Mutilazioni genitali femminili (MGF): cosa sono, i 4 tipi, 6 febbraio e la legge

6 febbraio: Giornata contro le Mutilazioni Genitali Femminili

Le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) rappresentano una grave violazione dei diritti umani e dell’integrità fisica di bambine e donne. La pratica include tutti i procedimenti che comportano la rimozione, totale o parziale, degli organi genitali femminili esterni per ragioni non mediche. Sebbene sia una problematica concentrata in circa 30 Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, le MGF costituiscono un fenomeno globale, presente anche in Asia, America Latina e, a causa dei flussi migratori, nelle comunità immigrate in Europa e Nord America. Questa usanza non ha alcun beneficio per la salute, ma è legata a credenze tradizionali e può causare danni permanenti alla salute fisica e psicologica. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa piaga, le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le MGF, che si celebra il 6 febbraio di ogni anno.

Le cause delle MGF: una pratica di disuguaglianza di genere

Le mutilazioni genitali femminili sono la manifestazione di una profonda e radicata disuguaglianza di genere. Esse rientrano nel controllo socio-culturale del corpo e della sessualità femminile da parte delle strutture patriarcali. In molte culture, le mutilazioni sono viste come un modo per garantire la verginità prematrimoniale e la fedeltà coniugale. Sono considerate un rito di passaggio all’età adulta, un prerequisito per il matrimonio o, erroneamente, un precetto religioso. In altre parole, questa usanza costituisce un simbolo identitario per essere accettate all’interno del proprio gruppo sociale. L’età in cui vengono eseguite varia: in Somalia si praticano sulle bambine, in Uganda sulle adolescenti, mentre in alcune zone della Nigeria venivano praticate sulle neonate.

Rischi per la salute e le 4 tipologie di MGF

Le conseguenze sulla salute psicofisica di chi subisce questa pratica sono gravissime e permanenti. I rischi immediati includono emorragie, a volte mortali, infezioni (incluse HIV ed epatite), shock e dolore acuto. A lungo termine possono verificarsi problemi urinari, cisti, dolore cronico, infertilità e un aumento esponenziale del rischio di morte durante il parto, sia per la madre che per il nascituro. Le pratiche sono invasive, non necessarie e traumatiche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) distingue quattro principali tipologie di MGF.

Tipologia (classificazione oms) Descrizione della pratica
Tipo i (clitoridectomia) Asportazione parziale o totale del glande clitorideo e/o del prepuzio clitorideo.
Tipo ii (escissione) Asportazione parziale o totale del glande clitorideo e delle piccole labbra, con o senza escissione delle grandi labbra.
Tipo iii (infibulazione) Restringimento dell’orifizio vaginale tramite la creazione di un sigillo, ottenuto tagliando e riposizionando le labbra. È la forma più severa.
Tipo iv (altre pratiche) Tutte le altre procedure dannose ai genitali femminili per scopi non medici, come pungere, perforare, incidere, raschiare o cauterizzare l’area.

L’impegno mondiale per l’eliminazione delle MGF

Le MGF, a differenza di quella maschile, sono riconosciute a livello internazionale come una violazione estrema dei diritti e dell’integrità di donne e ragazze. Si stima che circa 68 milioni di giovani rischino di subire questa pratica entro il 2030. Per contrastare questo fenomeno, dal 2008 il Programma Congiunto UNFPA-UNICEF guida il più grande piano mondiale per accelerare l’eliminazione delle MGF. A questi sforzi si aggiunge la risoluzione 67/146 dell’Assemblea Generale ONU, che nel 2012 ha proclamato il 6 febbraio come Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le MGF, per catalizzare l’attenzione globale.

Anche l’Italia ha una legislazione specifica: la Legge 9 gennaio 2006, n. 7 (“Legge Consolo”) introduce misure di prevenzione e un articolo specifico nel codice penale (583-bis) che punisce con la reclusione da quattro a dodici anni chiunque pratichi le MGF. I progressi globali, però, procedono lentamente. Per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione entro il 2030, previsto dall’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile (Goal 5), è fondamentale accelerare gli sforzi. Vietare non basta: è necessario un approccio ad ampio spettro che includa un’intensa attività di sensibilizzazione per far comprendere a intere comunità che le conseguenze delle MGF sulla salute fisica e psicologica delle proprie figlie sono devastanti.

Fonte immagine: Pixabay.

Articolo aggiornato il: 18/09/2025

Altri articoli da non perdere
Molestie sul lavoro: il #metoo
Molestie sul lavoro: il #metoo

Quella delle molestie sul lavoro è una tematica delicata e complessa. La percezione di ciò che costituisce una violazione è Scopri di più

11 giugno 1993: Jurassic Park esce nelle sale | Accadde oggi
Jurassic Park

11 giugno 1993: Jurassic Park di Steven Spielberg usciva nelle sale statunitensi rivoluzionando la storia del cinema Era il giorno Scopri di più

Contraccettivi gratuiti in Italia: per chi e dove?
contraccettivi gratuiti

Contraccettivi gratuiti in Italia: guida completa per regione La contraccezione gratuita in Italia è un diritto ancora a macchia di Scopri di più

Quindicenni e comprensione del testo: un allarme per il futuro
comprensione del testo

Comprensione del testo nei quindicenni (e non solo): un allarme per il futuro La maggior parte dei giovani, in particolar Scopri di più

8 dicembre 2014: muore il cantautore Pino Mango
8 dicembre 2014

Era il giorno 8 dicembre 2014, quando il cantautore lucano Pino Mango si spense all’età di 60 anni durante un Scopri di più

6 marzo 1927, nasceva Gabriel García Márquez
6 Marzo 1927: nasceva Gabriel Garcia Marquez

Gabriel García Márquez, nato il 6 marzo 1927, è stato uno scrittore e giornalista colombiano, noto soprattutto per i suoi Scopri di più

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Alessandra Nazzaro

Commenta