Gerarchie angeliche: la nascita e la fortuna dell’angelologia
Un primo accenno alle gerarchie angeliche lo si ha nell’Antico Testamento. Gli angeli, all’interno di una visione onirica di Giacobbe, appaiono posizionati lungo una scala che unisce terra e cielo. L’origine della loro figura si potrebbe però rinvenire anche in alcune culture precristiane, in entità essenzialmente legate a culti misterici assiro-babilonesi, persiani ed egizi.
Proseguendo nel seno della tradizione cristiana, che ne ha spogliato la figura da connotazioni politeistiche, da semplici controfigure di Jahvè, con gli anni, gli angeli sono divenuti delle vere e proprie entità a se stanti, dotate di caratteristiche uniche e meritevoli di essere studiate. Tale scienza, che prese il nome di angelologia, e che si occupa anche delle gerarchie angeliche, visse di fortune alterne. All’inizio era destinata solo alle cure degli gnostici e non vista di buon occhio dalla Chiesa, la quale per anni provò a limitare il culto angelico solamente ai tre angeli menzionati nelle Sacre Scritture.
Con gli anni, lo studio delle figure angeliche ha avuto però una diffusione sempre più estesa, radicandosi anche in ambiti profani come quelli della filosofia classica, del neoplatonismo e della cosmologia, scienze che ne influenzeranno incredibilmente la gerarchizzazione.
Quali e quante sono le gerarchie angeliche:
«La gerarchia è nello stesso tempo ordine, scienza e azione, conformandosi, per quanto è possibile, agli attributi divini, e riproducendo, per mezzo dei suoi splendori originali, un’espressione delle realtà che sono in Dio.»
(Pseudo-Dionigi l’aeropagita, De coelesti hierarchia)
A partire da antiche tradizioni misteriche, poi confluite nell’astrologia medievale, gli angeli vengono identificati come corpi celesti che volteggiano nei cieli infiniti circondando l’orbita terrestre. Essi, con il loro movimento, scatenano una meravigliosa armonia, una “musica sferica” che illumina la mente umana e la aiuta a comprendere la verità. Queste essenze incorporee fungono da cesura tra il mondo naturale e quello trascendentale, e sono messi spirituali che legano il mondo trascendentale a quello umano. Tali idee si devono soprattutto alla diffusione del testo neoplatonico del filosofo Pseudo-Dionigi l’aeropagita, canonizzato da Papa Gregorio I. Queste creature sono organizzate in gerarchie angeliche.
Secondo quanto scritto nel De coelesti hierarchia dello Pseudo-Dionigi, vi sono nove ordini raggruppati in disposizioni ternarie, distribuiti in virtù della loro perfezione.
Prima Gerarchia: Serafini, Cherubini e Troni
I Serafini, dotati di tre paia di ali, sono situati nel coro celeste più elevato e prossimo al trono di Dio, figurando tra le prime gerarchie angeliche. Il loro nome sembra derivare dal termine ebraico sāraph (bruciare). Vengono descritti dallo Pseudo-Dionigi l’aeropagita, seguendo l’etimologia del loro nome, come coloro che accendono e mantengono il fuoco divino. Anche San Tommaso, ne sottolinea il legame con il fuoco, definendoli come ardenti di carità.
I Cherubini risiedono nel profondo del firmamento, custodi della luce e delle stelle. Incarnano la figura del guardiano e del protettore, e per tale motivo sono posti alle porte dell’Eden, e secondo la tradizione biblica, sono incisi sull’Arca dell’Alleanza.
Descritti come ruote intersecate ad altre ruote, i Troni, sono collocati nella settima schiera, e il loro compito è quello di tradurre la sapienza e il pensiero elaborato dai Cherubini. Essi sono esseri angelici dotati di molteplici colori e infinite forme.
Seconda Gerarchia: Dominazioni, Virtù e Potestà
Le Dominazioni secondo lo Pseudo-Dionigi sono delle entità che ricevono ordini direttamente da Dio o dagli angeli superiori. Il loro compito tra le gerarchie angeliche è quello di regolare i corpi celesti inferiori. Formano una sorta di milizia, responsabile dell’ordine universale delle schiere angeliche inferiori.
Le Virtù sono spiriti che presiedono i grandi cambiamenti storici. Secondo la tradizione antroposofica di Rudolf Steiner per esempio, esse rappresentano le entità responsabili di processi naturali come la germogliazione dei semi.
Le Potestà sono esseri angelici vaporosi, custodi della sapienza e designati come guida per gli esseri umani. Dal loro agire infatti dipende l’evoluzione delle epoche cosmiche.
Terza Gerarchia: Principati, Arcangeli e Angeli
I Principati sono angeli legati profondamente allo svolgimento delle vicende storiche umane, hanno infatti il potere d’influenzare la realtà immanente delle cose. Il loro compito principale tra le gerarchie angeliche è quello di ispirare nuove idee e invenzioni in grado di stimolare il progresso della società civile. Hanno la forma di raggi di luce che si irradiano sulle menti umane.
Gli Arcangeli sono consiglieri e amministratori. Anch’essi sono intimamente legati alla vita quotidiana degli uomini, in quanto custodi del creato, annunciatori della volontà divina e dell’avvenire. Secondo alcune tradizioni sono sette, definiti come “gli occhi del Creatore” tra le gerarchie angeliche.
Gli Angeli occupano il cielo più basso del regno angelico, più prossimi alla vita terrena. Essenzialmente la loro funzione, come si evince dall’etimologia del loro nome, dal greco anghelos, messaggero, è quella di manifestare il volere del Signore agli esseri umani.
Altre gerarchie angeliche:
Quella dello Pseudo-Dionigi l’aeropagita è una delle tante gerarchizzazioni angeliche esistenti. L’angelologia è infatti una dottrina polivalente, che ha subito tantissime contaminazioni e ibridazioni, e che a seconda delle varie dottrine religiose e filosofiche ha sviluppato delle caratteristiche differenti. Basti pensare alle varie gerarchie angeliche risalenti alle tradizioni protestante, ebraica o cabalistica, ognuna dotata di proprie caratteristiche e sfumature differenti.
Di sicuro l’opera del filosofo neoplatonico è una delle più diffuse e influenti per la teorizzazione delle gerarchie angeliche. Essa fu di incredibile ispirazione per tantissimi autori tra i quali San Tommaso e soprattutto Dante Alighieri, il quale si servì di tale gerarchizzazione all’interno della Commedia per l’organizzazione del Paradiso, fondendo alla tradizione cristiana elementi esoterici e astrologici. Ogni gerarchia angelica, secondo il poeta fiorentino, si manifesta attraverso il moto celeste delle sfere rotanti al di sopra dell’orbita terrestre: si tratta di nove cieli, simili a cerchi infuocati che circondano un minuscolo puntino di luce eterea, imperscrutabile e divina.
“distante intorno al punto un cerchio d’igne
si girava sì ratto, ch’avria vinto
quel moto che più tosto il mondo cigne;
e questo era d’un altro circumcinto,
e quel dal terzo, e ’l terzo poi dal quarto,
dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto.
Sopra seguiva il settimo sì sparto
già di larghezza, che ’l messo di Iuno
intero a contenerlo sarebbe arto.
Così l’ottavo e ’l nono; e chiascheduno
più tardo si movea, secondo ch’era
in numero distante più da l’uno…”
(Dante, Commedia, XXVIII canto)
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