Figure retoriche: cosa sono, a cosa servono e quali

Figure retoriche di suono e figure retoriche di significato, esempi

Nell’arte poetica ricorrono frequentemente alcuni “artifici” che si allontanano dal normale uso linguistico: sono le cosiddette figure retoriche. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Cosa sono le figure retoriche?

Le figure retoriche sono forme espressive che deviano dal linguaggio comune per rendere un messaggio più efficace e suggestivo. La loro funzione è comunicare una particolare carica emotiva, potenziare le immagini e ravvivare il linguaggio. Non sono esclusive della poesia, ma ricorrono anche nel parlare quotidiano e in altri linguaggi, come quello pubblicitario.

Tipo di figura Scopo principale
Di suono Creare effetti di musicalità, ritmo ed eco attraverso la ripetizione dei suoni.
Di significato Ampliare o modificare il significato letterale delle parole per creare immagini evocative.
Di posizione Alterare l’ordine consueto delle parole nella frase per dare enfasi a un concetto.

Le figure retoriche di suono

Le figure retoriche di suono (o fonetiche) riguardano la musicalità e la ripetizione dei suoni. Servono a creare particolari effetti acustici e a sottolineare concetti chiave attraverso la combinazione di foni.

Allitterazione

L’allitterazione è la ripetizione di una lettera o di un gruppo di lettere all’inizio o all’interno di più parole.

Esempio letterario: di me medesimo meco mi vergogno (F. Petrarca)
Esempio moderno: lo slogan “Super Sconto”.

Assonanza

L’assonanza si ha quando due parole, a partire dalla vocale accentata, presentano le stesse vocali ma diverse consonanti.

Esempio: piove sui nostri volti silvani (G. D’Annunzio)

Consonanza

La consonanza si ha quando due parole, a partire dalla vocale accentata, presentano le stesse consonanti ma diverse vocali.

Esempio: tra gli scogli parlòtta la marétta (E. Montale)

Onomatopea

L’onomatopea è una parola che riproduce un suono, un rumore o il verso di un animale.

Esempio letterario: nei campi / c’è un breve gre-gre di ranelle (G. Pascoli)
Esempio moderno: il suono “click” del mouse.

Paranomasia

La paranomasia è l’accostamento di due parole con suoni simili ma significato diverso.

Esempio letterario: sedendo e mirando (G. Leopardi)
Esempio moderno: il detto “Chi non risica non rosica“.

Le figure retoriche di significato

Le figure retoriche di significato (o semantiche) incidono sul significato della parola e lo ampliano per creare immagini vivide e concetti più profondi.

Similitudine e metafora

Sono le figure di significato più comuni e spesso vengono confuse. La similitudine è un paragone esplicito, introdotto da “come” o “simile a”. La metafora è un paragone implicito, una “similitudine abbreviata”.

Figura Caratteristica ed esempio
Similitudine Paragone esplicito. Esempio: “Sei furbo come una volpe”.
Metafora Paragone implicito. Esempio: “Sei una volpe”.

Antitesi e ossimoro

L’antitesi accosta concetti opposti in una frase (es. Pace non trovo e non ho da far guerra). L’ossimoro fonde due parole contrarie in un’unica espressione.

Esempio di ossimoro: bianca nel tacito tumulto (Pascoli)
Esempio moderno di ossimoro: l’espressione “lucida follia“.

Iperbole

L’iperbole è un’esagerazione per enfatizzare un concetto.

Esempio letterario: ho sceso … almeno un milione di scale (E. Montale)
Esempio moderno: “È un secolo che ti aspetto!”.

Metonimia e sineddoche

Entrambe sostituiscono un termine con un altro, ma si basano su principi diversi. La metonimia usa un rapporto di vicinanza logica, mentre la sineddoche un rapporto di quantità.

Figura Tipo di relazione ed esempio
Metonimia Logica / qualitativa (es. l’autore per l’opera: “leggere Dante”).
Sineddoche Quantitativa (es. la parte per il tutto: “le vele” per le barche).

Altre figure di significato includono la litote (affermare con la negazione del contrario), la sinestesia (associare sensi diversi, es. “suono caldo”) e la personificazione (attribuire caratteri umani a oggetti o animali).

Le figure retoriche di posizione (o di ordine)

Queste figure giocano con l’ordine delle parole per dare enfasi o un particolare ritmo.

Anafora

L’anafora è la ripetizione di una o più parole all’inizio di frasi o versi successivi.

Esempio letterario: Per me si va ne la città dolente, / Per me si va… (Dante)
Esempio moderno:E poi, e poi, e poi… sarà quel che sarà” (Mina).

Altre figure di posizione sono l’anastrofe (inversione dell’ordine di due parole), il chiasmo (disposizione incrociata A-B-B-A) e il climax (successione in ordine di intensità crescente).

Come riconoscere le figure retoriche: consigli pratici

  • Leggi ad alta voce: le figure di suono come l’allitterazione emergono più chiaramente.
  • Cerca i paragoni: se vedi un “come”, è una similitudine. Se il paragone è implicito, è una metafora.
  • Analizza l’ordine delle parole: se la frase suona “strana” o invertita, potrebbe esserci un’anastrofe.
  • Fai attenzione ai sensi: se un testo mescola sensazioni diverse (es. un “urlo nero”), è una sinestesia.

Conclusione: perché sono importanti?

Le figure retoriche superano il semplice abbellimento. Sono il meccanismo del linguaggio creativo, strumenti che permettono a poeti e scrittori di trasformare un messaggio ordinario in un’esperienza memorabile. Riconoscerle significa comprendere più a fondo non solo la poesia, ma il potere stesso della parola.

A cura della docente Nunzia Serino.

Fonte immagine: Pixabay 

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A proposito di Nunzia Serino

Nata a Giugliano in Campania (NA) nel 1987, ha studiato Lettere Moderne e Filologia Moderna all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Docente di Lettere presso la Scuola Secondaria di I grado e giornalista pubblicista, ricopre il ruolo di Editor e Caporedattrice sezione Cinema e Cultura per Eroica Fenice.

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