Il Bhutan, comunemente conosciuto come il Regno del Bhutan, anche se il suo nome ufficiale in lingua locale è Druk Yul (Terra del Drago del Tuono), è un piccolo stato situato nell’Asia meridionale. Gli abitanti, di conseguenza, chiamano sé stessi Drukpa. Questa nazione senza sbocco sul mare confina con due giganti geografici: a nord con la Cina e a sud con l’India, ed è incastonata nella maestosa catena montuosa himalayana.
Indice dei contenuti
| Bhutan in breve | |
|---|---|
| Nome ufficiale | Druk Yul (Regno del Bhutan) |
| Capitale | Thimphu |
| Popolazione | Circa 787.000 (stima 2023) |
| Lingua ufficiale | Dzongkha |
| Moneta | Ngultrum bhutanese (BTN) |
| Forma di governo | Monarchia costituzionale |
| Capo di stato | Re Jigme Khesar Namgyal Wangchuck |
| Capo del governo | Primo ministro Tshering Tobgay |
Geografia del Bhutan: un piccolo stato tra cina e india
La capitale è Thimphu e conta circa 115mila abitanti, mentre la popolazione totale del paese si aggira intorno ai 787.000 abitanti. La lingua ufficiale è lo dzongkha, parlata anche in alcune aree del Nepal e dell’India. Ad affiancare la lingua ufficiale dello Stato ci sono circa 19 dialetti e la lingua inglese, ampiamente utilizzata nell’amministrazione e nell’istruzione. La vetta più alta del Bhutan è il Gangkhar Puensum, con un’altezza di 7.570 metri, che detiene il primato di montagna più alta al mondo mai scalata. L’alpinismo sulle vette più alte è vietato dal 1994 per rispetto delle credenze spirituali locali e per mantenere la natura del paese incontaminata, preservando la flora e la fauna.
Il governo del Bhutan: una monarchia costituzionale
Il Bhutan ha come forma di governo la monarchia, più precisamente è una monarchia costituzionale, come stabilito dalla Costituzione del 2008. Questo sistema bilancia il potere tra il monarca, il Druk Gyalpo (Re Drago), e un parlamento democraticamente eletto.
Il re drago: Jigme Khesar Namgyal Wangchuck
L’attuale re è Jigme Khesar Namgyal Wangchuck, soprannominato il Re Drago, quinto sovrano della dinastia Wangchuck in Bhutan. Salì al trono nel 2006, quando aveva solo 26 anni, a seguito dell’abdicazione di suo padre, anche se l’incoronazione ufficiale del re è avvenuta nel 2008. Il Primo Ministro, a seguito delle elezioni del 2024, è Tshering Tobgay, come confermato dalle fonti governative ufficiali che ne definiscono il ruolo e le responsabilità.
Etnie e religioni del Bhutan: un mosaico culturale
Attualmente, nel Bhutan convivono ben tre etnie principali, che contribuiscono alla ricca diversità culturale della nazione.
I gruppi etnici: sharchop, ngalop e lotshampa
Nella parte orientale del paese vive il gruppo Sharchop, considerato il nucleo della popolazione originaria. Nella parte occidentale il gruppo Ngalop è composto perlopiù da discendenti tibetiani, emigrati in Bhutan durante il V secolo e a cui si deve l’introduzione del buddhismo. Infine, nella parte meridionale del Bhutan vive il gruppo Lotshampa, di origine nepalese. Dagli anni Novanta, tensioni politiche hanno portato all’espulsione di una parte della popolazione di etnia nepalese, generando una crisi di rifugiati che ha segnato i rapporti con il Nepal.
La religione: il buddhismo come fede principale
Per quanto riguarda la religione, quella ufficiale dello Stato è il buddhismo Vajrayana, nella sua forma locale Drukpa Kagyu. Questa corrente spirituale permea ogni aspetto della vita quotidiana, dall’arte all’architettura. Vengono professate anche altre religioni come il buddhismo Mahayana e, tra le comunità indigene, forme di animismo e sciamanesimo. In alcune parti meridionali, in particolare tra i Lotshampa, è diffuso anche l’induismo.
Il Bhutan: il paese della felicità interna lorda
Il Bhutan è noto per aver introdotto un approccio alternativo allo sviluppo nazionale. Il concetto di felicità, qui, non è legato esclusivamente al benessere economico misurato dal PIL, ma a un più ampio senso di benessere collettivo, misurato attraverso l’indice di Felicità Interna Lorda (FIL).
I quattro pilastri della felicità interna lorda
Questo modello di sviluppo olistico si basa su quattro criteri fondamentali: il buon governo, la protezione e conservazione ambientale, uno sviluppo socio-economico giusto e sostenibile, e la conservazione e promozione della cultura.
Turismo sostenibile e regole per i visitatori
Per preservare questo equilibrio, il Bhutan ha adottato una politica di “High Value, Low Volume tourism” con regole precise. Per visitare il paese è necessario rivolgersi a tour operator registrati e pagare una tassa giornaliera. Questa tassa, nota come Sustainable Development Fee (SDF), contribuisce direttamente a finanziare i servizi pubblici come sanità e istruzione, oltre a progetti di sostenibilità. L’importo della SDF è fissato a 100 dollari al giorno per persona e si aggiunge ai costi di alloggio, vitto e trasporti. Questa politica mira a limitare l’impatto del turismo di massa sull’ambiente e sulla cultura locale.
Economia e cultura del Bhutan: tra isolazionismo e tradizione
Il Regno del Bhutan mantiene relazioni diplomatiche con un numero limitato di paesi, una scelta che riflette la sua volontà di proteggersi dall’influenza globale e preservare la propria identità culturale. A testimonianza di ciò, una legge impone agli abitanti di indossare gli abiti tradizionali (il “Gho” per gli uomini e la “Kira” per le donne) durante le occasioni ufficiali e negli uffici. Uno dei pilastri dell’economia è l’energia idroelettrica, prodotta grazie alle dighe sui fiumi himalayani e venduta in gran parte all’India, come dettagliato nei report di istituzioni come l’ Asian Development Bank. L’agricoltura e la silvicoltura rimangono settori fondamentali. Il Bhutan è un paese ricco di tradizioni che si riflettono nell’artigianato tessile, nella musica, nelle danze mascherate dei festival “Tshechu” e nell’architettura, con i suoi imponenti dzong (fortezze monastiche) che dominano il paesaggio.
Articolo aggiornato il: 22/09/2025

