Francia: corsa alle librerie prima del secondo lockdown

Francia

Francia: i francesi fanno scorta di libri, non considerati beni di prima necessità.

A partire dallo scorso 30 ottobre, come sappiamo, la Francia è stata sottoposta ad un secondo lockdown a causa dell’impressionante aumento dei contagi, pertanto la popolazione è tenuta a restare in casa e ad uscire in circostanze di necessità o per l’acquisto di beni primari. Ciò ha comportato la chiusura di tutte le attività non ritenute indispensabili e tra queste, malauguratamente, vi sono anche le librerie, le quali lamentano forti cali degli incassi, a favore del magnate Amazon, il quale continua, indisturbato, il proprio servizio di e-commerce online. Tale situazione di disagio economico è stata denunciata dal Sindacato delle Librerie Francesi, le quali hanno richiesto più volte al Presidente Macron di rivedere le proprie scelte, in quanto alcune tra le storiche librerie indipendenti francesi risulterebbero, ormai, al collasso: tra queste, la famosissima “Shakespeare and Company“, libreria parigina, calamita per i turisti e angolo di storia letteraria per gli appassionati di Walt Whitman, Francis Scott Fitzgerald e molti altri autori del ‘900 che amavano frequentare questo gioiellino situato nel quartiere Notre-Dame della Ville Lumiére. Vista la situazione, i francesi si sono recati presso le librerie, facendo il pieno di libri e si sono resi protagonisti di uno scatto divenuto virale nei giorni scorsi che li raffigura in coda, sotto la pioggia, rispettando le distanze sociali, in paziente attesa di entrare nella catena di librerie francese Le Furet du Nord nella Grand Place di Lille.

Delle code fuori le librerie hanno parlato anche grandi giornali come “Le Parisien”, il quale ha dato spazio ad un reportage sull’argomento, riportando le testimonianze degli acquirenti pronti a sostenere il settore della cultura, tramite piccoli o grandi acquisti. Più volte è stato ribadito, in Francia, come nel nostro Belpaese, quanto il mondo della cultura si sia impegnato a rispettare tutte le norme anticovid, al fine di riuscire a convivere con il virus, anziché essere costretti a chiudere i battenti per una cattiva gestione della pandemia, ma purtroppo questo immenso sforzo non è stato apprezzato ed esattamente come nel nostro paese a risentirne sono gli unici spiragli di apertura verso la conoscenza che da sempre è l’unica chiave per la sopravvivenza.

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