Donna tentatrice nell’antica cultura, un inganno tutto al femminile

Donna tentatrice nell'antica cultura, un inganno tutto al femminile

Avete mai riflettuto sulla così designata “Femme Fatale” in chiave storica? Questo archetipo, definito dall’Enciclopedia Treccani come una “donna fatale” capace di esercitare un fascino irresistibile e portare gli uomini alla rovina, ha radici profonde. Da sempre, sia nella cultura occidentale che in quella orientale, l’immagine della donna tentatrice ha reso celebri miti e leggende. Il retaggio delle precedenti epoche e la prevaricazione della controparte maschile hanno modellato la figura femminile in quanto personificazione di disobbedienza, scaltrezza e malevolenza, costruendo il pregiudizio dell’espressione «La curiosità è donna» (utilizzato per descrivere un carattere logorroico).

Lilith: la prima donna ribelle

Prima ancora di Eva, la tradizione ebraica extra-biblica, in particolare nel testo medievale “Alfabeto di Ben Sira”, introduce la figura di Lilith. Creata dalla stessa terra di Adamo, e quindi sua pari, Lilith si rifiutò di sottomettersi a lui, specialmente nella posizione sessuale. Di fronte al suo rifiuto di obbedienza, pronunciò il nome segreto di Dio e fuggì dal Giardino dell’Eden. La sua ribellione la trasformò, nella narrazione successiva, in un demone notturno, una seduttrice di uomini e una minaccia per i bambini. Lilith rappresenta forse l’origine più pura dell’archetipo: non una donna che cede a una tentazione esterna, ma una figura che sceglie attivamente la disobbedienza per affermare la propria indipendenza, venendo per questo demonizzata.

Eva simboleggia la donna tentatrice o una figura progressista?

La narrazione poi prosegue con la storia di Adamo ed Eva, dove quest’ultima diviene la prima donna ad essere sedotta dalla tentazione di Lucifero. Ricordate la vicenda? Secondo la Bibbia, Adamo ed Eva sono i progenitori dell’intero genere umano, creati da Dio e portati nel meraviglioso Giardino dell’Eden. I due, però, commettono il cosiddetto “peccato originale“, ovvero la scelta della via del male, mangiando la famigerata mela e deludendo il grande amore del Padre (Dio). Ma dov’è la donna tentatrice? In molte epoche, è stato evidenziato il fatto che Eva, tra i due, sia stata la prima a sentirsi attratta dalla disobbedienza e maliziosità, accusata di aver indotto Adamo verso il peccato. Alcuni studiosi, tuttavia, hanno interpretato tale accusa come enfatizzazione di Eva in quanto donna del progresso, l’unica a voler scoprire il mondo e dimostrare il suo forte spirito rispetto alla fragilità di Adamo.

Donna tentatrice nell'antica cultura, un inganno tutto al femminile

Fonte immagine: documentario della ABC News

Figura mitologica Origine, trasgressione e conseguenza
Lilith Creata pari ad Adamo, si ribella al suo dominio e fugge dall’Eden, venendo trasformata in un demone
Eva Creata dalla costola di Adamo, cede alla tentazione del serpente e mangia il frutto proibito, causando la cacciata dall’Eden
Pandora Creata dagli dei come punizione per l’umanità, apre il vaso proibito spinta dalla curiosità, liberando tutti i mali nel mondo

Il vaso di Pandora

Il celebre scrittore Oscar Wilde constatava «L’unico modo per liberarsi dalla tentazione è cedervi», ed è proprio ciò che fece la nostra Pandora, donna tentatrice del mito più ricordato ai nostri giorni. Proveniente dal mondo greco, la vicenda narra la creazione della prima figura femminile mortale, voluta da Zeus per vendicarsi del titano Prometeo. La ragazza fu chiamata Pandora (in greco “colei che ha tutti i doni“), la quale rivestì apici di bellezza e virtù. Portata all’interno del mondo umano, ella si innamorò di Epimeteo (fratello di Prometeo), convolando successivamente a nozze. In dono, Zeus inviò un vaso, raccomandandole di non aprirlo per nessuna ragione. La tentazione, però, vinse e la mortale cedette alla curiosità, aprendo la scatola e causando la diffusione di tutti i mali all’interno del genere umano. Ancora una volta è una donna a creare caos e dolore nell’universo. Qual è il significato di tale mito? Per i greci, ma non solo, la figura femminile è sempre stata associata al concetto di pericolo, soprattutto verso la controparte maschile: capaci di influenzarli verso scelte negative e risucchiare le loro forze con bellezza e astuzia.

Donna tentatrice nell'antica cultura, un inganno tutto al femminile

Fonte immagine: Wikipedia- dipinto di Arthur Rackham

Izanami nella mitologia giapponese

Anche la mitologia giapponese non è da meno, anzi, il concetto di donna tentatrice ha sempre avuto un piccolo angolo di attenzione. Tornando alle origini, il Kojiki (712) rappresenta la cronaca letteraria più remota, creata per testimoniare la discendenza dell’imperatore dai kami (divinità dello Shintoismo). In questo caso, parliamo della dea creatrice Izanami, colei che, insieme al dio Izanaki, creò le isole del Giappone. Al fine di poter generare una prole, i due furono obbligati a seguire un cerimoniale ben preciso: girare armoniosamente intorno ad una superba colonna, lui a sinistra, lei a destra. Fu la dea a parlare per prima, rompendo l’ordine prestabilito e commettendo un fatale errore. Ebbene, la povera dea, cedendo all’impulso e sovvertendo il ruolo maschile, generò una prole di mostri deformi.

Donna tentatrice nell'antica cultura, un inganno tutto al femminile

Fonte immagine: Wikipedia- dipinto di Eitaku Kobayashi

Tante sono le figure femminili che incarnano pregiudizi e superstizioni. Interessante è, senza dubbio, studiare tali azioni secondo diverse chiavi interpretative, progressiste o retrograde, cercando di analizzare la donna tentatrice attraverso varie sfumature significative, spesso come riflesso delle paure di una società patriarcale di fronte all’indipendenza femminile.

Fonte immagine in evidenza: screenshot dal video documentario del canale Youtube ABC News

Articolo aggiornato il: 07/09/2025

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