Cos’è la criminologia? La criminologia è la scienza che studia i crimini, i loro autori e le vittime. Si occupa di analizzare il comportamento criminale e i fattori sociali, economici, psicologici e biologici che contribuiscono alla sua genesi e alla sua diffusione. La criminologia, quindi, si pone l’obiettivo di comprendere le cause della criminalità e della devianza, al fine di sviluppare strategie efficaci per la prevenzione del crimine e il controllo sociale. Questa disciplina si avvale di un approccio multidisciplinare, attingendo a diversi campi del sapere, come la sociologia, la psicologia, il diritto, la medicina e la biologia, per fornire una visione completa e articolata del fenomeno criminale. La criminologia, inoltre, non si limita a studiare il crimine in astratto, ma si occupa anche delle sue conseguenze concrete, sia per le vittime che per la società nel suo complesso. Verranno analizzati il significato di criminologia, la sua storia, le principali teorie e i fattori che possono condurre un individuo a compiere azioni criminose, fino agli sbocchi professionali.
Indice dei contenuti
- 1. Cos’è la criminologia: una definizione
- 2. Criminologia: significato e ambiti di applicazione
- 3. Differenza tra criminologia e criminalistica
- 4. Cos’è la criminologia: un excursus storico
- 5. Le principali teorie criminologiche: scuola classica e scuola positiva
- 6. I fattori alla base del comportamento criminale
- 7. Come diventare criminologo: percorso di studi e sbocchi professionali
- 8. Domande frequenti sulla criminologia
Cos’è la criminologia: una definizione
La criminologia può essere definita come lo studio scientifico del reato, del comportamento criminale, dei soggetti che lo commettono (i criminali o, più in generale, gli autori di reato), e delle vittime. Essa si occupa di analizzare le cause, le forme, la diffusione e le conseguenze del crimine, nonché di elaborare strategie di prevenzione e di intervento. Si tratta, dunque, di una disciplina complessa che si pone all’intersezione tra diverse aree del sapere, con l’obiettivo di fornire una comprensione a 360 gradi del fenomeno criminalità.
Criminologia: significato e ambiti di applicazione
La criminologia si occupa anche dello studio delle reazioni sociali al delitto e delle conseguenze sulle vittime. La criminologia, quindi, non si limita all’analisi del crimine e del criminale, ma estende il suo campo di indagine anche alle vittime dei reati, attraverso la vittimologia, e alle risposte che la società mette in atto per contrastare la criminalità, attraverso il sistema penale e la giustizia penale.
Le scienze criminali: un approccio multidisciplinare
La criminologia fa parte delle cosiddette “scienze criminali”, cioè di tutte le scienze che studiano il crimine e il criminale, e analizzano il reato. Le principali sono: diritto penale, diritto penitenziario, politica penale, psicologia giuridica, criminalistica e vittimologia. La criminologia è una scienza multidisciplinare, in cui diverse discipline contribuiscono allo studio del crimine. Le principali sono la psicologia, la pedagogia, la sociologia, la medicina, la biologia, l’antropologia e la statistica. Ciascuna di queste discipline apporta un contributo specifico alla comprensione del fenomeno criminale, fornendo strumenti e metodologie di analisi diverse.
Differenza tra criminologia e criminalistica
Spesso confuse, criminologia e criminalistica sono in realtà due discipline distinte con obiettivi e metodi differenti. Mentre la criminologia indaga il “perché” del crimine, la criminalistica si concentra sul “come” e “chi”. La criminalistica, infatti, è una scienza forense il cui campo di applicazione riguarda la legge, sia civile che penale. Fornisce un supporto tecnico-scientifico all’attività investigativa e processuale, contribuendo alla ricostruzione dei fatti e all’identificazione dei colpevoli. Altre scienze forensi sono la psichiatria, genetica forense, patologia e tossicologia, che aggiungono informazioni utili per accertare un reato.
Criminologia | Criminalistica |
---|---|
Studia le cause e i fattori del crimine (sociologici, psicologici). | Analizza la scena del crimine e le prove materiali. |
Si interroga sul “perché” un reato viene commesso. | Risponde alle domande “chi?”, “come?” e “quando?”. |
Sviluppa teorie sulla prevenzione e il controllo della criminalità. | Utilizza tecniche scientifiche (es: balistica, analisi del DNA). |
Cos’è la criminologia: un excursus storico
I primi albori della criminologia risalgono al periodo illuminista del 700, con la pubblicazione del trattato politico “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria. L’opera di Beccaria, pubblicata nel 1764, ebbe un enorme impatto sul pensiero giuridico e criminologico dell’epoca, ponendo le basi per una concezione più razionale e umana del diritto penale e della pena.
