Egon Schiele (1890-1918) è stato uno dei più importanti e radicali artisti del primo Novecento. Nato in un paesino austriaco, vive i cambiamenti dell’arte nel contesto viennese, in cui si confronta con celebri maestri come Gustav Klimt. I dipinti di Egon Schiele, caratterizzati da linee distorte, anatomie esagerate e temi audaci, hanno sfidato le convenzioni dell’epoca e continuano a suscitare interesse e dibattito.
In un primo momento, la sua pittura si rifà alla Secessione viennese di Klimt. Tuttavia, si nota subito che le sue linee sono più aspre e nette e i corpi più stilizzati, quasi a somigliare a manichini in posa, marionette che nascondono un senso di inquietudine. L’arte di Schiele si proietta fin da subito verso l’espressionismo, e anche nei dipinti erotici è possibile scorgere il suo tormento interiore.
Indice dei contenuti
Stilema | Klimt vs Schiele: due visioni a confronto |
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Linea | Klimt la usa in modo decorativo e sinuoso. Schiele la rende spezzata, nervosa e tagliente per esprimere angoscia. |
Colore | Klimt predilige l’oro e i colori brillanti, creando superfici preziose. Schiele usa tinte cupe, terrose e contrasti violenti. |
Tema | Klimt esplora l’eros in una dimensione simbolica e fiabesca. Schiele mostra la sessualità in modo crudo, psicologico e tormentato. |
I dipinti più famosi di Egon Schiele e le loro caratteristiche
1. Autoritratto con alchechengi (1912)

I suoi autoritratti sono tantissimi, ma questo è uno dei dipinti più iconici di Egon Schiele. L’artista si raffigura con uno sguardo fisso e quasi sfrontato verso lo spettatore. Il suo volto è pallido e scarno, con gli occhi spalancati. Il corpo segue le inclinazioni della pianta di alchechengi, creando un parallelismo tra la fragilità umana e quella vegetale.
Il dipinto è un’espressione della sua complessa personalità: Schiele si rappresenta come un individuo tormentato e vulnerabile. I colori intensi e le linee contorte conferiscono al dipinto un’atmosfera di inquietudine e tensione, mentre si distinguono tutte le pennellate, tipicamente espressioniste.
Dove vederlo: Leopold Museum, Vienna.
2. Ritratto di Wally (1912)

Valerie “Wally” Neuzil era la musa e amante di Schiele. La loro relazione durò fino al 1914. Questo ritratto, realizzato nel 1912, è uno dei più famosi e intensi. Wally è dipinta con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, ma con un’inclinazione del capo che suggerisce sia intimità che una certa distanza. Il suo volto è incorniciato da capelli rossi e occhi azzurri penetranti.
C’è una certa continuità con l’autoritratto dello stesso anno per via dello sfondo neutro. Qui, però, le linee sono più dolci e i colori più delicati, seppur si distinguano le pennellate dell’artista, delineando una bellezza pura, ben lontana dalla sensualità esplicita che contraddistingue altri dipinti di Egon Schiele.
Dove vederlo: Leopold Museum, Vienna.
3. L’abbraccio (coppia di amanti) (1917)

Questo è sicuramente tra i dipinti più famosi e potenti di Egon Schiele. La coppia, che si ritiene rappresenti l’artista e sua moglie Edith Harms, è colta in un momento di grande intimità. Il dipinto fu realizzato nel 1917, un anno prima che entrambi morissero a causa dell’influenza spagnola.
Gli amanti sono inquadrati dall’alto e i loro corpi sono uniti in un abbraccio appassionato, definiti da linee curve eccessive ed irregolari che enfatizzano una muscolatura irreale. Il dipinto esprime un equilibrio tra la dolcezza del momento e un senso di malinconica tristezza. Le dissonanze cromatiche e le linee taglienti lo allontanano nettamente dall’armonia decorativa del famoso *Bacio* di Klimt.
Dove vederlo: Galleria del Belvedere, Vienna.
4. Quattro alberi (1917)

Anche i paesaggi di Schiele sono carichi di significato. Dopo una fase in cui la natura era più antropomorfa (girasoli appassiti che ricordano creature sofferenti), questo dipinto del 1917 mostra una maggiore maturità. Rappresenta quattro alberi autunnali che si stagliano contro un cielo infuocato.
Gli alberi sono raffigurati con colori caldi e vivaci. Tutti sono ricchi di foglie tranne uno, spoglio, che sembra simboleggiare quella sottintesa malinconia e solitudine innata nell’uomo, anche in un contesto di apparente serenità.
Dove vederlo: Galleria del Belvedere, Vienna.
Questi quattro dipinti sono solo un assaggio della vasta produzione di Egon Schiele. Sono però rappresentativi del suo stile unico e della sua visione del mondo, espressione di un tormento che vive nelle linee spezzate e nelle scelte cromatiche. Esiste poi un’intera produzione di nudi, ritratti e autoritratti, spesso realizzati a matita e acquerello, che vi invitiamo ad approfondire.
Fonte immagine di copertina: Wikimedia Commons (Egon Schiele, Autoritratto con palpebra tirata giù)
Articolo aggiornato il: 11/09/2025
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