Leonardo da Vinci è stato uno dei geni più poliedrici della storia umana, capace di spaziare in ogni campo del sapere con un talento ineguagliabile. Una figura emblematica e affascinante che ancora oggi, a più di cinquecento anni dalla sua morte, conserva uno charme magnetico. Tra tutte le sue attività, la pittura occupò un ruolo centrale, una compagna di vita che lo seguì in ogni corte e viaggio. Questo rapporto fu però tempestoso: la sua continua ricerca della perfezione lo rendeva estremamente meticoloso e lento, portandolo a ritoccare le opere centinaia di volte. Per questo motivo, nonostante una lunga carriera, Leonardo ha portato a termine pochi dipinti, lasciandone molti incompiuti nel tentativo di raggiungere un ideale artistico quasi irrealizzabile.
“Il dipintore disputa e gareggia colla natura”
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I capolavori di Leonardo: dove trovarli
Molti appassionati si chiedono dove siano conservati oggi i dipinti di Leonardo da Vinci. La tabella seguente riassume la collocazione attuale dei suoi lavori più celebri, offrendo una rapida panoramica per chi desidera ammirarli dal vivo.
| Opera | Museo di conservazione (anno di realizzazione) |
|---|---|
| Vergine delle rocce | Musée du Louvre, Parigi (1483-1486) |
| La dama con l’ermellino | Museo nazionale di Cracovia, Cracovia (1489-1490) |
| L’ultima cena (Cenacolo) | Refettorio di Santa Maria delle Grazie, Milano (1495-1498) |
| La Gioconda (Monna Lisa) | Musée du Louvre, Parigi (1503-1506) |
| Ritratto di Ginevra de’ Benci | National Gallery of Art, Washington (1478-1480) |
| Salvator Mundi | Louvre Abu Dhabi (dopo il 1507 – attribuzione dibattuta) |
Analisi dei principali dipinti di Leonardo da Vinci
Vergine delle rocce
La Vergine delle rocce ritrae il precoce incontro tra Gesù bambino e Giovanni Battista in un’ambientazione rocciosa che sottolinea la solitudine della scena. Situata sul ciglio di un abisso, l’opera immerge le figure in una grotta umida e ombrosa. Alle spalle di Maria, un rivolo d’acqua simboleggia la sua purezza, in contrasto con l’inaccessibilità della caverna, metafora del mistero divino. La figura di Maria domina la scena con una composizione piramidale, una scelta ricorrente in Leonardo per le opere a soggetto religioso. Controversie sull’iconografia e sui pagamenti portarono alla realizzazione di una seconda versione. Alcuni studiosi ipotizzano messaggi esoterici nascosti, come la figura del demone Asmodeo visibile specchiando l’immagine, simbolo profano della vittoria della scienza sulla fede.
La dama con l’ermellino
Il ritratto di Cecilia Gallerani, commissionato da Ludovico il Moro, è uno dei dipinti più celebri di Leonardo da Vinci. L’opera cattura lo spettatore per la sua incredibile vitalità e realismo. Leonardo abbandona la rigidità dell’iconografia tradizionale, conferendo a Cecilia un senso di movimento unico: la giovane e l’ermellino sembrano voltarsi di scatto, come richiamati da una presenza esterna alla tela. La luce, proveniente da sinistra, illumina il suo volto con delicatezza. L’ermellino non è un dettaglio casuale: in greco, “galée” significa ermellino, un richiamo al cognome Gallerani, e l’animale stesso era simbolo di purezza e virtù.
L’ultima cena (Cenacolo)
L’ultima cena non è un quadro, ma un dipinto murale che rappresenta uno dei vertici assoluti dell’arte mondiale. L’opera raffigura il momento esatto in cui Gesù annuncia che uno degli apostoli lo tradirà. La grandezza di Leonardo sta nell’aver catturato i “moti dell’animo”, ovvero le diverse reazioni psicologiche di ogni apostolo alla notizia. Invece del tradizionale affresco, utilizzò una tecnica sperimentale “a secco” su intonaco, che purtroppo si rivelò poco durevole, causando il rapido deterioramento dell’opera. Il Cenacolo è un capolavoro di composizione, prospettiva ed espressione drammatica, come documentato dal sito ufficiale del museo.
La Gioconda (Monna Lisa)
La Gioconda è probabilmente il ritratto più famoso della storia dell’arte. Leonardo applicò magistralmente la tecnica dello sfumato, una velatura pittorica che ammorbidisce i contorni e fonde le figure con il paesaggio, creando un’atmosfera sospesa e quasi irreale. Il sorriso enigmatico e lo sguardo che sembra seguire l’osservatore hanno alimentato secoli di dibattiti. La posa di tre quarti, all’epoca rivoluzionaria per un ritratto femminile, conferisce alla figura un dinamismo e una profondità psicologica senza precedenti. Il paesaggio alle sue spalle, fantastico e geologico, è un esempio perfetto di prospettiva aerea. L’opera è un’icona universale, custodita al Musée du Louvre.
Ritratto di Ginevra de’ Benci
Il ritratto di Ginevra de’ Benci è fondamentale nella carriera di Leonardo, segnando una rottura con la tradizione della ritrattistica del suo maestro, Verrocchio. La giovane donna è ritratta di tre quarti, non di profilo, e in posizione ravvicinata, secondo l’influenza fiamminga. Alle sue spalle, un cespuglio di ginepro allude al suo nome e simboleggia la virtù. Oltre a essere un capolavoro tecnico, la tela trasmette un messaggio innovativo per l’epoca: Ginevra non è rappresentata semplicemente come una sposa, ma come una donna intellettuale, dotata di spessore e di una profonda espressività.
Salvator Mundi
Il Salvator Mundi è il dipinto più controverso di Leonardo, sia per la sua attribuzione che per la sua storia. Le analisi scientifiche non hanno rivelato disegni preparatori, alimentando dubbi e teorie. L’opera raffigura un Cristo androgino con una sfera di cristallo, elementi che hanno ispirato interpretazioni esoteriche. Se alcuni dettagli mostrano una finezza tipica di Leonardo, altri elementi appaiono stilisticamente deboli. Lo studioso Ludwig Heidenreich ipotizzò che il Salvator Mundi potesse essere un’opera prodotta in serie dalla bottega di Leonardo, magari con la partecipazione parziale del maestro, partendo da un suo disegno. Questo spiegherebbe le incongruenze stilistiche e la presenza di numerose copie.
Fonte Immagini: Pixabay, Wikimedia Commons.
Articolo aggiornato il: 28/09/2025