Cesare Beccaria e il trattato “Dei delitti e delle pene”
Cesare Beccaria, considerato uno dei padri fondatori della criminologia moderna, criticava aspramente la crudeltà e l’arbitrarietà del sistema penale del suo tempo, proponendo una serie di riforme ispirate ai principi di legalità, proporzionalità e umanità della pena. In particolare, Beccaria sosteneva che la pena dovesse avere una funzione deterrente, cioè di prevenzione generale, e non retributiva o vendicativa.
Le principali teorie criminologiche: scuola classica e scuola positiva
Tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo, si svilupparono due teorie che si focalizzarono sull’analisi dei crimini e dei criminali: la scuola classica e la scuola positiva.
Cos’è la criminologia secondo la scuola classica
La scuola classica si focalizza sul crimine e sulla pena; quest’ultima dovrebbe servire ad evitare che il colpevole commetta altri crimini e che altre persone commettano il crimine. Secondo la scuola classica, un individuo riesce a distinguere tra il bene e il male e dovrebbe, quindi, assumersi le conseguenze delle sue scelte. Il precursore della scuola classica in Italia fu proprio Cesare Beccaria. La scuola classica, quindi, pone l’accento sul libero arbitrio dell’individuo e sulla sua capacità di scegliere razionalmente tra diverse opzioni di comportamento.
Cos’è la criminologia secondo la scuola positiva
La scuola positiva, invece, studia il criminale, basandosi sulla prevenzione dei comportamenti devianti propri di chi compie dei crimini. La pena è data per punire il criminale e per proteggere la società. Secondo la scuola positiva il criminale non ha libero arbitrio e commette crimini perché nato con tendenze ereditarie o patologiche. Tra gli esponenti più importanti vi fu Cesare Lombroso, considerato il fondatore dell’antropologia criminale. Cesare Lombroso, medico e antropologo, sosteneva che il comportamento criminale fosse determinato da fattori biologici e che i criminali presentassero caratteristiche fisiche e psichiche specifiche, che li distinguevano dai non criminali. Le teorie di Lombroso, oggi ampiamente superate, ebbero comunque il merito di spostare l’attenzione dalle caratteristiche del reato a quelle dell’autore, dando impulso agli studi sulla personalità criminale.
I fattori alla base del comportamento criminale
Se in passato le teorie della criminologia attribuivano il comportamento criminale a una sorta di determinismo biologico, oggi si è consapevoli che vi possono essere tantissimi fattori in gioco, che interagiscono tra loro in modo complesso.
Cos’è la criminologia: i fattori socioculturali
In particolare, la criminologia distingue i fattori socioculturali, psicologici e biologici. Quelli socioculturali sono: la mancanza di norme nella società, che porta a situazioni di degrado (teoria della finestra rotta), l’impossibilità di arrivare agli obiettivi sociali, le differenze sociali a livello economico, le subculture devianti e la teoria dell’etichettamento. La teoria dell’anomia, elaborata dal sociologo Émile Durkheim, sostiene che la criminalità sia un fenomeno sociale normale, presente in ogni società, e che in determinate condizioni, come la mancanza di norme chiare e condivise (anomia), possa aumentare. Altre teorie sociologiche, come quella delle subculture devianti, evidenziano come in alcuni contesti sociali possano svilupparsi valori e norme che contrastano con quelli della società dominante, favorendo la commissione di reati.
Cos’è la criminologia: i fattori psicologici
Tra i fattori psicologici vi sono: meccanismi che generano antisocialità e aggressività, come la frustrazione dovuta all’impossibilità dell’individuo di raggiungere un obiettivo, e la psicopatia, che si riferisce ai disturbi della personalità dovuti a comportamenti antisociali, insensibilità, apatia, egoismo e altri. La psicologia criminale, in particolare, studia i processi mentali e le caratteristiche individuali che possono predisporre un soggetto a commettere reati. Tra questi fattori, un ruolo importante è attribuito ai disturbi di personalità, come il disturbo antisociale di personalità, caratterizzato da inosservanza delle norme sociali, disprezzo per i diritti altrui, impulsività e mancanza di rimorso.
