I musulmani non festeggiano Halloween perché le sue origini e le sue pratiche sono considerate in netto contrasto con i principi fondamentali dell’Islam. Sebbene Halloween sia un evento atteso, caratterizzato da travestimenti, dolcetti e zucche decorate, le sue radici pagane e celtiche vengono associate a concetti come lo spiritismo, la magia e il politeismo, elementi severamente vietati nella fede islamica. Analizziamo le origini della festa e le ragioni teologiche specifiche dietro la posizione musulmana.
Indice dei contenuti
- Halloween e islam: perché le origini del Samhain sono un problema
- La magia, gli spiriti e il mondo invisibile (Al-Ghaib)
- Le tradizioni grottesche e i sacrifici
- La prospettiva islamica: perché halloween è considerato haram
- La sfida per i genitori musulmani e le alternative possibili
- Conclusioni: una festività incompatibile con il monoteismo
Halloween e islam: perché le origini del Samhain sono un problema
La ragione principale per cui i musulmani evitano Halloween risiede nelle sue origini, che sono inconciliabili con il principio cardine del monoteismo islamico, noto come Tawhid (l’Unicità di Dio). Dalla prospettiva musulmana, le caratteristiche storiche di questa festività sono teologicamente problematiche.
Halloween, infatti, nasce come festeggiamento pagano associato alle origini celtiche, risalenti alla festività del Samhain, esportata solo successivamente dai migranti irlandesi negli Stati Uniti dopo una forte carestia avuta intorno all’800.
Samhain, il cui termine etimologico in gaelico significa “fine dell’estate”, celebrava il passaggio alla stagione fredda. Il termine “Halloween” deriva invece dalla forma contratta “All Hallows’ Eve”, che in inglese arcaico significa “Vigilia di Tutti i Santi”, legandosi così alla festa cristiana di Ognissanti.

La festività dei Celti celebrava il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo con festeggiamenti che iniziavano il 31 ottobre. L’importanza attribuita a questo momento era dovuta a una concezione ciclica del tempo, in cui ogni fine ciclo era considerato un momento carico di potere magico e soprannaturale.
Il tema della morte, associata alla natura dormiente dell’inverno, era centrale. Si credeva che in questa notte il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, portando al culto degli antenati e degli spiriti, pratiche che l’Islam non ammette.
La magia, gli spiriti e il mondo invisibile (Al-Ghaib)
Le usanze del Samhain sono considerate lugubri dalla prospettiva islamica, poiché legate a un tempo in cui si credeva nel potere degli spiriti e si praticavano rituali per placarli. I Celti credevano che durante il Samhain gli spiriti dei defunti tornassero nel Tir nan Oge (la “terra dell’eterna giovinezza”) e potessero vagare nel mondo dei vivi, causando una fusione tra l’aldilà e la nostra realtà.
Nell’Islam, la credenza nel mondo invisibile (Al-Ghaib) è un pilastro della fede, ma include entità specifiche come gli angeli e i Jinn, esseri creati da una fiamma di fuoco e dotati di libero arbitrio. I Jinn non sono le anime dei defunti. Interagire con queste entità, evocare spiriti o praticare la magia è severamente proibito e considerato un peccato grave.

La paura che spiriti erranti potessero possedere i vivi e la celebrazione di questo fenomeno sono in totale contrasto con l’insegnamento islamico, che affida la protezione dal male unicamente a Dio (Allah).
Le tradizioni grottesche e i sacrifici
Durante la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro, i partecipanti indossavano maschere grottesche, create con le pelli degli animali sacrificati, per spaventare e allontanare gli spiriti maligni. Si intagliavano rape e cipolle per creare lanterne e si lasciavano offerte di cibo per placare le anime dei defunti.
Questi rituali, che includevano sacrifici animali offerti a divinità pagane, sono un’altra ragione della sua inammissibilità nell’Islam, dove il sacrificio è un atto di adorazione riservato esclusivamente a Dio, come avviene durante la festa dell’Eid al-Adha.

Successivamente la festa è stata associata ai contesti cristiani (leggi l’intervista ai Testimoni di Geova) e alla caccia alle streghe, portando con sé gli echi delle paure medievali della stregoneria.
La prospettiva islamica: perché halloween è considerato haram
Partecipare ad Halloween è considerato haram (proibito) dalla maggior parte degli studiosi islamici. L’Islam pone una forte enfasi sul rispetto delle fonti religiose: il Corano e la Sunnah (gli insegnamenti e le pratiche del profeta Muhammad).
Sebbene il Corano non menzioni Halloween, condanna fermamente la magia, la superstizione e soprattutto lo shirk: il peccato di associare partner a Dio, considerato il più grave. Celebrare entità soprannaturali e partecipare a rituali con radici politeiste è una forma di emulazione di pratiche non islamiche. A tal proposito, un noto detto (hadith) del Profeta Muhammad avverte: “Chi imita un popolo, ne fa parte”. Le uniche festività religiose riconosciute nell’Islam sono l’Eid al-Fitr e l’Eid al-Adha.
Aspetto di halloween | Principio islamico violato |
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Origini e credenze | Basato sul paganesimo celtico (Samhain), in contrasto con il monoteismo puro (Tawhid). |
Culto dei morti | Celebrazione del contatto tra vivi e defunti, una pratica considerata shirk (associazionismo). |
Magia e soprannaturale | L’esaltazione di magia, stregoneria e spiriti è severamente proibita (haram). |
Emulazione | Partecipare significa imitare pratiche di altre fedi, cosa sconsigliata dal Profeta Muhammad. |
La sfida per i genitori musulmani e le alternative possibili
Nonostante i chiari divieti religiosi, la questione si complica per le famiglie musulmane che vivono in Occidente. Molti genitori affrontano la pressione sociale e il desiderio dei figli di partecipare ad attività come il “dolcetto o scherzetto“.
Alcune famiglie scelgono di slegare la partecipazione dal significato religioso, vedendola come un’occasione puramente sociale. Tuttavia, molti studiosi e organizzazioni, come l’Islamic Relief, sconsigliano anche questo approccio per evitare di normalizzare una pratica intrinsecamente non islamica. La sfida per i genitori è quindi dire “no” in modo costruttivo. Le alternative includono:
- Organizzare feste a tema: creare eventi divertenti per i bambini incentrati su storie dei profeti o sulla cultura islamica.
- Serate di giochi in famiglia: trasformare la serata in un’occasione speciale con giochi da tavolo, film e cibi preferiti.
- Attività comunitarie: unirsi ad altre famiglie musulmane per organizzare eventi collettivi che rafforzino il senso di identità e appartenenza.
Conclusioni: una festività incompatibile con il monoteismo
Halloween, pur essendo oggi un fenomeno largamente commerciale, conserva un’essenza legata al soprannaturale e a pratiche pre-cristiane. Questa associazione la rende una festività inappropriata per i musulmani, la cui fede si fonda sull’unicità di Dio (Tawhid) e sul rifiuto di ogni forma di idolatria (shirk).
La festività è molto lontana dalla fede islamica, e la visione predominante all’interno della comunità islamica globale rimane di netta contrarietà, in accordo con le normative che regolano i rapporti tra lo Stato Italiano e le confessioni religiose, come delineato dal Governo Italiano.

Festeggiare questo evento significa, dal punto di vista teologico, emulare popoli che credevano in più dèi e spiriti. Tale emulazione è una delle violazioni più gravi per l’Islam. I musulmani non sono politeisti; la loro fede si fonda sull’adorazione esclusiva di un unico Dio.
Fonte immagine copertina: Unsplash free images
Articolo aggiornato il: 05/10/2025