È nota l’attenzione che bisogna rivolgere verso un’adeguata conoscenza dei vari disturbi e patologie che agiscono a livello psicologico; purtroppo, però, non tutte le singole condizioni sono conosciute dalla maggior parte delle persone. Una di quelle più sottovalutate è la sindrome del burnout, o sindrome da esaurimento professionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha inserita nella sua Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11) definendola come un “fenomeno occupazionale” legato allo stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo.
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Cos’è la sindrome del burnout e chi colpisce
La sindrome del burnout è una condizione di esaurimento strettamente legata alla sfera professionale e lavorativa di un individuo. Questo disturbo si manifesta soprattutto, anche se не esclusivamente, in professionisti che svolgono mansioni che richiedono intense e continue relazioni interpersonali, come operatori sanitari, insegnanti, assistenti sociali e forze dell’ordine. Lo strumento più utilizzato per la sua valutazione è il Maslach Burnout Inventory (MBI), un questionario sviluppato dalla psicologa Christina Maslach. Come riportato da fonti accademiche, questo strumento valuta la presenza delle tre dimensioni chiave del fenomeno.
| Dimensione chiave del burnout | Manifestazioni e sintomi |
|---|---|
| Esaurimento emotivo | Sensazione di essere svuotati delle proprie energie emotive e fisiche, affaticamento cronico, disturbi del sonno |
| Cinismo e depersonalizzazione | Atteggiamento distaccato, negativo o eccessivamente cinico nei confronti del proprio lavoro, dei colleghi e degli utenti/clienti |
| Inefficacia e ridotta realizzazione personale | Percezione di non essere più competenti nel proprio lavoro, calo dell’autostima e sensazione di fallimento professionale |
Le principali cause dell’esaurimento professionale
Le cause che possono portare allo sviluppo del disturbo sono multifattoriali. Nella maggior parte dei casi, il burnout è causato da un sovraccarico di lavoro o da responsabilità eccessive. Altri fattori scatenanti includono la percezione di impotenza e la mancanza di controllo sugli aspetti del proprio lavoro, o una mancanza di senso di appartenenza. Un ambiente lavorativo privo di supporto, fiducia e riconoscimento può portare il soggetto a vivere le relazioni interpersonali in maniera distaccata.
Le tre dimensioni del burnout: i sintomi principali
Per comprendere fino in fondo la sindrome, è importante analizzare le sue conseguenze sul piano psicologico e comportamentale, che si articolano nelle tre dimensioni definite in precedenza.
Esaurimento emotivo e fisico
È il sintomo centrale del burnout. La persona si sente prosciugata, senza energie per affrontare un’altra giornata di lavoro. Questo può manifestarsi con stanchezza cronica, insonnia, e somatizzazioni come mal di testa o disturbi gastrointestinali.
Cinismo e distacco (depersonalizzazione)
Per proteggersi dall’esaurimento, l’individuo sviluppa un atteggiamento di distacco. Diventa cinico verso il proprio lavoro, i colleghi e le persone che dovrebbe assistere (clienti, pazienti, studenti). Questa è una forma di depersonalizzazione, in cui il rapporto con gli altri diventa spersonalizzato e meccanico.
Sensazione di inefficacia professionale
Il soggetto inizia a percepirsi come inadeguato e incompetente. C’è un calo drastico della soddisfazione che deriva dalla propria occupazione, che porta a una diminuzione della produttività e a un senso crescente di fallimento. Questo può colpire duramente l’autostima e, nei casi più gravi, contribuire a problemi psicologici più severi.
Prevenzione e gestione del burnout
È comune sentire il detto «Di lavoro, non è morto mai nessuno», ma come riconosciuto anche da fonti ufficiali come l’OMS, lo stress lavorativo cronico può avere conseguenze serie sulla salute. È ammirevole dedicare energie alla propria professione; tuttavia, è importante trovare un equilibrio. La prevenzione è fondamentale e include strategie sia individuali che organizzative. A livello personale, è utile imparare a porre dei limiti, a delegare, a prendersi pause regolari e a coltivare interessi al di fuori del lavoro. A livello aziendale, è importante promuovere un ambiente di supporto, con carichi di lavoro equi e un giusto riconoscimento dei meriti. In presenza di sintomi conclamati, è fondamentale rivolgersi a un professionista della salute mentale per un supporto adeguato.
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Articolo aggiornato il: 23/09/2025

