Speedy Gonzales, il topo più veloce del Messico, ne indossava uno: il sombrero, copricapo iconico caratterizzato da una tesa molto larga per proteggere dal sole. Attorno alla sua immagine ruotano molti stereotipi, come quello dell’hombre con baffoni e poncho che fa la siesta. Un immaginario nato anche grazie al cinema, ma che nasconde una storia culturale ben più complessa.
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1. Quali sono le origini del sombrero messicano?
Le origini esatte del sombrero sono incerte, sebbene una delle ipotesi è che sia nato tra i cowboy meticci nel Messico centrale. Ma cosa significa la parola sombrero? Il termine è semplicemente la parola spagnola per “cappello” e deriva da sombra, ovvero “ombra”. La sua funzione principale, quindi, è sempre stata quella di riparare dal sole. Le sue radici culturali, tuttavia, sono legate alla Spagna, in particolare all’Andalusia, dove un cappello a tesa larga era l’accessorio dei ricchi proprietari terrieri.
Tipi di sombrero messicano | Uso e caratteristiche |
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Sombrero de Paja (di paglia) | Leggero e funzionale, è il cappello da lavoro associato ai contadini e ai lavoratori dei campi (campesinos). |
Sombrero Charro | Più pesante, realizzato in feltro o velluto e riccamente decorato. È il copricapo cerimoniale dei charros e dei musicisti mariachi. |
2. I messicani indossano davvero il sombrero?
Questa è una delle domande più comuni. La risposta è: raramente nella vita di tutti i giorni. Se si incontra un messicano con il sombrero, è molto probabile che lavori in una fattoria, con la terra o con gli animali, e che indossi un pratico cappello di paglia. Il sombrero più elaborato, il «sombrero charro», è riservato a occasioni speciali. È il cappello indossato dai musicisti mariachi e dai charros. Ma chi sono i charros? Sono i tradizionali cowboy messicani, figure centrali nel folklore del paese, che indossano questo copricapo durante le festività popolari e i rodei.
3. Come nasce lo stereotipo del sombrero
Due elementi hanno contribuito a diffondere l’immagine stereotipata del messicano con il sombrero. Il primo è l’indipendenza e la rivoluzione messicana del primo Novecento, durante le quali le rappresentazioni di rivoluzionari e contadini con questo cappello divennero un simbolo nazionale, immortalato in pitture e murales. Il secondo elemento è stato il cinema. L’età d’oro del cinema messicano prima, e il cinema americano poi (con personaggi come Speedy Gonzales), hanno propagato questa immagine nel mondo, fissandola nell’immaginario collettivo e trasformando un simbolo culturale in uno stereotipo.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia