Snorri Sturluson è una delle figure più monumentali della letteratura norrena e della storia medievale islandese. La sua influenza sulla nostra conoscenza della mitologia nordica è immensa, rendendolo un pilastro della cultura scandinava. Fu uno storico, poeta e politico islandese, nato a Hvammur, nell’Islanda occidentale, nel 1179.
La sua infanzia non si svolse nella sua città natale. All’età di tre anni, secondo una pratica comune dell’epoca per stringere alleanze, Snorri fu affidato per la sua educazione a Jón Loftsson a Oddi. Loftsson era un uomo di grande influenza, imparentato con la famiglia reale norvegese, e Oddi era il cuore culturale dell’Islanda del dodicesimo secolo. Qui il giovane Snorri ricevette un’istruzione eccezionale, assimilando sia la tradizione classico-cristiana sia quella antica norrena, un dualismo che segnerà profondamente le sue opere.
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Una vita tra politica e letteratura
La vita adulta di Snorri fu un intreccio di ambizione personale, attività letteraria e intrighi politici. Dopo la morte del padre Sturla e del suo mentore Jón, Snorri sposò la ricca ereditiera Hjǫrðís Bersadóttir. Questo matrimonio gli portò notevoli ricchezze e potere. Nel 1206 si trasferì a Reykholt, dove stabilì la sua residenza, amministrando una vasta proprietà e costruendo una fattoria con una piscina termale i cui resti sono visibili ancora oggi.
La sua abilità politica lo portò a essere eletto per ben due volte lögsögumaður (oratore della legge) dell’Althing, l’assemblea parlamentare del Commonwealth Islandese, una delle più antiche del mondo, come documentato anche dal sito ufficiale del parlamento islandese. Questo ruolo, il più prestigioso in Islanda, lo rese un arbitro delle leggi e una figura centrale nella politica del suo tempo, portandolo a stringere rapporti diretti con la corte norvegese, un legame che si rivelerà fatale.
Le opere che hanno definito un’epoca
Snorri Sturluson fu autore di numerose saghe e testi che rimangono fonti primarie per la storia e la mitologia scandinava. Tra le sue opere più celebri si annoverano la Saga di Egill Skallagrímsson, una delle più importanti saghe degli Islandesi, e soprattutto la Heimskringla (letteralmente “il globo terrestre”). Quest’ultima, a volte citata con il titolo latino *Orbe Terrarum*, è una monumentale raccolta di saghe sulla storia dei re di Norvegia, dalla mitica dinastia degli Ynglingar fino al 1177. La sua opera più significativa, però, e quella che cementa la sua importanza, è senza dubbio l’Edda in prosa.
L’Edda in prosa: il manuale della mitologia norrena
L’Edda in prosa, conosciuta anche come Edda recente o Edda minore, è un manuale di poetica norrena scritto intorno al 1220. L’obiettivo principale di Snorri era preservare la complessa tradizione poetica degli scaldi, i poeti di corte, fornendo loro gli strumenti per comprendere e comporre versi secondo le antiche regole. Per farlo, illustra la metrica e le kenningar, elaborate figure retoriche simili a metafore composte, tipiche della poesia scandinava.
Il merito più grande dell’opera, tuttavia, risiede nella sua trattazione sistematica dei miti e delle leggende della cultura germanica e scandinava. Per spiegare le kenningar, Snorri dovette narrare le storie degli dei e degli eroi a cui esse si riferivano. In questo modo, ha creato la fonte più completa e coerente sulla mitologia norrena giunta fino a noi. L’Edda in prosa si articola in quattro sezioni:
- Prologo: un’introduzione di stampo evemerista, in cui Snorri, da cristiano, inquadra gli dei norreni (gli Æsir) come antichi re ed eroi umani provenienti da Troia.
- Gylfaginning (L’inganno di Gylfi): la sezione più famosa, dove si descrivono la cosmogonia, le divinità del pantheon norreno e il Ragnarök.
- Skáldskaparmál (Dialogo sull’arte poetica): un dialogo che spiega le kenningar e gli heiti (sinonimi poetici) attraverso numerosi esempi mitologici.
- Háttatal (Trattato di metrica): un poema composto da Snorri stesso in 102 strofe diverse, come dimostrazione pratica delle forme metriche.
Edda in prosa vs Edda poetica: le differenze
Spesso si genera confusione tra l’opera di Snorri e un’altra raccolta fondamentale, l’Edda poetica. La tabella seguente chiarisce le distinzioni principali tra i due testi.
Caratteristica | Edda in prosa (di Snorri) |
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Autore | Attribuita con certezza a Snorri Sturluson. |
Periodo di composizione | Circa 1220 d.C. |
Contenuto | Manuale di poetica, narrazione strutturata e spiegazione dei miti in prosa. |
Scopo | Didattico: insegnare la poesia scaldica e preservare la conoscenza mitologica. |
Caratteristica | Edda poetica (Codex Regius) |
Autore | Anonimo; raccolta di carmi di tradizione orale. |
Periodo di composizione | Carmi composti tra il IX e l’XI secolo, trascritti nel XIII secolo. |
Contenuto | Raccolta di 29 poemi (carmi) su divinità ed eroi germanici. |
Scopo | Preservazione di una tradizione poetica e mitologica orale preesistente. |
Le fonti di Snorri e le controversie interpretative
Una domanda fondamentale riguarda le fonti a cui Snorri Sturluson attinse per la sua Edda. La risposta arrivò nel 1643, quando il vescovo Brynjólfur Sveinsson scoprì a Skálholt un antico manoscritto, oggi noto come Codex Regius. Questo testo conteneva i carmi che compongono l’Edda poetica e si rivelò essere la fonte primaria da cui Snorri aveva tratto gran parte delle sue informazioni quattro secoli prima.
Questo solleva una questione importante. Snorri scrisse la sua opera in un’Islanda ormai cristianizzata, dove la vecchia religione era stata soppiantata. Parte della critica moderna sostiene che, per rendere i miti pagani accettabili per un pubblico cristiano o per semplice rielaborazione autoriale, egli possa aver omesso, adattato o razionalizzato alcuni dettagli, modificando potenzialmente la percezione di certi miti. La sua opera resta un documento di valore inestimabile, ma va letta con la consapevolezza che è l’interpretazione di un dotto cristiano del XIII secolo, non una trascrizione neutrale di credenze pagane.
L’assassinio e la sua intramontabile eredità
La fine di Snorri fu tanto violenta quanto la sua vita era stata complessa. I suoi rapporti ambigui con il re Haakon IV di Norvegia, che mirava a estendere il suo controllo sull’Islanda, lo posero al centro di un conflitto mortale. Accusato di tradimento per aver disubbidito a un ordine del re, Snorri fu assassinato nella sua casa di Reykholt il 23 settembre 1241 da uomini inviati dal suo stesso ex genero, Gissur Þorvaldsson, su mandato del sovrano norvegese.
Nonostante la sua fine tragica, l’eredità di Snorri Sturluson è immensa. Come evidenziato dall’enciclopedia Treccani, egli non fu soltanto un politico potente, ma soprattutto un “salvatore” della mitologia norrena. Senza l’Edda in prosa, la nostra comprensione del mondo religioso e culturale dei popoli germanici del nord sarebbe frammentaria e infinitamente più povera. Le sue opere continuano a essere la porta d’accesso principale a un universo di dei, giganti ed eroi che altrimenti sarebbe andato perduto per sempre.
Articolo aggiornato il: 01/10/2025