Autopercezione: cos’è e come gli specchi la influenzano

Autopercezione: cos'è e come gli specchi la influenzano

Tutti e tutte, prima o poi, ci troviamo a fare i conti con la nostra immagine sia fisica che mentale, e per quanto possiamo pensare che l’opinione di noi stessi sia solo farina del nostro sacco, in realtà non è così. Ci sono tanti fattori che influiscono sulla nostra autopercezione ed è un qualcosa con cui abbiamo a che fare tutti i giorni.

Cos’è l’autopercezione

Come suggerisce la parola stessa, l’autopercezione si riferisce alla percezione che abbiamo di noi stessi. È il modo in cui conosciamo e riconosciamo il nostro corpo, i nostri sentimenti, la nostra socialità e la nostra etica; tutto ciò che ha a che fare con il nostro mondo interiore e come questo entra in relazione con quello esteriore, quanto conosciamo della persona che siamo e come ci vediamo, come ci sentiamo. L’autopercezione è fondamentale in ognuno di noi perché va a costruire quella che è la nostra personalità e gli atteggiamenti che assumiamo nella vita di tutti i giorni. Questa muta con il passare dell’età, ovviamente, e più si cresce più si definisce. 

Senza entrare nel merito di tutte le sfaccettature funzionali che l’autocoscienza può assumere in soggetti diversi, è importante sottolineare quando questo elemento sia fondamentale per il nostro benessere psicologico. Per citare un esempio di quanto appena detto, lo studio della psicologa Carol Ryff su La Scala del Benessere Psicologico (Psychological Well Being Scale) che prende in esame 6 dimensioni influenti sul benessere psicologico (Autonomia, Crescita personale, Accettazione di sé, Relazioni positive con gli altri, Scopo nella vita, Controllo ambientale) cita un aspetto in particolare che è fortemente legato all’autopercezione: l’accettazione di sé. Quest’ultimo racchiude una conoscenza positiva di sé stessi anche negli aspetti più limitanti o negativi, e questo permette all’autopercezione di essere equilibrata in modo tale da non essere né eccessivamente critici né troppo idealizzanti. Ma cos’è che tecnicamente contribuisce alla costruzione della nostra percezione personale?

Elementi che influenzano la costruzione della percezione

Gli aspetti che influiscono sulla percezione di noi stessi sono tanti e spesso non ce ne si rende nemmeno conto di quanto questi siano potenti. Il contesto nel quale si è cresciuti con annesse relazioni familiari ed esperienze infantili sono un primo approccio all’idea che andremo a costruire di noi stessi. Il modo in cui ci siamo sentiti o meno accolti, compresi ed ascoltati influiscono positivamente e negativamente allo stesso modo. Se per esempio le nostre figure di riferimento tendono a lodare alcuni nostri aspetti, otterremo una reazione positiva rispetto ad essa, in caso contrario verremo influenzati negativamente. 

La cultura alla quale apparteniamo, che definisce cosa sia giusto o sbagliato, bello o brutto, di successo o fallimento, detta la percezione di noi stessi nel momento in cui ci rendiamo conto di far parte o non di certe categorie strutturali.

Immagine di Vectorarte su Freepik

Il modo in cui parliamo a noi stessi e di noi stessi. In base al tipo di pensiero che facciamo su di noi e al giudizio che ci diamo, stiamo direttamente influenzando la nostra stessa immagine. Anche se diciamo di essere pessimi in qualcosa o di eccedere in un’altra cosa agli altri, nel tempo si innesca un meccanismo di autoconvinzioni. 

I social media ed il pensiero sociale sono forse quelli più evidenti negli ultimi decenni. Ricevere costantemente messaggi carichi di un certo tipo di standard sociale, standard di bellezza o economico, influiscono fortemente sul nostro malessere. Quante volte ci capita di guardarci allo specchio e desiderare che il nostro corpo abbia un aspetto diverso che più si avvicini a quello ritenuto bello dalla società? Quello che gli altri pensano di noi ci importa e cambia il modo in cui ci approcciamo agli altri e/o alle situazioni.

Il ruolo dello specchio sull’autopercezione

Abbiamo a che fare con gli specchi tutti i giorni, chi ama osservare la propria immagine riflessa, chi è distratto e chi, invece, osserva minuziosamente ogni dettaglio del proprio viso e del proprio corpo, giudicandolo.

Si dice che l’essere umano non avrebbe mai dovuto vedere il proprio riflesso; dopotutto, lo specchio è una nostra invenzione, prima si guardava il riflesso sulle increspature dell’acqua che non davano un’immagine così dettagliata. 

Spesso ci guardiamo allo specchio e ci chiediamo se ciò che vediamo è uguale a quello che gli altri vedono, ed altre volte ancora sentiamo un divario tra come pensiamo di essere (percezione del sé interiore) e come ci vediamo riflessi allo specchio (percezione dell’immagine esteriore). È davvero questa la mia faccia? È così che gli altri mi vedono? Eppure non è così che ci percepiamo.

Autopercezione: cos'è e come gli specchi la influenzano
Progettato da Freepik

Jacques Lacan, psichiatra e psicoanalista, nel suo studio Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell’io, parla di come il riconoscere sé stessi riflessi in uno specchio per la prima volta, attorno ai 6-18 mesi, possa essere sia un’esperienza fondante che un’esperienza alienante. Questo perché, se da un lato si comincia a dare un volto alla propria identità, ad individuarla, allo stesso tempo può lasciare una sensazione di confusione in quanto, quasi mai, ciò che vediamo riflesso coincide con il nostro vissuto e sentito interno.

Lo specchio è uno strumento, non ha una vita propria, e siamo noi stessi a proiettare i condizionamenti esterni (poi interiorizzati) sulla nostra immagine. Quello che la società ci impone di essere per avere successo si proietta sulla nostra attenzione morbosa, in particolare sui difetti del nostro viso e del nostro corpo. Finiremo per vedere anche qualcosa che è realisticamente scorretto a causa di commenti negativi ricevuti da qualcun altro. 

Esso, inoltre, assume anche un significato più simbolico che materiale e, a proposito di questo, il sociologo Charles Horton Cooley nel suo studio Human Nature and the Social Order elabora il concetto del looking-glass self (specchio sociale) che spiega, fondamentalmente, come le persone sviluppino la loro autopercezione, il loro senso di sé, attraverso gli occhi degli altri. Praticamente ci vediamo come pensiamo che gli altri ci vedano.

Influenzarci positivamente attraverso lo speccchio

La psicologia arriva in nostro aiuto quando la nostra autopercezione è prevalentemente negativa, e ci introduce alla tecnica dello specchio. Attraverso l’aiuto di una figura professionale è possibile influenzare positivamente la propria immagine seguendo alcuni passaggi: osservazione e descrizione oggettiva, espressione dei sentimenti causati dalla propria immagine e linguaggio positivo (parlare a sé stessi, guardandosi negli occhi, pronunciando frasi positive). 

Fonte immagine di copertina: progettato da Freepik 

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