Dieta Mima Digiuno, cinque giorni per resettare l’organismo

dieta mima digiuno

Ecco cos’è la dieta Mima Digiuno (o dieta Longo), la scoperta del professor Valter Longo.

È Valter Longo, il luminare che ha scoperto la dieta Mima Digiuno. Il direttore del dipartimento di gerontologia dell’università della California ha infatti sviluppato un sistema nutrizionale che in cinque giorni è in grado di resettare l’organismo. Da quasi due secoli la scienza medica moderna cerca la correlazione tra alimentazione e aumento dell’aspettativa di vita. Oltre la ricerca sulla dieta Mediterranea di Ancel Keys le testimonianze sull’effetto benefico del cibo sono state numerose.

Infatti sarebbe proprio l’isola di Okinawa a detenere il record assoluto per longevità dei suoi abitanti. Sull’isola si consumerebbe infatti prevalentemente verdure, tofu, pesce e pochissima carne.

La dieta Mima Digiuno (o mimo digiuno) andrebbe fatta ogni 2-3 mesi per resettare il corpo ed annullare gli effetti negativi dell’ormone della crescita in eccesso. Sembrerebbe, infatti, che il corpo sottoposto a digiuno non percepisce sofferenza, quanto piuttosto diventa più forte.

Il sistema nutrizionale del professor Valter Longo prevede alcune regole base:

Bisogna consumare più proteine vegetali a discapito di quelle animali (colpevoli spesso delle degenerazioni cancerose), verificare di essere idonei a tale dieta, infatti non tutti sono idonei a tale regime alimentare. In caso di diabete, anoressia o problemi alimentari è chiaramente sconsigliata. È adatta ai soggetti che abbiano almeno 20 anni e non più di 70, tenendo comunque presente, glicemia, sideremia, ematocrito, pressione ed indice di massa corporea.

Un italiano medio in normopeso che rispetta i criteri della dieta mediterranea può eseguire un ciclo di mima digiuno ogni 3-4 mesi (3-4 volte all’anno).
Un soggetto obeso e affetto da patologie metaboliche (iperglicemia, iperlipemie, ipertensione) potrebbe eseguire la dieta mima digiuno anche una volta al mese.

La dieta dura 5 giorni, nei quali l’introito energetico scende progressivamente dal giorno 1 (1.000kcal) al giorno 5. Gli alimenti sono esclusivamente di origine vegetale e apportano principalmente carboidrati e pochi grassi di tipo insaturo.

“Lo schema calorico prevede che il primo giorno si assumano circa 1000 kcal divise tra 34% di carboidrati, 56% di grassi e 10% di proteine.
Nei 4 giorni successivi si scende a 750 kcal, divise tra 47% di carboidrati, 44% di grassi e 9% di proteine.
Un esempio super semplificato del regime da mantenere nei 4 giorni a 750 kcal potrebbe essere: 400 g di zucchine, 300 g di cappuccio rosso, 300 g di carota, 250 g di cipolla, 20g di olio extra vergine d’oliva e 20 g di noci.”

Dieta mima digiuno (o dieta Longo) e chemio

I suoi effetti benefici sembrerebbero esplicarsi anche durante la chemioterapia. Il professor Valter Longo infatti, ha rilevato che nei topi, applicando la dieta, è possibile ridurre la progressione del tumore, e in casi più rari arrestarla del tutto. L’aspetto interessante è che il digiuno spingerebbe a rinforzare solo le cellule sane, non quelle malate che invece “disobbediscono” non tutelandosi ed entrando facilmente in apoptosi (“suicidio”). Ma tale studio non ha ancora avuto conferme sull’uomo, in quanto l’unica certezza è che un digiuno fatto di solo acqua prima e dopo la chemioterapia ridurrebbe gli effetti collaterali della stessa.

I benefici chiaramente attestati sui topi, e in corso di verifiche sull’uomo sono svariate: riduzione del rischio dei tumori, aumento dei tumori benigni a discapito di quelli maligni, riduzione ponderale fino a 2 kg ed aumento dei corpi chetonici, responsabili dell’utilizzo metabolico dei grassi.

Tra i possibili aspetti negativi della dieta Valter Longo ricorrono ovviamente stati di fame acuti, astenia, irritabilità ed evidente debolezza. Statisticamente sembra che la maggior parte dei praticanti però senta una riduzione degli effetti collaterali a partire dal terzo giorno, anche se le capacità motorie restano ridotte.

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Ci ritroviamo impreparati dinanzi ad un mistero che da sempre l'uomo ha cercato di spiegare attraverso la musica, la poesia, il cinema ma in fondo nessuno sarà mai in grado di spiegare in modo oggettivo cosa sia l'amore, bisogna sperimentare, scoprire e affidarsi al proprio istinto. È a quel punto che entra in gioco la seconda fase, quella dell’amore vero e proprio. Amore: un sentimento profondo e duraturo che va oltre la passione L’amore prevede affetto per una persona, non si può amare qualcuno senza prima volerlo bene. Ma tutto ciò implica la stima, l’ammirazione e il rispetto per una persona che, a nostro parere, pensiamo di amare. L'amore, a differenza dell'innamoramento, si fonda su basi più solide, su un legame più profondo e radicato. E' un sentimento che cresce nel tempo, si nutre di conoscenza reciproca e di condivisione di valori e obiettivi. L'amore vero va oltre l'attrazione fisica e l'idealizzazione, abbracciando anche le imperfezioni e le fragilità dell'altro. Le fondamenta dell'amore: affetto, stima e rispetto reciproco Amare qualcuno significa guardarlo negli occhi e sorridere al solo pensiero di stargli vicino, amare significa avvertire il bisogno di avere accanto a quella persona “nella buona e nella cattiva sorte”. L'amore non è solo un'emozione, ma anche un impegno, una promessa di fedeltà e supporto reciproco. E' la capacità di vedere l'altro nella sua interezza, accogliendolo con i suoi pregi e i suoi difetti, e offrendogli un porto sicuro in cui potersi esprimere liberamente. La complessità dell'amore: gioia, malinconia e l'inevitabile nostalgia Ma bisogna ammetterlo, amare è anche sinonimo di sofferenza. Drammi, tradimenti, litigate è a questo che stai pensando? Beh no, non quel tipo di sofferenza. Piuttosto si tratta di una sorta di malinconia, che si traduce col tempo in un’insensata nostalgia dello stare bene. Quando ami qualcuno e riesci finalmente a raggiungere lo stato massimo di benessere ti risulta naturale pensare che quel tipo di sensazione sia difficile da raggiungere con qualcun altro. È da ciò che nasce la nostalgia dello stare bene, perché in fondo l’amore prevede spensieratezza e chi ne farebbe a meno? La malinconia nell'amore non è una debolezza, ma la testimonianza della profondità del legame. È la consapevolezza che un sentimento così intenso non è scontato, ma un dono prezioso che va custodito con cura. Le basi scientifiche dell'amore e dell'innamoramento: cosa dice la neuroscienza La neuroscienza ci offre un'ulteriore chiave di lettura per comprendere la differenza tra amore e innamoramento. L'innamoramento, infatti, è caratterizzato da un aumento di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina, che generano euforia, desiderio e ossessione verso l'altro. L'amore, invece, coinvolge l'attivazione di aree cerebrali legate all'attaccamento, alla fiducia e all'empatia. 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