La riforma goldoniana è il progetto con cui Carlo Goldoni, uno degli autori più fecondi della letteratura italiana, ha rivoluzionato la commedia tradizionale nel Settecento. Questa rivoluzione ha segnato un punto di svolta nella storia del teatro italiano, introducendo una nuova drammaturgia e aprendo la strada alla scena moderna. Ma in cosa consiste esattamente e quali sono state le sue innovazioni principali?
“Le due ricche e feconde materie delle mie commedie sono state il Mondo e il Teatro.”
Indice degli argomenti
- 1. Il contesto: perché serviva una riforma del teatro
- 2. I quattro pilastri della riforma goldoniana
- 3. Le opere chiave della riforma
- 4. Un cambiamento graduale: le fasi della riforma
- 5. L’opposizione: le critiche alla riforma
- 6. L’importanza e l’eredità della riforma goldoniana
- 7. Fonti e approfondimenti
Il contesto: perché serviva una riforma del teatro
La riforma goldoniana nasce come reazione diretta alla Commedia dell’Arte, il genere teatrale dominante all’epoca. Sebbene inizialmente innovativa, nel Settecento la Commedia dell’Arte era diventata stagnante, basata su schemi fissi, comicità volgare e personaggi stereotipati. L’obiettivo principale di Goldoni era superare questi limiti per restituire dignità al teatro, elevandolo da semplice forma di intrattenimento a strumento di riflessione critica sulla realtà. Voleva un teatro più realistico, ispirato al “Mondo” (la società) e al “Teatro” (la tradizione scenica), che parlasse a un pubblico vasto e variegato, in particolare alla borghesia emergente.
I quattro pilastri della riforma goldoniana
La rivoluzione di Goldoni si fonda su quattro innovazioni fondamentali, introdotte in modo graduale per abituare attori e pubblico al cambiamento.
1. Dal canovaccio al copione scritto
Goldoni abbandonò il canovaccio, il riassunto della trama su cui gli attori improvvisavano. Lo sostituì con il copione, un testo interamente scritto in cui erano riportate tutte le battute che l’attore doveva imparare a memoria. Questa mossa restituì centralità all’autore e permise di creare trame più complesse e dialoghi più raffinati, eliminando la dipendenza dall’abilità estemporanea degli interpreti.
2. Dalle maschere ai caratteri
Altra novità fondamentale fu la sostituzione delle maschere fisse (come Pulcinella o Arlecchino) con personaggi veri e psicologicamente definiti. Goldoni osservava la società del suo tempo e portava in scena “caratteri” con una loro individualità, pregi e difetti. Questo permise di passare da una comicità basata sulla maschera a una commedia basata sulla psicologia e sui comportamenti umani.
3. Un nuovo linguaggio realistico
Anche il linguaggio venne rivoluzionato. Goldoni abbandonò il plurilinguismo farsesco della Commedia dell’Arte per adottare una lingua chiara, semplice e verosimile, adatta a rappresentare la vita reale. Il suo obiettivo era creare un dialogo naturale, basato sull’interazione comunicativa tra i personaggi. Utilizzò spesso il dialetto veneziano, non come maschera comica, ma come lingua viva e autentica della borghesia che rappresentava.
4. La borghesia come nuova protagonista
I personaggi di Goldoni derivano direttamente dalla realtà veneziana del Settecento. Al centro delle sue commedie non c’è più l’aristocrazia oziosa, spesso criticata, ma la borghesia mercantile. Mercanti, artigiani, locandiere (come la celebre Mirandolina de La Locandiera) diventarono i nuovi eroi positivi, portatori di valori come l’onestà, l’intraprendenza e il buon senso. Il teatro diventò così uno specchio della società contemporanea.
Elemento | Riforma goldoniana (il nuovo) |
---|---|
Testo | Copione interamente scritto dall’autore. |
Personaggi | Caratteri individuali con una propria psicologia. |
Linguaggio | Realistico, semplice e verosimile (italiano o dialetto). |
Classe sociale | Borghesia mercantile e lavoratrice. |
Le opere chiave della riforma

Il percorso della riforma non fu istantaneo, ma si sviluppò attraverso opere che segnarono tappe fondamentali del cambiamento:
Momolo Cortesan (1738)
Il primo vero esperimento. In questa commedia, solo la parte del protagonista è interamente scritta. Simboleggia l’inizio cauto ma deciso del cambiamento, un ponte tra la vecchia improvvisazione e la nuova drammaturgia.
La Donna di Garbo (1743)
Rappresenta un punto di non ritorno: è la prima commedia di Goldoni interamente scritta, senza lasciare spazio all’improvvisazione degli attori. Il controllo dell’autore sul testo diventa totale.
La Locandiera (1753)
Considerata l’apice della riforma. La protagonista, Mirandolina, non è una maschera, ma un “carattere” complesso e moderno: una donna borghese, intelligente, astuta e calcolatrice che domina la scena e gli uomini attorno a lei.
Un cambiamento graduale: le fasi della riforma
La riforma prese il via con l’opera “Momolo cortesan” (1738), una commedia innovativa in cui la parte del protagonista era interamente scritta, lasciando il resto all’improvvisazione. Un passo successivo fu “La donna di garbo” (1743), la prima commedia interamente scritta da Goldoni. Con opere successive, le maschere furono modificate dall’interno, trasformate in caratteri più individuali, fino al loro progressivo abbandono. Nelle sue commedie misero in scena mercanti operosi, artigiani, gondolieri e comari pettegole, creando un affresco vivido della società veneziana.
L’opposizione: le critiche alla riforma
La riforma goldoniana non fu accettata da tutti. Il pubblico si divise tra “goldoniani” e sostenitori della tradizione. Molti attori si opposero, vedendo il copione scritto come un limite alla loro creatività e abilità improvvisativa. Anche gli spettatori faticavano a comprendere il nuovo stile, ancora legati alle maschere. L’opposizione più forte venne da altri due commediografi: Pietro Chiari, che proponeva commedie romanzesche e avventurose, e soprattutto Carlo Gozzi, un aristocratico conservatore che difendeva la Commedia dell’Arte e accusava Goldoni di aver eliminato la fantasia e la poesia dal teatro per rappresentare una “volgare” realtà borghese.
L’importanza e l’eredità della riforma goldoniana
Nonostante le critiche, la riforma goldoniana proseguì, restituendo dignità letteraria e morale al teatro comico. Goldoni riuscì a creare una “commedia di carattere” che si contrapponeva sia alla banalità della Commedia dell’Arte in declino sia all’artificiosità della tragedia classicista. La sua opera ha fondato il teatro moderno italiano e ha influenzato la drammaturgia europea, lasciando un’eredità che ancora oggi è studiata e rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo.
Fonti e approfondimenti
Per chi desidera approfondire la figura di Carlo Goldoni e il contesto della sua riforma, si consigliano le seguenti risorse autorevoli:
- La biografia di Carlo Goldoni sull’Enciclopedia Treccani.
- Il sito ufficiale della Casa di Carlo Goldoni a Venezia, Istituto di studi teatrali.
- Archivi e testi su Goldoni su Internet Culturale, portale della digital library italiana.

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