gli errori e la decadenza morale per giustificare la propria ascesa come un atto voluto dal Cielo. La storia era, a tutti gli effetti, un atto politico.

Sima Qian e la nascita della storiografia moderna cinese

Il padre della storiografia in Cina è universalmente riconosciuto in Sima Qian (ca. 145-86 a.C.), storiografo e astronomo della dinastia Han. Egli ereditò dal padre Sima Tan il compito monumentale di scrivere una storia completa della civiltà cinese, dalle origini mitiche fino ai suoi giorni. Il risultato fu lo Shiji (Memorie di uno Storico), un’opera che, come spiega l’Enciclopedia Treccani, andò ben oltre la semplice cronaca, fondendo ricerca su fonti scritte, indagini sul campo e testimonianze orali. Sima Qian portò a termine la sua opera anche dopo aver subito la terribile pena dell’evirazione, spinto dal dovere filiale e dalla convinzione di dover tramandare il passato per istruire il futuro.

Lo Shiji (Memorie di uno Storico): una struttura rivoluzionaria

Lo Shiji abbandonò il modello puramente annalistico di opere precedenti come il Chunqiu (“Annali delle Primavere e degli Autunni”), introducendo una struttura complessa e multi-prospettica che divenne il modello per tutta la storiografia successiva.

Sezione dello Shiji Contenuto e finalità
Benji (Annali Fondamentali) Cronaca degli eventi principali sotto ogni imperatore, dall’Imperatore Giallo fino all’imperatore Han Wudi. Fissa la cronologia ufficiale.
Biao (Tavole Cronologiche) Tabelle genealogiche e cronologiche che mostrano le relazioni tra i vari stati e le famiglie aristocratiche nel tempo.
Shu (Trattati) Monografie tematiche su argomenti come i riti, la musica, l’economia, i canali, l’astronomia. Descrivono l’evoluzione delle istituzioni.
Shijia (Casati Ereditari) Storia delle famiglie aristocratiche più importanti e degli stati feudali prima dell’unificazione.
Liezhuan (Biografie Esemplari) La sezione più innovativa, con biografie di personaggi di ogni ceto sociale: ministri, generali, filosofi, ma anche assassini, mercanti e popoli “barbari”. Qui emerge il giudizio morale dell’autore.

L’eredità di Sima Qian e le storie dinastiche

L’ideale storiografico lasciato da Sima Qian era quello di “non disprezzare il bello e non celare il brutto”, basandosi su resoconti fattuali. Tuttavia, il fine ultimo era sempre quello di fornire un insegnamento morale in linea con l’etica di Confucio. Il giudizio dello storico emergeva dalla scelta dei personaggi e dal modo in cui le loro storie venivano narrate. Questo approccio moralistico divenne la norma per la storiografia ufficiale in Cina. Lo Shiji divenne il modello per il canone delle Ventiquattro Storie Dinastiche, una monumentale raccolta che copre circa 4000 anni di storia cinese, a partire dall’Hanshu (Storia della dinastia Han) di Ban Gu. Per secoli, la storia è stata scritta da funzionari di corte, un’impresa statale il cui obiettivo primario è sempre stato quello di consolidare il presente attraverso un’attenta interpretazione del passato.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 07/10/2025

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