Cos’è la criminologia: i fattori biologici
I fattori biologici sono: problemi neurologici che possono condurre ad aggressività, alcolismo e tossicodipendenza, i tratti della personalità e il collegamento tra neurotrasmettitori e tendenze aggressive. Studi recenti hanno evidenziato il possibile ruolo di fattori genetici e neurobiologici nella genesi del comportamento criminale. Le neuroscienze, ad esempio, cercano di individuare eventuali anomalie cerebrali o alterazioni nel funzionamento dei neurotrasmettitori (come la serotonina) che potrebbero essere associate a comportamenti violenti. Anche la genetica forense sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’ambito delle investigazioni criminali, fornendo strumenti per l’identificazione degli autori di reato e per la ricostruzione di eventi criminosi.
Come diventare criminologo: percorso di studi e sbocchi professionali
Una delle domande più frequenti riguarda il percorso per diventare un professionista del settore. In Italia non esiste un albo professionale dei criminologi, né una laurea specifica per diventarlo. Il percorso è multidisciplinare e richiede una solida base formativa, solitamente seguita da una specializzazione post-laurea.
Il percorso di studi
La via più comune per accedere alla professione di criminologo prevede:
- Laurea triennale e magistrale: le lauree più indicate sono in Giurisprudenza, Psicologia, Sociologia o Medicina. Questi percorsi forniscono le basi teoriche necessarie per comprendere le diverse sfaccettature del crimine.
- Master o corsi di specializzazione: dopo la laurea magistrale, è fondamentale frequentare un master di I o II livello in criminologia. Questi corsi offrono una formazione specialistica e professionalizzante. Diversi atenei italiani propongono percorsi validi, come il Master in Criminologia dell’Università di Bologna.
Un consiglio pratico: durante il percorso di studi, è molto utile svolgere tirocini presso tribunali, istituti penitenziari, forze dell’ordine o centri antiviolenza. L’esperienza sul campo è un requisito spesso decisivo per l’inserimento lavorativo.
Gli sbocchi lavorativi del criminologo
Il criminologo può operare in diversi contesti, sia pubblici che privati. Le sue competenze sono richieste in vari ambiti per analizzare, prevenire e gestire i fenomeni criminali.
Ambito | Possibili ruoli |
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Settore penitenziario | Esperto presso il Tribunale di Sorveglianza, collaboratore nell’osservazione e trattamento dei detenuti. |
Forze dell’ordine | Consulente per Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza per l’analisi dei fenomeni criminali. |
Settore investigativo privato | Consulente per agenzie investigative o studi legali, specialmente in ambito di criminal profiling. |
Ambito sociale e rieducativo | Operatore in comunità di recupero per tossicodipendenti, centri antiviolenza, supporto alle vittime di reato. |
Ricerca e formazione | Ricercatore universitario, docente in corsi di formazione per forze dell’ordine o operatori sociali. |
Domande frequenti sulla criminologia
Quanto guadagna un criminologo?
Lo stipendio di un criminologo in Italia varia notevolmente in base all’ambito lavorativo, all’esperienza e al tipo di contratto. Un consulente può guadagnare su base oraria (da 50 a oltre 150 euro l’ora), mentre un dipendente nel settore pubblico o privato può avere uno stipendio mensile che parte da circa 1.500 euro per una figura junior fino a superare i 3.000-4.000 euro per profili con maggiore esperienza e responsabilità.
Serve la laurea in psicologia per fare il criminologo?
Non necessariamente. Sebbene la laurea in psicologia sia una delle basi più solide, anche lauree in giurisprudenza, sociologia o medicina sono percorsi validi. La scelta dipende dall’area della criminologia in cui ci si vuole specializzare: la psicologia è più indicata per il criminal profiling e l’analisi comportamentale, mentre la giurisprudenza è fondamentale per l’ambito forense e penitenziario.
Che differenza c’è tra criminologo e psicologo forense?
Il criminologo studia il crimine come fenomeno a 360 gradi, analizzando cause sociali e individuali. Lo psicologo forense, invece, applica i principi della psicologia al sistema legale. Si occupa principalmente di valutazioni psicologiche in ambito processuale, come la capacità di intendere e di volere dell’imputato, l’idoneità a testimoniare o l’affidamento dei minori. I due ruoli possono sovrapporsi, ma lo psicologo forense ha un focus più clinico e peritale.
Fonte immagine per l’articolo Cos’è la criminologia: Pixabay
Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2025