Nel panorama della storia nipponica, molti sono i nomi potenti che hanno portato il Giappone alla prosperità nel corso dei secoli, ma pochi hanno esercitato un’influenza come i Fujiwara. Ma chi erano i Fujiwara?
L’ascesa
Il clan Fujiwara fu un’importante famiglia durante il periodo Heian (800-1200). La dinastia fu fondata da Nakatomi no Kamatari, statista e consigliere dell’imperatore Tenji, il quale, per i servigi prestati dopo l’incidente di Isshi e le riforme Taika, gli conferì nel 668 il cognome Fujiwara, che significa “campo di glicine”.
Per rispondere alla domanda “chi erano i Fujiwara?” basta guardare i lunghi anni in cui furono al governo. La famiglia Fujiwara crebbe moltissimo nel corso dei secoli, soprattutto grazie all’abilità di creare alleanze matrimoniali con la famiglia imperiale. Grazie a questa dinamica, la discendenza imperiale cadde in crisi; infatti, i discendenti di Kamatari iniziarono ad acquisire sempre maggiore potere a corte, fino a sostituire quasi del tutto il potere imperiale. Fuhito, secondo figlio di Kamatari, fu una figura molto influente a corte, ma la sua famiglia fu colpita da un’epidemia di vaiolo che causò la morte dei suoi quattro figli. Questi ultimi furono i fondatori dei quattro rami principali del clan: Hokke (Settentrionale), Kyōke (Capitale), Nanke (Meridionale) e Shikike (Cerimoniale). Il ramo principale fu l’Hokke e i suoi discendenti prevalsero nelle lotte di potere a corte, assicurandosi le più alte cariche del IX secolo e riuscendo a nominare alcune figlie come imperatrici o concubine imperiali, ottenendo il ruolo di sesshō (reggente). Il primo, Yoshifusa, proveniente dal ramo settentrionale della famiglia, ottenne la carica di reggente per suo nipote di 9 anni. Suo figlio adottivo, Mototsune, ricoprì lo stesso ruolo e continuò a esercitarlo anche quando l’imperatore raggiunse l’età adulta. Il monopolio dei Fujiwara era ormai tale che riuscirono a occupare le più alte cariche per tre secoli, dal 857 al 1160, senza usurpare il trono.
L’imperatore Uda, unico imperatore a non essere figlio di una Fujiwara, tentò di contrastare questo potere evitando di nominare reggenti e assegnando ad altri cariche amministrative. Nell’899, fece eleggere Sugawara no Michizane come ministro della destra, ma Tokihira, capo della famiglia Fujiwara, lo fece esiliare, nominandolo governatore provvisorio di Dazaifu, dove poi morì e fu divinizzato come spirito della letteratura. La famiglia Fujiwara tornò al potere, raggiungendo il culmine con Michinaga, che adottò un’amministrazione familiare chiamata Mandokoro.
L’influenza del clan Fujiwara nella formazione culturale del Giappone
Chi erano i Fujiwara e quale fosse il loro ruolo nella società lo abbiamo chiarito, ma pochi sanno che il periodo del clan fu caratterizzato da un’epoca di grande sviluppo culturale: un’architettura più armoniosa rispetto a quella cinese, innovazioni nella pittura e nella scultura, e una nuova pittura detta “pittura Yamato“, con temi principalmente religiosi. Inoltre, mentre in Cina il buddismo era diventato secondario a causa del ritorno delle filosofie indigene, in Giappone esso mantenne una posizione predominante, con la stretta connessione tra i kami dello Shinto e le divinità buddiste, come dimostrato dalla concezione che la dea del sole fosse una manifestazione locale di Vairocana.
Si svilupparono i sillabari hiragana e katakana, derivanti da una resa più snella dei caratteri cinesi, e nacquero nuovi testi letterari, come l’Ise Monogatari, il Makura no Sōshi, il Konjaku Monogatari e soprattutto il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu, che divenne un’icona della letteratura giapponese.
Il declino
Il declino dei Fujiwara iniziò dal 1017 in poi con Yorimichi, a causa del minor controllo da parte del governo centrale, che portò disordini nella capitale, spesso causati dalle scorribande. Per difendersi, i grandi monasteri costituirono forze armate, ma la corte, quasi priva di finanze, contribuì al decadimento della capitale, aggravando le violente rivalità tra i vari rami della famiglia Fujiwara. Questo permise agli imperatori di tornare sulla scena politica. L’imperatore Go-Sanjo fu il primo a tentare di ristabilire il controllo, istituendo un archivio di Stato nel 1069, ma Yorimichi lo ignorò. Suo figlio, Shirakawa, tentò di fare lo stesso e trasformò la sua dimora in un quartier generale, dando vita al governo degli appartamenti interni (Insei), in cui impiegò esponenti minori dell’aristocrazia e della piccola nobiltà che avevano accumulato ricchezze ricoprendo cariche provinciali. I successivi imperatori mantennero questa forma di governo, ma è con la faida tra Taira e Minamoto che i Fujiwara persero il controllo del Giappone.
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