<<La bocca mi baciò, tutto tremante
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo innanzi…>>
Mentre lo spirito questo disse
l’altro piangeva; sicché di pietà
io venni mosso…
E mentre col mio Maestro mi volgevo a proseguire il mio cammino
fui attratto da un guizzo, e mi voltai :
Francesca si era assisa e mi fissava.
Sciolta la stretta eterna dell’amoroso abbraccio
per la prima volta nell’Infinito Tempo
sospeso Paolo, trascinato dal turbinio incessante,
solo Francesca ne era immune, immobile in quel punto.
Mi guardava… i suoi occhi lumi vuoti
eppur accesi. Dir non so
qual viso avesse, ma io tremai.
fiera e sdegnosa mi guardava a un tempo
senza chinar la testa. Pareva vampa.
<<“pietà” dicesti, per noi, gentile amico,
ma pietà è quella che ti vedo dentro gli occhi
o forse biasimo?
Peccai per troppo amore, e lo confesso
Eppure ho amato…
Giovinetta venne il tempo che il mio dover facessi:
Mi maritai; poi venne Amor, nella person di questi.
Perché fui donna, umana stirpe
Ed ebbi fame ed ebbi sete
E sonno, e freddo.
Tu dici “Colei che a compier questo viaggio mi dimanda
Io l’amo” e qual è la prova del tuo amore?
Cosa per lei soffristi?
Per lei facesti versi? Ma odi e canti per te facesti,
Alla tua gloria.
Amore è sacrificio, amore è dono, è sommo bene
Amore genera beneficio. Tu
Quale beneficio le portasti?
Chi in Terra amar non seppe
Il Mondo rese meschino.
Se il falso dico il Re che Tutto regge
Mi trascini.>>
Così parlò, e poi, con somma sfida
Volgendo gli occhi in alto
Come prendendo il volo
Si diede al vento
Finché l’altro non raggiunse, nuovamente, in amoroso abbraccio.
Turbato nella mente e ottenebrato
Io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
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